Rcs a Mondadori, non è attentato a libertà della cultura

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 8 Ottobre 2015 - 11:06 OLTRE 6 MESI FA
Rcs a Mondadori, non è attentato a libertà della cultura

Rcs a Mondadori, non è attentato a libertà della cultura

ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato questa notizia anche su “Uomini & Business” con il titolo “La gita a Chiasso non serve più”.

La notizia dell’acquisto della Rcs libri da parte della Mondadori ha sollevato un mezzo pandemonio nel mondo della cultura e anche un po’ nell’opinione pubblica. Si è gridato alla fine della libertà della cultura, al monopolio dei libri, a Berlusconi che alla fine controllerà tutto, e via di questo passo. Insomma, un grave attentato alla circolazione delle idee.

Mi permetto di non condividere nemmeno una di queste posizioni. Vediamo di disegnare i contorni della questione. La Rcs in generale, e in particolare la divisione libri, non va bene. Perde soldi invece di guadagnarne. La Rcs libri, da sola, era di fatto avviata verso il fallimento, cioè verso la sua scomparsa, con la conseguenza che il suo immenso patrimonio di autori e di libri sarebbe finito chissà dove, forse disperso per sempre.

Molto realisticamente la Rcs ha deciso che era meglio conferire la sua divisione libri alla Mondadori. Una semplice operazione di salvataggio, vista però con grande sospetto da molti. Ma perché non è una attentato alla libertà della cultura?

Per almeno due buone ragioni. La prima è che, anche dopo questa fusione, in Italia ci sono moltissime case editrici. Trascurando le minori indipendenti (che però si stanno facendo strada, e sono decine), abbiamo Feltrinelli, Longanesi, Laterza, Marsilio, Adelphi.

Un autore che non trovasse di suo gradimento il nuovo colosso Mondadori-Rcs potrà sempre rivolgersi da un’altra parte: se la sua opera merita, qualcuno gliela stamperà. Al momento, cioè, non esiste alcun pericolo di monopolio culturale da parte di Berlusconi (o di sua figlia marina, che dirige la Mondadori). E non ci sarà nemmeno più avanti, quando vedremo qualche altra fusione in campo editoriale. I tempi sono difficili per tutti e fare libri, in un paese in cui si legge pochissimo, sta diventando un serio problema.

Inoltre, è difficile stabilire un monopolio culturale con libri che, quando va bene, vendono due o tre mila copie. Ma esiste una ragione più profonda. Ormai le nuove generazioni conoscono bene almeno una lingua straniera (quando non due o tre) e i libri se li vanno a cercare nel mercato editoriale mondiale, in genere attraverso Amazon. In più c’è Internet, con tutto il suo corredo di informazioni e di social network. La cultura delle nuove generazioni verrà da lì, non certo da quei quattro saggi che verranno pubblicati dalla Mondadori-Rcs.

Tanto rumore per niente, quindi. Il mondo della cultura, se vuole, è più libero di prima. Ma, soprattutto, i giovani ormai hanno a disposizione (e sanno come procurarseli) tutti i libri del mondo. Anni fa Alberto Arbasino aveva suggerito di fare ogni tanto una gita a Chiasso per trovare qualche buon libro straniero. Oggi la gita a Chiasso non serve più: si va in Rete, si trova quello che si vuole, e si ordina. E un paio di giorni dopo arriva a casa il pacco dei libri.

Mai stati così liberi e informati, volendo.