Dopo Costa Concordia: Maxinavi, al largo da Venezia

Pubblicato il 16 Gennaio 2012 - 09:01 OLTRE 6 MESI FA

Foto LaPresse

VENEZIA – La balena spiaggiata, ovvero la Costa Concordia semiaffondata a due passi da Giglio Porto, mi ha fatto venire i brividi. Non solo perché è avvenuta una grave tragedia e neppure perché essa sarebbe potuta divenire immane se dopo l’urto la nave non si fosse indirizzata rapidamente verso la costa dell’isola a due passi dal porto. No, a farmi rabbrividire è stata un’altra considerazione, legata al mio essere nato e cresciuto a Venezia. Per caso ho buttato l’occhio su una dichiarazione, all’indomani del naufragio, del direttore dei servizi alberghieri di bordo sulla Costa Concordia, Lorenzo Barabba: “Adesso resteremo a terra per un po’, ma io devo andare a Venezia perché il primo maggio ci attende il varo di un’altra supernave, la Costa Fascinosa…”.

Provate a passare una giornata seduti ai tavolini di un caffè dell’area marciana di Piazza San Marco, davanti al Palazzo Ducale e vicino alle colonne di San Marco e San Tòdaro. Godrete di una splendida vista sull’isola di San Giorgio, la Punta della Salute e il bacino di San Marco. E in poche ore avrete la possibilità di veder attraversato il suddetto bacino anche da una decina di supernavi da crociera, di quelle alte come grattacieli e con migliaia di turisti a bordo che scattano foto e salutano con la mano.

I colossi navigano, fortunatamente a bassa velocità, a un centinaio di metri dal Ponte dei Sospiri, dal Palazzo Ducale, dal campanile e dalla basilica di San Marco e a una trentina di metri o poco più dalla chiesa di S. Maria della Salute. Imboccano il canale della Giudecca (dove da bambini io e i miei amici nuotavamo e ci appendevamo alle barche in transito) e dopo meno di due chilometri approdano al Porto Marittimo: qui i turisti sbarcano e invadono a frotte il centro storico per la gioia dei bottegai (gli albergatori non godono altrettanto perché a sera i gitanti tornano nelle loro cabine).

In un anno di croceristi ne sbarcano più di un milione e mezzo: un business che fa gola a molti i quali, non a caso, sono assolutamente favorevoli a che nulla cambi nella rotta dei grattacieli dei mari. Commercianti e compagnie di navigazione, in questo, vanno a braccetto: è molto più facile vendere un pacchetto-crociera se comprende anche il passaggio di fronte a San Marco (con panorama e foto ricordo prese dal decimo “piano” della nave) e una passaggiata per le calli e i campielli.

E’ vero che in laguna o nel canale della Giudecca non ci sono scogli come attorno al Giglio; può anche essere vero che questi bastimenti, a bassa velocità, non provocano onde pericolose, ma, come spiegano gli esperti, una di queste navi sposta comunque centomila tonnellate d’acqua, con le sue eliche smuove tonnellate e tonnellate di fanghi che determinano cambiamenti gravi dell’ecosistema lagunare, provocano effetti di risucchio nei canali limitrofi, e via elencando.