Casaleggio, libro per dire che dà lui le idee a Beppe Grillo

di Pino Nicotri
Pubblicato il 26 Gennaio 2016 - 07:11 OLTRE 6 MESI FA
Casaleggio, libro per dire che dà lui le idee a Beppe Grillo

Beppe Grillo sul palco di Imola fa il gesto dell’ombrello ai suoi seguaci. Accanto la inquietante presenza di Gianrobero Casaleggio

MILANO – Casaleggio Gianroberto, guru di Beppe Grillo. Casaleggio scrive il copione, Beppe Grillo lo interpreta da grande attore. Per farci capire che le cose che dice Grillo, ragioniere senza laurea, non sono farina del suo sacco ma di quello di Casaleggio, ha scritto un libro “Veni, vidi, web”.

“Internet? No, Gengis Khan”. Sembra una boutade, invece è il sommario e l’estrema sintesi del capitolo di apertura – non a caso intitolato “Gengis Khan e Internet” – del molto sorprendente libro “Veni, vidi, web”, ultima fatica letteraria di Gianroberto Casaleggio. Che in realtà certe cose ha cominciato a dirle già l’8 settembre 2013 a Cernobbio, durante l’annuale workshop Ambrosetti organizzato a Villa d’Este. Il guru e confondatore con Beppe Grillo del Movimento 5 Stelle era arrivato dicendo di voler “spiegare  l’evoluzione delle reti e della politica”. La prima cosa spiegata è stata questa:

