Serie A, Napoli primo ma Juve favorita. Con Dybala così…

di Renzo Parodi
Pubblicato il 25 Gennaio 2016 - 10:59 OLTRE 6 MESI FA
Serie A, Napoli primo ma Juve favorita. Con Dybala così...

Serie A, Napoli primo ma Juve favorita. Con Dybala così… (foto Ansa)

ROMA – Serie A, il punto dopo la ventunesima giornata.

La notizia è la fuga incipiente del Napoli che piega la Sampdoria a Genova? O l’undicesimo sigillo vittorioso della Juventus stampato dal baby prodigio Dybala su un’indomita Roma? O l’inciampo casalingo dell’Inter riacciuffata sul pareggio in articulo mortis dal battagliero Carpi? Facciamo qualche conto. Il Napoli si conferma capolista e guida a 47 punti. Madama balza al secondo posto e lo incalza sotto di appena due lunghezze. L’Inter scivola al terzo posto a sei punti dal Napoli in compagnia della Fiorentina che ha battuto il Torino. Ecco qua il mazzo dal quale spunterà la vincitrice dello scudetto e se debbo giocarmi un nome, rinnegando il mio stesso pronostico – avevo indicato l’Inter – ora dico Juventus.

Non esiste altra squadra più adusa alla vittoria, più feroce nel perseguirla, più puntuale nel raggiungerla, difenderla e metterla a frutto. Onore ad Allegri di cui il popolo juventino tre mesi fa chiedeva la testa e che ora idolatra come il maestro del miracolo. Dybala ha deciso la sfida con la Roma di Spalletti, che resta a 35 punti ed esce definitivamente dal giro grosso. Strepitosa l’esecuzione col mancino del genietto venuto da Palermo. Tevez, chi era costui? Nessuno più rimpiange l’Apache, Paulino Dybala ne è già il degnissimo erede e non sarò sorpreso se l’allievo così talentuoso presto supererà il maestro.

Beato chi ha un bomber, si chiami Dybala oppure Higuain, 21esima rete in campionato contro la sgangherata Sampdoria. Persino Mancini, il gran nemico di Sarri, lo ammette. Si leccherebbe le dita, Roberto, se disponesse del cecchino d’Argentina che fa volare il Napoli, anzichè dell’abulico, bizzoso Icardi che sbaglia un gol “che avrei segnato io a cinquant’anni”, scappa detto all’ex Bobby gol di Sampdoria e Juventus. Insomma la verità, papale papale, è precisamente questa. L’Iinter è sterile e velleitaria, difatti da quando la difesa ha cominciato a sgocciolare errori, ha salutato la vetta della classifiica e insegue il Napoli addirittura cinque punti sotto, in coppia con la Fiorentina, vittoriosa sul Toro non più scatenato. E’ stata scavalcata, la Beneamata dei milanesi, dalla Juventus, lanciata all’inseguimento della lepre napoletana.

Il Napoli, già. Non è colpa sua, e nemmen merito a dire il vero, se la Sampdoria le stende tappetoni rossi e s’inchina con un cortese “prego s’accomodi”, che indirizza immediatamente la partita di Marassi verso la vittoria azzurra. L’assist alla “pera” numero 21 del sommo Higuain lo confeziona il cachetico Barreto – Montella, come si fa a schierarlo ancora, trascurando il prillante Ivan? – che subito dopo s’incarica di agganciare Albiol in area di rigore concedendo anche un calcio di rigore. 2-0 Napoli dopo 18′ a caragrazia che la Sampdoria a trazione anteriore (Eder, Cassano, Carbonero e Correa tutti insieme sono troppa grazia per una squadra che in difesa traballa ubriaca) ha un guizzo d’orgoglio, anzi due e sembra rimettere in gioco il match con i gol di Corea e di eder che fissano temporaneamente il punteggio sul 2-1 e sul 3-2. Fuoco di paglia, l’espulsione di Cassani (doppio giallo) chiude i giochi e dà via libera al Napoli.
Il Napoli ha scherzato troppo con un avversario mal disposto in campo, leggero in difesa, ma comunque dotato dalla cintola in su di tecnica e velocità. Ma tutto è bene quel che finisce bene e la fuga abbozzata potrebbe diventare una cosa seria, Juventus permettendo, naturalmente.

Il Milan resta conficcato nella sua anodina classifica di serie A, figlia di un gioco pieno di evidenti difetti. Se non basta neppure segnare due gol in trasferta per portare a casa i tre punti _ Emapoli era un passaggio cruciale e difficilissimo – qualcosa davvero non funziona nella macchina di Mihajlovic che aveva illuso dopo la vittoria sulla Fiorentina. Il tecnico serbo finirà la stagione ma l’addio a giugno è scontato. Berluconi non si accontenata dell’Europa League. Semmai verrà. Domenica prossima, in serale, c’è il derby della Madonnina. Tenetevi stretti, gente.

I fatti di giornata di Serie A segnalano l’exploit del Bologna, andato a vincere sul campo minato di Modena contro un Sassuolo in fase calante. Il recupero perentorio della Lazio che ribalta lo 0-1 iniziale sommergendo il Chievo con quattro gol. E il riscatto del Palermo, affidato a Schelotto, che fa a pezzi (4-1) un’Udinese sempre più mortificante. La panchina di Colantuono traballa? Possibile. Ma la vera perla la raccoglie il Carpi che a San Siro infila il pareggio con Lasagna (in corso feroci giochi di parole sui social) nell’extra time, ma dopo aver tenuto l’Inter sulle spine: un gol annullato a Mbakogu e un possibile rigore ignorato per fallo di mano di Murillo. Inter opaca, avarissima di riti im porta e dunque punita di conseguenza da un Carpi che boccheggia in classifica ma sul campo impartisce lezioni di gioco e di umiltà a tutta la compagnia.

Nei guai ora finiscono la Sampdoria (sette punti in nove partite sotto la gestione Montella, Zenga aveva fatto molto meglio:14 punti in 12 gare) e l’Udinese. Il Genoa resporaa ma appena un po’ raccattando un punto sul campo di un Verona orgoglioso ma sempre più staccato dal gruppo di coda. Sta male anche il Frosinone (solo un pari interno con l’Atalanta) e insomma nei bassifondi della serie A i giochi che sembravano fatto potrebbero pure riaprirsi anche per la salvezza.