Pensioni salve ma anche no. Quel 15% nel mirino: le No-Contributi

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 17 Marzo 2014 - 11:46 OLTRE 6 MESI FA

Pensioni salve ma anche no. Quel 15% nel mirino: le No-ContributiROMA – Un giorno, ed è già un giorno di Matteo Renzi premier, l’uomo della spending review va in Parlamento e spiega: “Potremmo toccare le pensioni, ma un 85% per cento abbondante delle pensioni non verrà toccato”. Quindi, e la deduzione logica non fa una piega, il 15% circa delle pensioni potrebbe essere “toccato”.

I giornalisti, cui la devi spiegare semplice altrimenti fanno una gran fatica non a spiegarla a loro volta ma a capirla, fanno subito dei conti. Conti esatti ma semplici. Contano che l’85% per cento delle pensioni da non toccare significa non toccare le pensioni di importo più o meno fino a 2.000/2.500 euro lordi al mese. Lì, a quell’importo, a quella “quantità”, c’è la frontiera, il confine, quantitativo appunto, fra l’85% e il 15%. Quindi, e la deduzione fa un sacco di pieghe logiche ma nessuno ci fa caso, il titolo e l’articolo sono: Tagli sulle pensioni da 2.500 lordi al mese, neanche duemila netti.

Titolano così i giornali, non tutti però. Qualcuno nel dubbio si astiene dal titolare grosso e forte: la cosa deve apparire qua e là discretamente non plausibile: tagliare le pensioni di meno di duemila netti al mese? Qualcuno si astiene nel dubbio la la “informazione” che passa è questa: vogliono tagliare l’assegno ai pensionati a neanche duemila al mese. Anche la polemica politica assume questo dato: 15% di pensioni da toccare significa toccare fino a quell’importo, duemila netti o giù di lì.

Qualche giorno dopo Matteo Renzi va a Porta a Porta da Bruno Vespa e comunica “le pensioni non le vogliamo toccare, nè quelle da duemila né quelle da tremila euro”, lordi o netti che siano. Il sistema dell’informazione registra e, con qualche leggero scossone logico, passa oltre. Renzi ha sconfessato Cottarelli? Cottarelli dava i numeri al Lotto mentre parlava? Renzi ha detto una bugia e prepara il colpo? Renzi ha fatto una doverosa marcia indietro? Vai a sapere, appuntamento al prossimo titolo…

La realtà è che sia Cottarelli che Renzi hanno detto la verità. E’ vero che nel mirino della spending review ci sono un 10/15 per cento delle pensioni erogate ed è anche vero che il governo non ha nessuna intenzione di toccare quelle da duemila, tremila e anche quattromila e qualunque altra cifra mensile dell’assegno (almeno non più di quanto già faccia con il cosiddetto contributo di solidarietà prelevato dalle pensioni dai 90.000 euro lordi in su con aliquote crescenti dal 6 al 18 per cento).

Ma allora come si spiega? L’85% delle pensioni sta sotto i 2.500 euro lordi mensili più o meno, come si fa a toccare il 15% delle pensioni senza toccare quelle da tremila lordi e anche meno? La risposta in fondo è facile, basta fare un ragionamento che non sia piattamente semplice. Basta allineare i fatti in maniera appena appena un po’ più complessa.

Fatto numero uno: appena pochi mesi fa un governo ha fatto una fatica del diavolo per imporre un contributo di solidarietà dalla molto dubbia costituzionalità sulle pensioni da 90.000 euro l’anno. Come si può pensare che pochi mesi dopo si impongano contributi sulle pensioni da 40.000 euro l’anno? Politicamente e socialmente non plausibile.

Fatto numero due: la Corte Costituzionale in una delle sue sentenze sulle pensioni ha coniato la formula di assegni pensionistici “ingiustificatamente elevati”. L’avverbio ingiustificatamente apre la strada alla comprensione di quel che il governo ha nel mirino: non l’aggettivo “elevati” (peraltro già colpito dal contributo) ma proprio l’avverbio. Ingiustificato in questo caso vuol dire le pensioni, chiamiamole così, “No-Contributi”. Insomma le pensioni con un “sottostante” non contributivo, non giustificate, indipendentemente dal loro importo, dal monte contributi versato.

Ed ecco svelato, per meglio dire compreso, cosa e quale e il 15% di Cottarelli. Somma le baby-pensioni, basse ma ancora un mezzo milioni circa di assegni…Somma le baby pensioni, quelle ottenuti con 15 anni di contributi, sommale con le pensioni di molti comparti dalla dirigenza e alta dirigenza della Pubblica Amministrazione e somma ancora con i vitalizi erogati dalla politica e dalla para politica…Somma tutte queste forme pensionistiche, tutte queste pensioni dall’importo vario e  diverso tra loro ma tutte accomunate dal non poggiare su una equivalente base di contributi versati, e al 10/15% delle pensioni ci arrivi.

Il calcolo su quali siano le pensioni nel mirino occorre farlo non sulla quantità dell’assegno a fine mese ma sulla “qualità” del trattamento pensionistico che si incassa. Quello che davide Colombo sul Sole 24 Ore chiama “ricalcolo in chiave contributiva” è quel che ha in testa e che Cottarelli ha pure detto in Parlamento. Se solo i parlamentari prima e i giornalisti poi si fossero fermati un momento a pensare…l’ovvio. E l’ovvio è che nessun governo potrà mai pensare di tagliare le pensioni da duemila al mese. Ma che tra baby pensioni, reversibilità eccessive, finte invalidità, vitalizi ed eccezioni di corporazioni è una vera e propria miniera. Dove scavare. E’ lì l’oro delle pensioni? Ma chi glielo spiega a parlamentari, giornali e pubblica opinione rintronati dalla maledizione cantata contro le “pensioni d’oro”?