Papa Francesco: dimissioni in vista? La folla lo ama, ma il Vaticano?

di Pino Nicotri
Pubblicato il 11 Novembre 2014 - 06:28 OLTRE 6 MESI FA
Papa Francesco: dimissioni in vista? La folla lo ama, ma il Vaticano?

Papa Francesco (foto Lapresse)

ROMA – La notizia è clamorosa e l’ha sparata Dagospia, ma Blitz l’ha ventilata già 11 mesi or sono: per l’esattezza, il 13 dicembre dell’anno scorso. Papa Francesco è dunque alla vigilia dal dimettersi da pontefice? Eletto 266° successore di Pietro il 13 marzo dell’anno scorso, per gettare la spugna gli è bastato appena un anno e mezzo? Compirà lo stesso gesto di rinuncia del suo predecessore Papa Ratzinger? Un gesto che sorprende e disorienta perché nella lunga storia della Chiesa è stato compiuto solo dal pontefice Celestino V nel lontano 13 dicembre 1294, dopo appena tre mesi e mezzo dall’investitura, avvenuta il 13 dicembre dello stesso anno.

Fonti vaticane confermano che Francesco pur essendo amato dalle folle e anche da intellettuali agnostici o atei del calibro di Eugenio Scalfari non è affatto amato dalla curia vaticana. La quale si sussurra sia pilotata con pugno di ferro da due uomini. Il primo è il cardinale Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, carica che gli permette di controllare i vescovi, e quindi i vescovadi, nonché deciso sostenitore dell’introduzione dell’”adorazione eucaristica” e della reintroduzione del canto gregoriano nelle messe. Il secondo è Angelo Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato, ma più navigatore del suo capo, il segretario di Stato Angelo Parolin, nominato da Francesco dopo avere licenziato Tarcisio Bertone. Che era legatissimo a Ratzinger ed è finito in polemica con Francesco per l’appartamento reggia dove è andato ad abitare una volta silurato dalla Segreteria di Stato.

Da notare che Ouellet è considerato un uomo del cardinale Angelo Scola, attuale arcivescovo di Milano, che male ha digerito l’essere entrato da presunto nuovo papa nell’ultimo conclave ed esserne invece uscito sconfitto da Francesco. Da notare anche che in Vaticano chi è convinto che Franceso stia per dimettersi è convinto anche che il suo successore sarà proprio Scola. Il quale intanto a Milano ha conquistato il cuore di Comunione e Liberazione nominando vicario episcopale per i religiosi il proprio vescovo ausiliario, il ciellino Paolo Martinelli.

Che attorno a Papa francesco ci fosse una brutta aria lo si è capito già nell’ottobre dell’anno scorso, quando si è visto un piccolo drone sorvolare la residenza del pontefice a Santa Marta sostando vari minuti nell’aria. Per evitare allarmi, le allarmatissime autorità vaticane hanno evitato che la notizia trapelasse e ai pochi che avevano notato la strana intrusione hanno raccontato che l’oggetto volante era solo un modellino di elicottero, il giocattolo di non si sa chi.

Le voci delle dimissioni all’orizzonte possono avere origine (anche) dallo stato di salute di Francesco. La domenica dello scorso 8 dicembre, quando è andato in piazza di Spagna per venerare la statua della Madonna, il pontefice lo si è visto camminare con difficoltà. Le voci sono state certamente favorite dalla concezione che Francesco ha del pontificato, concezione che la giornalista francese Caroline Pigozzi, autrice col gesuita Henri Madelin di un libro sulla vita e la figura di Bergoglio, ha così sintetizzato:

“Credo che Francesco abbia una visione tutta sua del potere, una visione gesuita e personale [..] ha una missione da compiere e sa quello che fa.[…] Il giorno che sentirà che non può andare oltre, che le forze lo stanno abbandonando, potrebbe andarsene, come ha fatto il suo predecessore”.