Mascherine introvabili. Arcuri vai a Lisbona: le trovi nella metro: ma a 1 euro e 50

di Pino Nicotri
Pubblicato il 9 Maggio 2020 - 06:28 OLTRE 6 MESI FA
Mascherine introvabili in Italia. Arcuri vai a Lisbona: le trovi nella metro: ma a 1 euro e 50

Mascherine introvabili. Arcuri vai a Lisbona: le trovi nella metro: ma a 1 euro e 50

La metropolitana di Lisbona e quella di Oporto hanno messo in funzione rispettivamente 80 macchinette la prima e 30 la seconda- Insieme con le bibite, biscotti, wafer e snack vendono le mascherine chirurgiche usa e getta a 1,5o euro. E quelle riutilizzabili a 3 euro l’una.

Vendono anche confezioni di gel disinfettante per le mani e di guanti chirurgici. L’iniziativa è stata lanciata dalla società Vending con lo slogan Proteja-se connosco, vale a dire Si protegga con noi. Ed ha avuto successo anche perché chi viene beccato in metrò senza mascherina paga multe dai 200 ai 400 euro.

Il 4 maggio è finito lo stato di emergenza, durato quattro settimane (per legge non può durare più di due settimane, ma rinnovabili), ed è iniziato lo stato di calamità. Nonostante il nome più minaccioso comporta meno restrizioni. Dovrebbe finire il 18 di questo maggio, se tutto va bene.

Iniziative utili le macchinette in metropolitana, il classico uovo di Colombo. Ma forse perché Colombo benché genovese partì dal Portogallo e non dall’Italia. Da noi, rimase inascoltato sia dalla Serenissima sia dal Vaticano.

Uovo ancora oggi inimmaginabile in tutte le città italiane dotate di metropolitane. A partire dalla Milano “che l’è sempre ’n gran Milàn”. E continua a sciamare irresponsabilmente non solo sui Navigli. Per finire a Torino, che ha il metrò più recente e moderno. Passando per la capitale Roma con la sua metropolitana sempre affetta da qualche acciacco sgangherato.

Il Portogallo inoltre è passato a produrre un milione di mascherine al giorno. Tanto che se ne vendono anche nei negozi di telefonini e vengono pure esportate. Inoltre  c’è il progetto di installare quel tipo di macchinette anche negli aeroporti.

In Italia ci sono città, nelle quali le farmacie denunciano che a loro le mascherine non sono ancora arrivate. Almeno quelle a prezzo bloccato – benché obbligatorie per poter uscire di casa. È il caso per esempio di Napoli.

Abbondano invece le polemiche sull’introvabilità o difficile reperibilità di mascherine, disinfettante per le mani e guanti. Con l’aggiunta di forniture di mascherine grottesche, inutilizzabili e anzi pericolose.

Per esempio da parte della Regione Lombardia agli operatori sociosanitari come denunciato il 9 aprile dall’operatore sanitario Riccardo Germani che  ha diffuso un apposito video dimostrativo.

Per non parlare del pasticciaccio brutto delle mascherine importate dalla Cina e sequestrate  dalla Finanza alla ex presidente della Camera dei Deputati Irene Pivetti. Dopo la parentesi parlamentare sui banchi della Lega Irene Pivetti ha messo in piedi una società che si occupa di scambi commerciali e altre iniziative con la Cina.

Per quanto riguarda poi l’imposizione del governo italiano di venderle al prezzo calmierato di mezzo euro l’una, si tratta di una mossa che si è rivelata per quello che è: di fatto, pura retorica. Aria fritta. Come ha chiarito l’imprenditrice Stefania Gander, che ha aperto una fabbrica a Bolzano per dare una mano nell’emergenza, “a 50 centesimi non conviene produrre”.

La signora racconta:

“Abbiamo comprato in Cina un macchinario a 200 mila euro e assunto operai. Lavoriamo giorno e notte. Ma a 50 centesimi non conviene produrre”.

Chissà come è venuto in mente al governo di credere che ci fossero imprenditori disposti a produrre in perdita. Senza neanche pensare a una integrazione dei costi con danaro pubblico.

Probabilmente è un effetto a scoppio ritardato di una delle cinque stelle che danno il nome al Movimento 5 Stelle, detto anche M5S o più sbrigativamente 5S, e ne orientano la politica. Nessuno se lo ricorda più, ma una di tali cinque stelle è – o meglio era – la “Decrescita felice”.

Per l’anno in corso è prevista per l’Italia una decrescita del Prodotto Interno Lordo, il famoso PIL, tra l’8 e il 10%. Chissà se Di Maio, Grillo, Di Battista e compagnia blaterante stanno già brindando. Brindando felici. Almeno (e solo) loro.