Bruno Vespa smonta il caso Emanuela Orlandi: “Scemenze” le insinuazioni del film di Faenza

di Pino Nicotri
Pubblicato il 7 Ottobre 2016 - 09:06 OLTRE 6 MESI FA
Bruno Vespa smonta il caso Emanuela Orlandi: "Scemenze" i sospetti del film di Faenza (nella foto la locandina del film)

Bruno Vespa smonta il caso Emanuela Orlandi: “Scemenze” i sospetti del film di Faenza (nella foto la locandina del film)

Bruno Vespa nel mistero di Emanuela Orlandi c’è entrato a pie’ pari: è stato il primo della storia (sottoscritto a parte) a dare un altolà  alla montatura del caso di Emanuela Orlandi che anno dopo anno giornali e tv ci hanno propinato.

Vespa, nel corso di una puntata di Porta a Porta dedicata al film appena uscito sul caso Orlandi, finanziato da Rai Cinema, è arrivato al punto di definire, come giusto, “scemenze” le insinuazioni tendenziose fatte circolare da un anno a questa parte sul conto del procuratore capo della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, “reo” di avere chiuso, dopo anni di inutili sbattimenti e ingenti costi per i cittadini, una inchiesta che si trascinava sulla spinta delle rivelazioni di Chi l’ha Visto? e di patetiche demagogie cui non si è sottratto nemmeno un politico dal passato di Walter Veltroni.
Di più, Vespa ha implicitamente puntato il faro sulla contraddizione che un’azienda pubblica come la Rai, in gran parte finanziata con i soldi che gli italiani pagano per il canone televisivo, contribuisca a finanziare un prodotto basato su storie cestinate dai magistrati perché fasulle e contribuisca così a rimpinguare le tasche di chi le ha rifilate ai magistrati e a programmi televisivi della stessa Rai.
Vediamo gli ultimi sviluppi.
Dopo l’evidente scarso entusiamo di Fabio Fazio a “Che tempo che fa” ( ) e la delusione della anteprima  a Milano, con appena 150 spettatori, per il film “La verità sta in cielo” che ha molto romanzato il mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi è arrivata anche la doccia fredda nel  salotto di Bruno Vespa a Porta a Porta, a parire dal 70esimo minuto).
Il regista del film e l’immancabile Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela Orlandi ormai ospite habitué di “Chi l’ha visto?” e di altri programmi amanti dei misteri e dei casi di cronaca, hanno dovuto aspettare un’ora e 10 minuti che Vespa congedasse il ministro per le Riforme Costituzionali Maria Elena Boschi e Stefano Parisi “delfino” di Berlusconi, ospiti della prima parte della  puntata.
Poi sono anche stati bacchettati a dovere dal padrone di casa, che, a differenza di tutti gli altri suoi colleghi televisivi, senza nessuna timidezza o timore riverenziale ha smontato le loro argomentazioni sulla veridicità del film. Ha detto chiaro e tondo che la “supertestimone” Sabrina Minardi, sulle cui “rivelazioni” si basa il film, non è credibile, cosa del resto messa nero su bianco anche dalla magistratura che si è occupata del caso e ha archiviato l’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela.
Faenza s’è visto contestare anche l’affermazione, in effetti falsa, che uno dei magistrati che ha seguito l’inchiesta, Giancarlo Capaldo, si è dimesso per non firmare la richiesta di archiviazione firmata dal capo della Procura della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignantone. In effetti Capaldo si è limitato a non apporre anche la sua firma alla richiesta d’archiviazione, ma non si dimesso da un bel niente. A Faenza non è rimasto che passare alla sepoltura “tra papi e cardinali” dell’asserito “boss della banda della Magliana” Enrico De Pedis, presentato nel film con insistenza degna di miglior causa come rapitore e uccisore della Orlandi, quando invece nella basilica dove la sua salma era stata trasferita dal Verano non è sepolto nessun papa e nessun cardinale.
