Marco Fassoni Accetti definisce il suo “elenco dei punti” (indizi e prove)

di Pino Nicotri
Pubblicato il 9 Dicembre 2013 - 08:25| Aggiornato il 10 Dicembre 2013 OLTRE 6 MESI FA
Emanuela Orlandi (foto LaPresse)

Emanuela Orlandi (foto LaPresse)

ROMA – Marco Fassoni Accetti e il suo “Elenco dei punti (indizi e prove)”, debitamente pubblicato sul suo sito internet e strombazzato in pagine Facebook compresa la mia, elenco che analizzerò in questa terza parte. Nelle due precedenti parti sono stati visti i punti da 1 a 8.

9) – Quella in corso sul mistero di Emanuela Orlandi è, come si dice in gergo, solo una “indagine preliminare”, visto che a condurla sono magistrati della Procura della Repubblica e non quello che una volta era il giudice istruttore diventato oggi il “giudice per le indagini preliminari”. Ma la foga dell’autosuggestione porta Marco Fassoni Accetti  a scrivere – nell’”Elenco dei punti (indizi e prove)” postati nel suo blog il 14 novembre – che quelli che lui ha sciorinato ai magistrati sono “fatti per cui è processo istruttorio” . La frase completa di Marco Fassoni Accetti  è la seguente:

“Quanto mi accingo a pubblicare sia un monito a quanti volessero relegare i fatti per cui è processo istruttorio ad un mero episodio di cronaca nera”.

Un monito basato su una definizione delle attuali indagini per verificare le sue affermazioni tanto suggestiva quanto sbagliata. Come vedremo tra poco, un altro “sottile” errore marchiano Marco Fassoni Accetti lo compie quando parlerà di “audizioni” davanti al magistrato: le sue e quelle mancate dell’altro “supertestimone” che si è autoaccusato di avere presenziato in loco al “prelevamento” della Orlandi, vale a dire quell’”ex 007 del Sismi”, nome in codice “Lupo”, nome e cognome anagrafici Luigi Gastrini, condannato pochi giorni fa a otto mesi di carcere per le fandonie raccontate e prudentemente scappato in Tunisia.

10) – Sempre nell’”Elenco dei punti (indizi e prove)” postati nel suo blog il 14 novembre, Marco Fassoni Accetti cita la “supertestimone” Sabrina Minardi, quella che accusa Renato De Pedis di avere soppresso sia Emanuela Orlandi sia Mirella Gregori dopo avere tenuto prigioniera Emanuela Orlandi in un locale sotterraneo del quartiere Monteverde a Roma e nella casa dei propri genitori a Torvaianica. Scrive Marco Fassoni Accetti:

“Tengo a ragguagliare che la scelta, all’epoca, di questi domicili, in Monteverde e Tor Vaianica, per farvi dimorare temporaneamente la ragazza, era dettata dalla necessità, nel caso gli inquirenti fossero giunti in qualsiasi modo ad identificare parte delle nostre azioni, di depistare le indagini facendo rintracciare per l’appunto la Orlandi in alcune pertinenze della “malavita” romana. Ciò avrebbe persuaso gli investigatori a ritenere la stessa unica responsabile del sequestro”.

Peccato però che l’appartamento di Torvaianica non fosse una “pertinenza della malavita romana”, ma la casa per le vacanze al mare dei genitori della Minardi. Peccato anche che i locali sotterranei di Monteverde non si sa assolutamente cosa fossero e a cosa servissero, mentre si sa molto bene che nello stesso quartiere di Monteverde ci ha abitato la Minardi con genitori e figlia.

11) – Il 15 novembre la foga accusatoria e l’autosuggestione spingono Marco Fassoni Accetti a esibirsi nel suo blog in un’altra illuminante sparata contro di me per un mio articolo su Blitz:

“Nuovo falso del giornalista Nicotri.

Nell’odierna pubblicazione del sito blitzquotidiano.it il giornalista Nicotri dichiara che fui io personalmente ad

avvicinare e convincere la Orlandi, mentre ho sempre dichiarato che a farlo fu mesi prima una ragazza

all’interno della Città del Vaticano, che si qualificò come appartenente all’Azione Cattolica, cominciando un

rapporto che si protrasse nel tempo. Per cui il suddetto cronista, non riportando la mia dichiarazione, è male

informato o è in mala fede, entrambe circostanze gravi per un giornalista. Inoltre, quando dichiara che la

ragazza era ligia all’educazione impartitale dal padre riguardo il non dare confidenza agli estranei, contraddice

se stesso nella nota telefonata intercorsa con l’avvocato Egidio, in cui il Nicotri poneva dubbi sulla personalità

della Orlandi, che a suo parere poteva aver contravvenuto alla disciplina familiare”.

Basta leggere il mio articolo per appurare che io NON ho scritto che è stato  Marco Fassoni Accetti ad avvicinare e convincere Emanuela Orlandi, sono infatti rimasto sul generico, senza fare nomi: anche a voler ammettere che il “prelevamento” di Emanuela Orlandi sia avvenuto come ha raccontato  Marco Fassoni Accetti ai magistrati, ad avvicinare e convincere la ragazza potrebbe essere stato lui o qualche altro “primo arrivato” e “perfetto sconosciuto”.

