Emanuela Orlandi: Dany Astro, modella di Fassoni Accetti, contro Chi l’ha visto?

di Pino Nicotri
Pubblicato il 9 Maggio 2013 - 12:24 OLTRE 6 MESI FA
Dany Astro, la fotomodella difende Marco Fassoni Accetti

Dany Astro, la fotomodella difende Marco Fassoni Accetti

ROMA – Nel mistero di Emanuela Orlandi irrompe sulla scena Dany Astro, da 12 anni modella e collaboratrice di Marco Fassoni Accetti, il “supertestimone” che da qualche settimana è al centro di una girandola di rivelazioni, al punto di  essersi accusato di avere partecipato, da una seconda fila, al rapimento di Emanuela Orlandi.

L’intervento di Dany Astro segue la trasmissione di “Chi l’ha visto?” di mercoledì 8 maggio ed è contenuto in messaggio e-mail indirizzato a me. Lo stesso messaggio Dany Astro lo ha postato sulla mia pagina Facebook “Vogliamo la verità su Emanuela Orlandi. Scrive Dany Astro:

“Ero presente all’intervista dove Marco ha spiegato, con documenti alla mano, molti dubbi posti nella trasmissione di [mercoledì] sera. Intanto Emanuela [Orlandi] era stata a Neauphle-le-Chateau soltanto nel ’84, e non come dice CLV fino a pochi mesi fa.

“Il fatto della pineta lo ha spiegato ampiamente e non hanno usato quasi nulla di questa testimonianza, nella quale diceva che nel primo interrogatorio con il giudice [Giancarlo] Capaldo faceva presente che si era presentato per riaprire innanzitutto il fatto della pineta, e per farlo era obbligato a raccontare della Orlandi.

“Inoltre, basta guardare nelle sue fotografie come nei suoi film, ci sono più gli anziani ed adulti che non adolescenti. Hanno omesso di dire che nello studio di Marco vi sono già dagli anni ’80 decine e decine di indirizzi e liberatorie degli anziani ritratti.

“E che tutti gli adolescenti sono venuti con le famiglie che dovevano firmare le obbligatorie liberatorie per essere pubblicate. Io sono testimone di questa procedura da 12 anni e prima di me conosco le altre ragazze che ha avuto Marco, che mi hanno testimoniato della stessa procedura anche negli anni ’80 e ’90.

“Le stesse adolescenti contattate non possono lamentare alcuna molestia subita, se non riferire solo dell’intenzione di Marco di fotografarle nelle opere che conoscete, e che non sono affatto di erotismo o pornografia.

“Inoltre CLV non ha letto un documento del processo, che Marco può anche produrre in questo sito, che riporta le dichiarazioni del personale dell’ambulanza che, non essendo attrezzati degli strumenti atti a verificare la morte, decisero comunque di portare subito il corpo all’ospedale.

“E non come si è raccontato perché il ragazzo doveva essere necessariamente vivo per il fatto d’essere stato trasportato in ospedale.

“Inoltre continuano a non leggere il titolo posto sotto la fotografia “Martire adolescente posta sotto l’altare” e la presentano invece come una semplice, macabra “ragazza in una bara” (la ricostruzione di questo simulacro d’una martire e un altare sono ispirate a quelle reali che si trovano nella chiesa del suo collegio a piazza di Spagna).

“Marco ha chiamato in diretta per la seconda volta anche in questa puntata per puntualizzare quanto ho detto, ma gli è stato negato ancora una volta d’intervenire, mentre, un’altra ragazza ha avuto la possibilità di entrare in diretta per raccontare solo il fatto che, abitando nello stesso palazzo di Marco, questi le aveva chiesto di posare per una sua opera.

“Tutto questo Marco lo riferirà mercoledì nell’udienza che ha con il giudice Capaldo, indicando come questa censura e mistificazione possa essere il tentativo di addossare tutto ad una sola persona isolata, e non mettendo alla luce i legami con lo Stato Vaticano e lo Stato Italiano”.