Obama dice “nigger” e spiazza ipocriti e forzati del politicamente scorretto

di Warsamé Dini Casali
Pubblicato il 23 Giugno 2015 - 14:35 OLTRE 6 MESI FA
Obama dice "nigger" e spiazza ipocriti e forzati del politicamente scorretto

Obama dice “nigger” e spiazza ipocriti e forzati del politicamente scorretto

ROMA – Obama dice “nigger” e spiazza ipocriti e forzati del politicamente scorretto. Non è usuale ascoltare un presidente degli Stati Uniti discorrere dai sotterranei di un garage di Los Angeles con un comico nel suo programma radio. Ancor meno lo è ascoltare il primo presidente nero usare senza troppi scrupoli la parola/tabù “nigger”, negro, diremmo noi quando viene utilizzato in senso dispregiativo ed esplicitamente razzista. Faceva un ragionamento Obama, mentre si discuteva della strage di Charleston, di armi e recrudescenza del razzismo: il razzismo, l’eredità della schiavitù e di quanto è successo in  2/300 anni di storia non si cancellano in una notte.

E non si cancellano nemmeno se, educati e politicamente corretti, evitiamo in pubblico la n-word, come scrivono i media americani. La malattia della discriminazione razziale resta, a dispetto della foglia di fico che, aggirando la parola proibita, vela ipocritamente la nuda sostanza del pregiudizio. Nel mondo illusorio del politicamente emendato, tuttavia, i caucasici continuano, nemmeno sotto sotto, ad aver paura della gente di colore.

Nel mondo imperfetto del politicamente cafone i bianchi continuano a insultare serenamente i negri che odiano. In mezzo, ovvero tra gli ipocriti coltivati e i forzati del politicamente scorretto, si spera cresca e si moltiplichi un’ampia zona intellettualmente meticcia di uomini e donne armati di sola buona volontà. In Italia, dove la composizione etnica resta omogenea nonostante l’allarme quotidiano di invasioni africane, il tema della parola “negro” è meno importante e sicuramente più ridicolo, quando non meschino.

Negro è l’esito in volgare dalla voce latina niger-nigris (nero) per cui l’ablativo determina la parola finale italiana. In termini burocratici negroide è la identificazione nominalistica della razza africana come mongoloide lo è di quella asiatica. Nigrizia è il nome della rivista cattolica più vicina e più attenta ai problemi del continente. Il Negro del Narciso è un romanzo di Joseph Conrad.  “Negra”, seguita o meno da fotografie di scimmia, riferiti all’ex ministro Kyenge, partecipa di un uso strumentale ed espressivo dell’epiteto a fini deliberatamente razzisti.

Paolo Villaggio rivendica il diritto di chiamare negri i negri: dal momento che considera la cultura africana di tipo inferiore faccia come vuole, non rileva.  Allo stesso modo, perché Dio dovrebbe punire prima i cretini che i cattivi, esigere che il capolavoro di Mark Twain Le avventure Hucklberry Finn venga depurato di tutte le espressioni nigger nel testo è idiota: mai negli Usa era stata raccontata un’amicizia così bella tra un adulto e un ragazzo, tra un adolescente ribelle e uno schiavo fuggiasco. Tra un bianco e un nero.