La sopresa più grande è arrivata però quando Pietro Orlandi ha intonato il solito mantra che il procuratore della Repubblica di Roma ha chiesto e ottenuto l’archiviazione solo per impedire si arrivasse a verità molto imbarazzanti per il Vaticano, per gli immancabili “servizi”, ecc. A differenza delle approvazioni e dei sorrisi compiaciuti riservatigli a “Chi l’ha visto?”, Pietro questa volta è stato bacchettato da Vespa con un deciso:
“Ma non diciamo scemenze! Un magistrato di levatura come Pignatone!”.
Il duo Faenza-Pietro Orlandi però non demorde e la grancassa continua. Non solo con pubblicità crescente specie in tv e in Internet, bensì anche con affermazioni sensazionali di entrambi. Il regista ha “rivelato” che mentre giravano le scene in piazza S. Apollinare, sulla quale si affacciavano sia la pontificia scuola di musica frequentata da Emanuela sia l’omonima basilica dove era sepolto De Pedis, ci sono state
“le minacce di due uomini armati di pistola”.
Chissà se dell’episodio esiste una denuncia presentata alla polizia o ai carabinieri. E’ comunque difficile credere che, stando a quel che sostiene Faenza, i ben nove avvocati, alcuni dei quali fatti venire chissà perché dall’Inghilterra, abbiano davvero letto tutti gli atti giudiziari, oltre 20 mila pagine, e controllato le fonti. Per quanto riguarda la “supertestimone” Sabrina Minardi, cioè in pratica le basi e l’ossatura portante del film,  non devono avere letto neppure una riga degli atti che non solo danno ragione da vendere a Vespa quando l’ha definita non credibile, ma che autorizzano a pensare quello che ha pensato e scritto nella sua sentenza di archiviazione il GIP Giovanni Giorgianni, e cioè che:
“Sabrina Minardi sta cercando in tutti i modi di ricavare un guadagno dalle sue dichiarazioni”.
A tutti i nove avvocati sono in particolare sfuggite, tra molte altre, le prime pagine della cartella n. 4039081 degli atti giudiziari dell’inchiesta, laddove è trascritto il sunto di una conversazione telefonica iniziata alle ore 14, 39 minuti e  41 secondi del 10 novembre 2009 tra la giornalista Raffaella Notariale e la “supertestimone” Sabrina Minardi.
Nel 2011 è uscito un libro da loro co-firmato: Segreto criminale, la vera storia della banda della Magliana”.
“è giornalista professionista. Ha frequentato il corso per inviati di guerra, ha collaborato con quotidiani, emittenti radiofoniche, televisive, portali web, ha curato uffici stampa e poi è approdata alla RAI. Negli ultimi otto anni ha lavorato per Chi l’ha visto?, prima come redattrice, poi come inviata, trattando circa 400 casi tra persone scomparse e omicidi irrisolti. Ultimamente ha curato esclusive per Rai News 24, ha collaborato con Rai Educational e, al momento, lavora per RAI2”.
Sabrina Minardi, la co autrice e al centro delle intercettazioni qui riportate, sempre secondo Amazon
“è nata nel 1960. È stata sposata con il calciatore Bruno Giordano e per dieci anni è stata l’amante di Enrico De Pedis, boss della banda della Magliana. Nel giugno del 2008, interrogata dai magistrati della Procura di Roma, è stata definita la “supertestimone” nell’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi”.
La conversazione somiglia infatti molto a una trattativa con la quale Minardi, intenzionata a comprar casa, vuole capire come fare, cioè cosa deve dire,  per avere fino a 60 mila euro di “gettone di presenza” da “Chi l’ha visto?”. Quello che segue è il brogliaccio col sunto dell’intercettazione e i maiuscoli ne fanno parte:
“Nel corso della conversazione, parzialmente riportata in sintesi e parte integrale, la Minardi chiede delucidazioni alla Notariale in merito al compenso per le comparse o interviste televisive. La NOTARIALE spiega che l’importo di questi gettoni di presenza dipende dalla trasmissione, dal personaggio e da quello che dice e gli fa l’esempio del caso di COGNE, di Maria FRANZONI che partecipando alla trasmissione “COSTANZO SHOW”, in cui dichiarò che attendeva la nascita di un altro figlio, potrebbe aver preso 50.000,00 Euro.