Confesso che nello scrivere l’articolo avevo specificato:

“Quando e da chi sarebbe stata avvicinata e convinta Emanuela non è dato sapere”.

Poi però tale precisazione l’ho tolta proprio per mettere alla prova il modo di pensare sempre in chiave egocentrica di  Marco Fassoni Accetti, pronto a scambiare lucciole per lanterne interpretando le frasi al peggio. O meglio: come fa comodo a lui. Il mio articolo sul punto era ambiguo? In ogni caso,  Marco Fassoni Accetti non era certo obbligato a interpretarlo come ha voluto invece interpretarlo. Si è sentito chiamato in causa anche qui? Ancora una volta, affari suoi. Ma il suo scritto è interessante perché contiene un’altra lucciola scambiata per lanterna e un’(altra) affermazione molto difficilmente credibile.

12) – L’altra lucciola scambiata per lanterna è che nelle telefonate tra me e l’avvocato Gennaro Egidio gli eventuali “dubbi sulla personalità della Orlandi” riguardo la confidenza con gli estranei non li ho affatto “posti” io, ma Egidio. I file con le registrazioni, consegnate al magistrato e pubblicato su Blitz, parla chiaro.

13) – Marco Fassoni Accetti sostiene dunque che a convincere Emanuela Orlandi a prestarsi al finto rapimento organizzato da Marco Fassoni Accetti è stata

“una ragazza all’interno della Città del Vaticano, che si qualificò come appartenente all’Azione Cattolica, cominciando un rapporto che si protrasse nel tempo”.

Bene. Facciamo finta di crederci. Resta solo da notare alcune cose:

– è assolutamente impossibile credere che Emanuela Orlandi non abbia mai parlato con i propri genitori, e neppure con almeno un’amica, della stramba asserita proposta fattale in Vaticano. Ancor più impossibile crederci se si pensa che Marco Fassoni Accetti ha anche dichiarato che a Emanuela fu fatto credere che i suoi genitori erano d’accordo. Se erano d’accordo, perché non parlarne assolutamente mai – per mesi! – con loro e neppure con le sorelle e il fratello Pietro? O forse Marco Fassoni Accetti vuole insinuare che Emanuela Orlandi con i genitori ne parlò e magari anche con gli altri familiari, ma tutti hanno voluto far finta di niente anche con i magistrati?

– Visto che il “finto rapimento” s’è trasformato in qualcosa che ha fatto sparire Emanuela Orlandi davvero e totalmente anziché lasciarla tornare a casa, come si fa a credere che la misteriosa ragazza che l’ha avvicinata non si sia mai fatta viva con polizia, carabinieri, magistrati e giornalisti? Come si fa a credere – specie se era anche lei dell’Azione Cattolica – che abbia taciuto anziché mettere con le spalle al muro chi avrebbe evidentemente abusato anche della sua disponibilità raccontandole di una “finzione” così poco finta?

– E’ credibile che una ragazza non idiota creda ciecamente a una storia come quella che le avrebbe rifilato la sconosciuta in Vaticano? Ed è credibile che Emanuela, iscritta alla sezione vaticana dell’Azione Cattolica, non abbia controllato se lo fosse davvero anche la sua strana interlocutrice? Se ha controllato, i casi sono solo due. O la tizia risultava non iscritta all’Azione Cattolica, e allora Emanuela Orlandi non sarebbe rimasta zitta e inerte. O la tizia risultava iscritta: in tal caso però non dovrebbe essere difficile agli inquirenti appurarne il nome e non si spiega il suo successivo silenzio assai poco da Azione Cattolica e comunque niente affatto cattolico o anche solo cristiano.

Questi ultimi tre particolari sono assolutamente non credibili e vanno a far compagnia ad altri due particolari non credibile, che abbiamo già fatto rilevare:

– visto che Marco Fassoni Accetti  ha “rivelato” che Emanuela durante il finto sequestro era libera di muoversi per Roma ed ha alloggiato prima in un bel residence e poi in un comodo appartamento sempre da libera, è impossibile che non si sia MAI fatta viva con i familiari. Anche in questo caso: Marco Fassoni Accetti  vuole forse insinuare, come del resto ha fatto con la madre della Gregori, che lei si è fatta viva e i familiari lo hanno sempre preferito nasconderlo?

– È altrettanto impossibile che non si sia fatta viva neppure successivamente, quando a dire di Marco Fassoni Accetti sarebbe stata portata via da Roma, ma sempre senza mai essere privata della libertà almeno finché lui ha avuto notizie della ragazza, vale a dire per anni. Chi può pensare che in 30 anni e passa una ragazza normale, cioè sana di mente, affezionata ai propri genitori, familiari, parenti e amiche, eviti accuratamente di farsi viva lasciando vivere a tutti loro un interminabile incubo doloroso? O si vuole insinuare che Emanuela si sia prima o poi fatta viva, ma che i familiari abbiano assurdamente preferito tenerlo nascosto?

Fine della terza puntata.

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