Rai: un carrozzone burocratico e fazioso

di Paolo Gentiloni
Pubblicato il 26 Settembre 2011 - 17:02 OLTRE 6 MESI FA

Certo, Daverio non è Santoro. Ma la chiusura della sua trasmissione non è meno emblematica della china disastrosa imboccata dalla Rai.

“Passepartout” è stata in questi anni un ottimo esempio di “servizio pubblico” e io mi vanto di esserne stato tra i telespettatori più assidui. Trasmissione raffinata ma solo in apparenza destinata a pochi affezionati: ha infatti buoni ascolti, attorno al milione. Trasmissione programmabile solo in un paese straricco di beni culturali come l’Italia, e solo con un conduttore geniale e stravagante come Philippe Daverio, capace di far sorridere mentre fa pedagogia.

Perché è stata chiusa, allora? Perché la Rai pretendeva di fare una gara d’appalto tra diverse società per realizzarla. “Passepartout” è realizzata da più di dieci anni da una società di produzione bolognese che ha costi molto ridotti (poche centinaia di migliaia di euro) e un legame storico con il conduttore. E che aveva già realizzato le prime otto puntate della stagione entrante. Ma il vertice Rai non ha voluto sentire ragioni: o una gara tra diversi produttori (e diversi conduttori), o niente “Passepartout”. E Daverio ne ha preso atto, sfottente e sconsolato.

Siamo di fronte a un cocktail micidiale tra faziosità politica e accanimento burocratico. Lo stesso che ha già messo fuori dalla Rai programmi come quelli di Saviano o di Serena Dandini. Dove non arriva il fazioso, sopraggiunge il burocrate, e dove il burocrate non trova il cavillo giusto, il fazioso la butta in politica.

Da decenni si dice che la Rai è la principale azienda culturale del Paese. Ma più che come un’azienda culturale sta comportandosi come un carrozzone burocratico e fazioso.