Pensioni d’oro nascoste. Ma in Italia le Camere…

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 23 Febbraio 2016 - 13:24 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni d'oro nascoste. Ma in Italia le Camere...

Pensioni d’oro nascoste. Ma in Italia le Camere…

ROMA – Giuseppe Turani ha scritto questo articolo anche per Uomini & Business con il titolo “Pensioni d’oro/ quasi da ridere”:

Le pensioni veramente d’oro, e in gran parte “segrete” (nel senso che di loro si sa poco o nulla) sono un po’ meno di 30 mila, sembra. La formula dubitativa si spiega con il fatto che, secondo una vecchia legge, i vari enti dovrebbero mandare regolarmente i dati sulle pensioni che erogano, ma non lo fanno. Anzi, c’è di peggio: esisteva un Nucleo di valutazione della spesa previdenziale, istituito nel 1995 dal governo Dini, ma nel 2012 è stato chiuso.

Il presidente, Alberto Brambilla, ha continuato però, con l’aiuto di alcuni collaboratori, a scrivere il suo rapporto. Nell’ultima edizione ha messo un capitolo sulle pensioni d’oro “segrete”. Lui stesso avverte che il censimento è incompleto, ma comunque risulta molto interessante. Queste pensioni d’oro, che vanno dai 40 ai 200 mila euro all’anno, sono poco meno di 30 mila e fanno capo, in grandissima parte, a enti istituzionali che rivendicano il diritto di fare come gli pare in materia di pensioni, vitalizi, ecc. Non manca praticamente nessuno: Camera dei Deputati, Senatori, Regione Sicilia, Corte Costituzionale.

La pensione media alla regione Sicilia, ad esempio, è sui 16 mila euro all’anno. A 91 mila arrivano i vitalizi di Camera, Senato e Regioni. A 200 mila le pensioni degli ex giudici costituzionali. Gli ex dipendenti della camera portano a casa 55 mila euro l’anno di pensione. Risulta, secondo gli studi di Brambilla, che in media le pensioni statali sono di 26 mila euro all’anno mentre quelle del settore privato sono meno della metà: 12 mila euro.

Va ribadito ancora una volta che questi sono dati probabilmente parziali e messi insieme con molta fatica perché tutti gli enti citati (più una certa Fama, fondo pensione agenti marittimi, un unicum mondiale nel suo genere) si rifiutano di fornire dati e procedure e rivendicano la propria autonomia da qualsiasi altra legge che non sia la loro.

Siamo di fronte a uno scandalo enorme? A guardare le cifre complessive, si direbbe di no. Tutta questa massa di assurdi privilegi costa, alla fine, sul miliardo e mezzo all’anno. Tanti soldi, certo, ma quasi niente rispetto ai 250 miliardi di spesa pensionistica complessiva dell’Italia. Una piccola goccia.

Quello che fa arrabbiare è che questi signori si ritengano Stato nello Stato (persino gli agenti marittimi), rifiutandosi di sottoporre le loro pensioni a qualsiasi forma di controllo e di valutazione.

E questo, nel 2016, appare non solo scandaloso, ma anche ridicolo. Difficile immaginare una diminuzione di autorità del Parlamento se lo Stato dovesse decidere di sistemare le pensioni almeno dei dipendenti. Ma non si può. E c’è una ragione altissima: la Camere sono organi costituzionali e quindi dotate di autonomia, anche per quanto riguarda le pensioni.

Ripeto: c’è più da ridere che da piangere. Nella pacifica Inghilterra, senza Costituzione, il Parlamento decide anche l’emolumento annuale della Regina e di tutto il resto, ovviamente. Qui invece le Camere sono feudi blindati, come la Regione Sicilia (con dei bilanci da incubo) in cui nessuno può entrare. Nemmeno con un reparto di bersaglieri.