Mps, i politici devono salvare la banca e presto, ai colpevoli del malaffare penseranno i giudici

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 29 Dicembre 2016 - 06:43 OLTRE 6 MESI FA
Mps, i politici devono salvare la banca e presto, ai colpevoli del malaffare penseranno i giudici

Mps, i politici devono salvare la banca e presto, ai colpevoli del malaffare penseranno i giudici, scrive Giuseppe Turani (nella foto)

Monte Paschi di Siena, o Mps, una banca la cui cattiva gestione peserà per anni sulla coscienza della sinistra, non può essere abbandonata a se stessa e fatta fallire. Va salvata e basta, avverte Giuseppe Turani in questo articolo pubblicato anche su Uomini & Business. A punire i colpevoli della cattiva gestione penseranno i magistrati. I politici devono tutti povvedere al salvataggio della banca.

Tutti gli gli errori possibili sono stati commessi nella storia del Monte Paschi. Prima, quando era ancora una bella banca, ha avuto purtroppo una gestione quasi criminale. Soldi prestati malamente, ambizioni di grandezza pagate senza badare al prezzo, derivati fatti a occhi chiusi e altro ancora.

Dopo, quando la crisi era già esplosa, si è andati per le lunghe. Si è pensato che il mercato (fondi del Qatar e altro) potesse intervenire e raccogliere quella che più che una patata bollente ormai era una pentola esplosiva.  Alla prima scusa (vittoria del no al referendum) tutti  questi presunti cavalieri bianchi se la sono filata, ben felici di avere una scusa per potersene andare lontano, alla ricerca di altri affari.

Il Governo, o meglio il ministro Padoan, ha certamente peccato di ingenuità contando sull’aiuto di gente che poi se l’è data a gambe. E probabilmente ha perso troppo tempo, lasciando marcire il titolo in Borsa e quel poco di fiducia che ancora poteva esserci.

Ma, alla fine, di notte, è stato varato il decreto e sul tavolo ci sono venti miliardi per il salvataggio del Monte Paschi e di altre situazioni analoghe. I tedeschi protestano (per contratto, perché è il loro ruolo). Ma il Monte va salvato, e in fretta a questo punto.

La ragione è evidente. Sul Monte vive quasi tutta Siena, ma anche una delle regioni più sviluppate d’Italia, cioè la Toscana.

Con tutti i guai che abbiamo, ci manca anche di vedere migliaia di aziende toscane senza più un referente bancario, con assegni che tornano indietro e il caos nei conti. E la Toscana che dichiara lo stato di crisi.

Ma non solo. Un fallimento (o un non-salvataggio) del Monte getterebbe a questo punto un tale discredito sul sistema bancario italiano da quale probabilmente non ci si riprenderebbe più.

Gli americani hanno fatto questa esperienza con la Lehman. Poi, saggiamente, hanno deciso di non provarci mai più: e hanno salvato qualsiasi cosa sia andata in crisi, anche se era dieci volte più grande della Lehman.

Quindi è ora di chiudere il dibattito e di salvare il Monte. Le responsabilità della mala-gestione ci sono (e sono grandissime), ma per questo abbiamo i magistrati. Alla politica competete evitare le catastrofi, quando si può, e qui si può. I soldi sono stati stanziati, e allora si vada avanti. Ogni minuto perso rende la crisi del Monte un po’ più grave. E qui di tempo ne abbiamo già perso oltre il tollerabile.