Di seguito si riporta un pezzo della conversazione:
“Sabrina: …se io sto con la speranza delle ospitate e mi danno 30 mila euro, cosi mi ci compro una casa..
Raffaella: …eh !, Sabri, Sabri se tu vai la per dire una serie di cose, quelli te li danno, non so come dire, cioé Annamaria Franzoni non glieli davano perché è bella Annamaria Franzoni, ma perché quella andava a dire delle cose del figlio morto trovato li, ed era un “caso”….
Sabrina: uh…uh…
Raffaella: ….se tu vai per dire una serie di cose e ti metti d’accordo con Vespa, piuttosto che con Costanzo piuttosto che con chi per loro, è chiaro che …… è chiaro che la cosa sale, cioè se tu vai cosi, tanto per, e non dici niente e allora non dici niente, se tu vai dicendo: “guarda, i0 dico questo, questo e questo ma voglio questo ritorno” è un’altra storia
Sabrina: ..insomma, ce la fanno a fare 60 mila euro?, mi devo comprare casa io
Raffaella: .. Sabri, io non te lo posso garantire, perché ti mentirei, se te lo garantisco mento. Io penso, considerato il personaggio  che sei, considerato quello che vai a dire, considerato che tutti hanno scritto di tutto tranne te e tu l’hai vissuta veramente la storia io penso che andrà molto bene….
Sabrina: vabbé..
Raffaella: ….hai comunque degli introiti del libro che secondo me vende benissimo
Sabrina: si..
Raffaella: ti farai le ospitate e poi sarai tu a decidere, LO SAI BENISSIMO QUANTO ME, TU TUTTO… NON L’HAI DETTE TUTTE LE COSE…
Sabrina: COME NON L’HO DETTE ?..
Raffaella: CI SONO DELLE COSE CHE SAI E NON DICI NO ?!
Sabrina: Eh ….. .(silenzio)
Raffaella: CI SONO DELLE COSE CHE SAI E NON DICI ?!, SE TU UN DOMANI, VEDI COME SI METTE LA SITUAZIONE E DECIDI DI DIRE UNA VIRGOLA IN PIU’, TE LA GIOCHI BENE…
Sabrina: VABBE’ ..
Raffaella: ..NO DIMMI TU SE NON SEI D’ACCORDO PARLIAMONE..
Sabrina: IO SONO PREOCCUPATISSIMA, PERCHE’ CAPITO COME STO, STO CON LE MANI NELLA MELMA, PERCHE’ IO L’UNICA COSA IN CUI CREDO E MI DA LA FORZA DI ANDARE AVANTI E’ QUESTO LIBRO, PERO’ NON VORREI CHE FOSSE UN’ALTRA DELUSIONE.”
Continuano a parlare del libro che stanno preparando e che dovrebbe uscire per febbraio, e sulla percentuale di guadagno, ma questo dipende dagli accordi che faranno con la casa editrice. Alla fine della conversazione Raffaella gli dice che andrà a trovarla domani mattina.
Nota del Sost. Comm. Pasquale Viglione”.
Nella cartella n. 4038717 c’è il sunto dell’intercettazione di una telefonata tra Sabrina Minardi e sua sorella Cinzia, che la considera una mitomane, e di un’altra molto sorprendente telefonata tra la Notariale e la Minardi. La giornalista sgrida la “supertestimone” perché ha cambiato versione: in un primo tempo aveva detto ai magistrati che i cadaveri di Emanuela e di un altro rapito (indicato in un primo tempo nel bambino Giuseppe Nicitra, scomparso però dieci anni dopo, e successivamente in Mirella Gregori, che certa vulgata vuole rapita dagli stessi rapitori di Emanuela) erano stati dati in pasto a una betoniera; poi però aveva cambiato idea e “rivelato” ai magistrati che i cadaveri erano stati gettati in mare. Pur di farla tornare alla prima versione, Notariale arriva a dire che rischia la radiazione dall’Ordine dei giornalisti, cosa assolutamente non vera,  se la sua interlocutrice insiste con la nuova versione!