“Il web non è solo un altro media, negli Usa il tempo passato in Internet è ormai superiore a quello passato sui giornali e in tv. Siamo a un punto di non ritorno. E già oggi i giornali sono finiti, lo sanno tutti fuorché in Italia”.
Dilungatosi su questi concetti, prima di poter passare a spiegare che erano finiti anche i partiti e la politica le proteste del pubblico, tutti nomi di peso, avevano costretto l’ex presidente della banca centrale europea Jean Claude Trichet a togliergli la parola:
“Mi scusi, ma lei ha superato il limite dei 15 minuti consentiti per ogni intervento”.
L’ospite zittito a Villa d’Este i suoi appunti li ha sviluppati in “Veni, vidi, web”, titolo che riecheggia lo spavaldo “veni, vidi, vici” con il quale nell’agosto del 47 a. C. Giulio Cesare annunciò al senato romano la sua (non decisiva) vittoria su Farnace II re del Ponto. Si tratta di 105 pagine, divise in 19 capitoletti dai titoli più disparati, edite dalla sua casa editrice dello stesso Casaleggio Adagio e-Book e reperibili anche come libro cartaceo, da ordinare comunque online. Vi si legge tra l’altro che in un non lontano futuro “in Italia le statue di Garibaldi sono state sostituite da quelle di Gengis Khan”. Tanta ammirazione per il feroce condottiero mongolo è così spiegata:
– “Nel 1200 Internet non esisteva ancora, ma il mongolo Temugin, detto Gengis Khan, divenne il più grande conquistatore della Storia con l’applicazione di tecniche e principi che oggi sono necessari per competere nella Rete”;
– “I Mongoli erano abilissimi cavalieri e potevano cavalcare senza fermarsi per giorni. Su questa qualità Temugin basò l’organizzazione dei corrieri-dardo, cavalieri che gli portavano notizie dal suo sterminato impero. I corrieri-dardo erano protetti dall’imperatore e chiunque, pena la vita, doveva aiutarli durante il loro viaggio. Temugin disponeva così sempre di un vantaggio sui suoi nemici: informazioni in tempo reale”.
– “Temugin fece sentire ogni mongolo importante, superiore a ogni altra gente. Il senso di appartenenza era totale. Il mongolo era rispettato e temuto all’esterno della sua comunità, qualunque fosse la sua posizione sociale. Nell’era della Rete solo il senso di comunità e appartenenza, il riconoscersi in valori comuni consentirà alle società di sopravvivere. Gengis Khan ha cambiato la storia del mondo per sempre. Internet lo farà in modo più radicale e assoluto”.
Altra cosa sorprendente, la breve introduzione è del rapper Federico Leonardo Lucia, nome d’arte Fedez, membro della giuria del programma televisivo X-Factor, più noto per i tatuaggi che esibisce su tutto il corpo che per le sue canzoni. Fedez è stringato:
“Quello che Gianroberto spiega è come la rete stia cambiando i rapporti fra le persone, ponendo proprio l’individuo al centro del tutto”. La rete, o meglio la Rete, cioè Internet-Gengis Khan “o come dicono i radical chic ‘l’internet’”.
Il libro di Casaleggio è definito non come un novello Manifesto, ma più prudentemente come
 “manuale chiaro e fruibile su quello che dovrebbe essere il miglior approccio possibile al web, declinato attraverso le fisiologiche conseguenze economiche, sociali e politiche”.
Tutte queste “fisiologiche conseguenze” Casaleggio le specifica nel capitoletto finale “Ma che mondo mi hai fatto”, in cui descrive come sarà il paradiso del pianeta Terra quando Internet-Gengis Khan avrà fatto tabula rasa dei suoi nemici:
“Petrolio e carbone sono proibiti insieme alla circolazione di macchine private. I mezzi pubblici sono gratuiti. L’emissione di Co2 è punita con la reclusione fino a 30 anni. Taxi, tabaccai, macellerie e librerie sono scomparsi. La più grande impresa del mondo produce biciclette e monopattini. Le spiagge sono libere. I cacciatori fanno solo safari fotografici e ripongono nei nidi i piccoli caduti al suolo. Chi è sorpreso con un fucile è lasciato libero e nudo nei boschi e cacciato da personale specializzato con pallettoni di sale grezzo dall’alba al tramonto. In Spagna non si fanno più le corride.
L’accesso alla banda ultra larga è un diritto universale e il telelavoro è diffuso ovunque. Il numero degli avvocati è stato ridotto a un decimo e la macchina della giustizia ha ripreso finalmente a funzionare. Molti ospedali hanno chiuso i battenti da quando sono diminuite le malattie ambientali. Gli ipermercati sono stati rasi al suolo ovunque”. […]
I parrucchieri hanno chiuso i battenti, uomini e donne portano capelli lunghi e disordinati. In Italia le statue di Garibaldi sono state sostituite da statue di Gengis Khan.
Non si possono possedere complessivamente mobili e immobili per un valore valore superiore a cinque milioni di euro. Ogni euro in più deve andare a favore della comunità. […] Ognuno è responsabile verso sé stesso e la collettività senza deleghe o intermediazioni. Le decisioni pubbliche sono prese attraverso referendum e leggi di iniziativa popolare sia a livello locale che nazionale.
[…] Il concetto di energia etica è insegnato nelle scuole elementari. La produzione di armi è considerata un delitto contro l’umanità e punita con l’ergastolo. […] Il reddito di cittadinanza consente a chiunque di vivere in attesa di un lavoro ed è un diritto di nascita in tutto il mondo. La speculazione sugli immobili è proibita. I mendicanti nelle città sono assistiti da dipendenti comunali e avviati a lavori socialmente utili. […]
I bambini sono figli adottivi per legge della comunità dove nascono, che ha l’obbligo di averne cura in caso di difficoltà della famiglia di origine o di scomparsa dei genitori. L’esperanto è obbligatorio come seconda lingua. Ognuno può capire l’altro sul pianeta. La proprietà delle aziende appartiene a chi ci lavora. Le multinazionali, dopo la Seconda Rivoluzione Americana, sono state dichiarate illegali in tutto il mondo e quindi sciolte: dalla Monsanto alla Nestlè alla McDonald. I lavori pesanti sono fatti dai robot e non nobilitano più l’uomo”.
Lo stesso Casaleggio ammette, bontà sua, che queste previsioni potranno rivelarsi sbagliate. Intanto però vale la pena rilevare alcune cose. La prima è che è piuttosto arduo sostenere che “Gengis Khan ha cambiato la storia del mondo per sempre”, visto anche che il sapere del suo impero non ha lasciato eredità arrivate fino a noi. La seconda  è che, a voler essere proprio precisi, il sistema postale fu reso davvero efficiente dal suo successore Ogodei. Casaleggio infine trascura un particolare per nulla trascurabile. L’enorme impero mongolo fondato da Gengis Khan – al suo apice, 33 milioni di  chilometri quadrati e più o meno 100 milioni di abitanti – è durato poco più di 160 anni: nulla al confronto di vari altri imperi. Davvero  un brutto auspicio quindi per la Rete…
POST SCRIPTUM. Nel 2008 lo stesso Casaleggio ha prodotto un video che in un pochi minuti descrive ben altro futuro per lo stesso nostro pianeta. Il video inizia con una dichiarazione del 14 agosto 2054, ove si sottolinea come Gaia, cioè la Terra, sia dominata da un Nuovo Ordine Mondiale di felicità e abbondanza per tutti:
”Ogni uomo è un cittadino del Mondo, soggetto alle stesse leggi ed è stato Internet il veicolo del cambiamento”.
Vi si batte sempre il chiodo dell’importanza che la comunicazione ha avuto nei vari imperi passati, compreso quello dell’amatissimo Genghis Khan, ma c’è un’aggiunta,  oggi tralasciata, che mette i brividi: nel 2020, cioè tra soli quattro anni (!!!), scoppierà la Terza Guerra Mondiale, a base di ordigni di tutti i tipi, atomici, batteriologici, chimici e perfino climatici. Durerà 20 anni, sterminerà 7-8 miliardi di esseri umani, per non contare i miliardi di animali, ridurrà la popolazione del globo ad un solo miliardo di persone e sarà combattuta tra le due superciviltà nate già nel 2018, cioè tra appena due anni:  quella occidentale, democratica e con libero accesso al web, e quella orientale – Cina, Russia e Medio Oriente – sottoposte a feroci dittature e con accesso alla rete limitato e controllato.
Oggi la popolazione dell’Occidente è di più o meno un miliardo di viventi, guarda caso la stessa cifra dei futuri sopravvissuti…. Il che è come dire che Cina, Russia, ecc., diventeranno sterminati cimiteri. Non è un augurio gentile.
Ma consoliamoci. Al conflitto sopravviverà infatti Google,  che partorirà Google Earthlink: il luogo virtuale che conserverà l’identità sociale di ognuno del miliardo di sopravvissuti dell’intero pianeta.
E vissero felici e contenti.