Serie A: Juve fuga, Sarri alza mani. Rifondazione Spalletti

di Renzo Parodi
Pubblicato il 1 Marzo 2016 - 09:56 OLTRE 6 MESI FA
Serie A:  Juve fuga, Sarri alza mani. Palingenesi Spalletti

Serie A: Juve fuga, Sarri alza mani. Rifondazione Spalletti (nella foto Ansa, Bonucci e Morata esultano)

ROMA – La Juventus se ne va. Polverizzata l’Inter, Madama allunga sul Napoli, fermato da una bellissima Fiorentina al Franchi. La classifica si definisce. Juve in testa con tre punti sul Napoli, poi Fiorentina e Roma appaiate al terzo posto però a 8 punti dalla capolista e a 5 dalla seconda in classifica. L’Inter è scivolata in basso, a 48 punti, e per come ha giocato a Torino direi che ormai è fuori da tutti i giochi, anche il terzo posto sarebbe un evento.

Eppure ha ragione Mario Sconcerti, mio direttore al Secolo XIX e grande maestro di calcio. Mai nell’era moderna dei tre punti a vittoria il campionato di serie A era risultato altrettanto incerto nella lotta per le primissime posizioni. Favoritissima per il titolo (sarebbe il quinto di fila) la Juventus che lotta anche per aiutare Buffon a stabilire il nuovo record di imbattibilità in serie A. Dopo il pari, faticoso, di Firenze, Sarri ha quasi alzato le mani: “La Juve ha fatto 49 punti sui 51 disponibili nelle ultime 17 partite”, ha chiosato. Come dire. Noi terrestri del Napoli siamo bravi a restarle in scia, ma non parliamo più di scudetto per favore.

Nel derby d’Italia la Juventus ha marcato tutta la differenza attuale sull’Inter, maltrattata nel gioco, battuta e ridotta a raccogliere i fischi del suo pubblico e le reprimende dei dirigenti. La Beneamata non ha un suo gioco, manca di personalità e i continui rimescolamenti di formazione hanno avuto esiti deludenti. Mancini è sotto accusa e nel dopopartita si è rifiutato di parlare alle tv. Pessimo segno. L’Inter è scivolata a tredici punti dalla capolista Juve, sulla quale era arrivata ad avere dodici punti di vantaggio. Altri tempi. Anche il traguardo della zona Champions si allontana e ora tutto torna in discussione. A cominciare dal futuro del tecnico, ovviamente. Thohir giura di cercare un socio e di non voler vendere il club ma un risultato deludente a fine stagione potrebbe fargli cambiare idea. l’Inter finora per lui è stata una cambiale.

La Juventus ha mostrato per l’ennesima volta le stimmate della Grande squadra. In Italia nessuno le sta non dico alla pari ma neppure nei paraggi (Napoli compreso) per personalità, padronanza del gioco, capacità di prendere in mano la partita e condurla dove meglio le conviene. Allegri ha fatto uno splendido lavoro e quelli che lo contestavano a causa di un avvio incerto dovrebbero cospargersi il capo di cenere. E fare penitenza. A Monaco sarà tutt’altra storia ma sono certo che Madama uscirà comunque a testa alta, dopo aver dato tutto. In Europa purtroppo potrebbe non bastare.

Lo scontro diretto fra le deluse della Serie A Fiorentina e Napoli, uscite dalle coppe, si è risolto con un pareggio sul quale la viola ha tutti i diritti di recriminare. partita quasi perfetta della squadra di Sousa e Napoli costretto a tamponare. Higuain è tornato al gol (cortese omaggio della difesa viola) e ha sfiorato la doppietta (miracolo di Tatarusanu) ma è sembrato nervoso e irascibile. Le stoccate di De Laurentiis hanno lasciato il segno.

La Roma e il Milan sono tornate in pista. La mano di Spalletti è valsa sei vittorie filate e una palingenesi – di gioco, condizione atletica e status psicologico – palpabile e corposamente tradotta in punti in classifica. Se la società avesse avuto il tempismo – e il coraggio – di liquidare per tempo l’usurato Garcia, la Roma correrebbe per lo scudetto. Ma anche così la Lupa affila le zanne e promette di fare molto male alle rivali. Persino il Milan, dato prematuramente per spacciato nella corsa europea, ha ritrovato verve e risultati e alla nona partita utile si è issato a ridosso delle grandi. Pronto a impegnarsi nello sprint per l’Europa grande quella che vale. Parola di Sinisa Mihajlovic, rientrato nelle grazie di Silvio Berlusconi. La squadra è compatta col tecnico e Galliani, antico navigatore di tutti i mari pallonari, ne ha preso atto. Inutile riavviare l’ennesima rifondazione con una nuova guida in panchina. Se il Milan non crollerà sul più bello si andrà avanti con lo spigoloso allenatore serbo. Che dovrà ricorrere a Balotelli, Niang si è fatto male e starà fuori due mesi. Se Mario getta via anche questa chance, ha chiuso con l’Italia. e forse col resto del mondo. Anche Rajola è umano…

La lotta per la salvezza in serie A fa segnare l’impennata casalinga della Sampdoria che ha liquidato con punteggio all’inglese il coriaceo ma modesto Frosinone.L’antico gladiatore delle aree di rigore, Quagliarella, ha trascinato i compagni alla vittoria, suggellando con un gol la remuntada blucerchiata. La Sampdoria non vinceva dal 5 gennaio scorso (3-2 nel derby) e in otto match aveva raccolto al miseria di 2 punti. Cade invece il Genoa, trafitto da un gol di Castro a Verona contro il Chievo. La salvezza è tutt’altro che acquisita per il Grifone che con i cugini si ritrova appena cinque punti sopra i ciociari di Stellone che domenica ospiteranno l’Udinese vittoriosa sul Verona e poi andranno a giocarsi la pelle a Carpi. La squadra emiliana ha recuperato l’1-1 contro l’Atalanta grazie ad un generoso rigore concesso da Calvarese. Spiace dirlo ma le differenze di valutazione sui falli in area di rigore restano macroscopiche. A Marassi l’internazionale Orsato non ha fischiato un paio di rigori evidenti. E sono quattro i penalty negati alla Sampdoria nelle ultime sei partite.