“Sunto: Sabrina chiama Cinzia: Sabrina racconta a Cinzia come si e svolto I’interrogatorio in procura esponendo la nuova versione dei fatti data questa volta, ossia che Emanuela ORLANDI non sarebbe stata gettata in una betoniera, ma i resti sarebbero stati trasportati con un gommone “transoceanico” in alto mare e gettati in acqua. Racconta che il magistrato ha reagito male a questa nuova versione accusandola di aver preso in giro tutti e minacciandola di arrestarla e farle scontare fino all’ultimo giorno di pena insieme ad altre detenute, dato che lei é considerata “infame” e non potra godere di alcun beneficio o sconto di condanna . […]
Cinzia chiede se loro sanno che lei è ricoverata dentro una casa di cura, Sabrina dice di sì. Cinzia dice che lei potrebbe essere una mitomane che ha inventato tutto, essendo stata più volte ricoverata in strutture per malati di mente, pertanto tutta questa storia potrebbe essere un’invenzione..e quindi decade tutto.
Sabrina dice che i magistrati la considerano capace di intendere e di volere. Cinzia sostiene che servono dei periti per valutare le condizioni mentali di Sabrina. Cinzia ribadisce che, vista la sua popolarità, questo potrebbe essere un modo per lei di stare ancora sui giornali e in vista..dice
“..allora decade tutto, s’andassero a cerca da n’altra parte sta ragazza..porella a me me dispiace..ma secondo me e tutto inventato, cioè io non ci credo a tutte ste cose..perché in qualche modo me sarei accorta pure io no se succedevano ste cose li al mare..””.
Le ultime parole di Cinzia si riferiscono al fatto che sua sorella nelle sue “rivelazioni” ha detto che Emanuela è stata tenuta prigioniera nella casa dei loro genitori a Torvajanica, casa frequentata assiduamente anche da Cinzia. Che avrebbe dovuto essere cieca per non accorgersi dalla prigioniera e dei suoi carcerieri…
Il brogliaccio della cartella n. 4038717 prosegue avvertendo che ci sono state
“conversazioni intercorse tra la MINARDI e la giornalista Raffaella NOTARIALE nelle quali quest’ultima inveisce contro la MINARDI per aver modificato le dichiarazioni fatte ai magistrati e le fa capire, con tono minaccioso, che in tal modo il libro che hanno scritto non potrà essere più pubblicato e che lei rischia la radiazione dall’Albo dei giornalisti. Alla fine della conversazione Sabrina MINARDI si impegna con la giornalista a ritrattare le sue ultime dichiarazioni”.
Il film si basa sui racconti della Minardi ed è quindi ovvio pensare che riceva delle percentuali sugli incassi,  come per i due libri scritti con la Notariale, o che sia stata pagata per cedere i diritti cinematografici delle sue “rivelazioni”. La Minardi è di fatto definita mitomane da sua sorella a causa delle malattie mentali per le quali è stata più  volte ricoverata. E la sentenza di archiviazione afferma chiaro e tondo che a muoverla è stato il bisogno di soldi, che stando a quanto lei stessa ha spiegato a sua sorella e alla Notariale  le servivano per comprarsi una casa. Non è molto edificante che un’azienda pubblica come la Rai, pagata con i soldi che gli italiani pagano per il canone televisivo, contribuisca a finanziare un prodotto basato su storie cestinate dai magistrati perché fasulle e contribuisca così a rimpinguare le tasche di chi le ha rifilate ai magistrati e a programmi televisivi della stessa Rai.
Va bene che il nostro è il BelPaese, ma dovrebbe esserci un limite a tutto. Vespa in qualche modo lo ha fatto notare.