Serie A, punto: duello Juve-Roma non notizia. Inter sì, Napoli-Lazio no, Milan nì

di Renzo Parodi
Pubblicato il 26 Settembre 2014 - 12:22 OLTRE 6 MESI FA
Serie A, punto: duello Juve-Roma non notizia. Inter sì, Napoli-Lazio no, Milan nì

Vidal esulta, la Juve vince ancora (foto Ansa)

ROMA – La notizia è una non notizia. Juventus e Roma sono già in fuga, la concorrenza annaspa, lontana. L’Inter è a 4 punti dalla coppia capolista, il Milan a 5, la Fiorentina a 7, il Napoli a 8 e la Lazio è sotto addirittura di 9 punti. Sorprese liete dall’Udinese, che nel posticipo ha battuto la Lazio e si è insediata sola al quarto posto, a tre lunghezze dalla coppia regina; e da Sampdoria e Verona (vittoria sul Chievo e pareggio interno col Genoa), ottime quarte a -4 dalla vetta. Il resto è noia. Anzi, crisi nera per tre. Fiorentina, Napoli e Lazio.

I guai della Fiorentina chiamano in causa la sterilità dell’attacco, appena un gol in quattro gare, figlia delle assenza dei due bomber, Rossi e Gomez, e della mancanza di alternative valide. Pradè dovrebbe cospargersi il capo di cenere, uno come Pinilla, per fare un nome, sarebbe stato tanta manna. Il flop del Napoli è più articolato. Mercato totalmente sballato, squadra sfiduciata, l’eliminazione precocissima dalla Champions ha avuto effetti distruttivi. In pezzi il feeling fra De Laurentiis e Benitez e anche fra squadra e tecnico si avvertono stridii pericolosi. Unica cura, a questo punto, i risultati. Ma in fretta. Già circola il nome del successore di Benitez, Roberto Mancini. Dubito che Mancio accetterebbe un cambio in corsa (a meno che la noia dell’inattività non faccia premio sulla convenienza). Diverso sarebbe se il posto in panchina al Napoli saltasse fuori a giugno 2015.

La Lazio paga la presunzione di Lotito, convinto di essere sempre più furbo dei colleghi e capace invariabilmente di smontare la squadra e ricostruirla daccapo, migliore di prima. Pioli non ha colpe specifiche, salvo quella di insistere su giocatori impalpabili (Felipe Anderson) e accantonare un formidabile grimaldello come Keita, subentrato solo nel finale durante la gara perduta contro l’Udinese. A proposito, Stramaccioni ha fatto un egregio lavoro e se, come si sussurra, dietro di lui c’è l’ombra lunga di Guidolin, tanto meglio. La coppia dimostra di funzionare alla grande.

Dicevo del duo di testa. La Juventus ha disposto agevolmente del Cesena, agevolata peraltro da un calcio di rigore molto generoso che le ha spianato la strada verso il 3-0 finale. Vidal (doppietta) sta tornando lui, le seconde linee dell’attacco non fanno rimpiangere i titolari. La mano di Allegri ha alleggerito il gioco frenetico di Conte, redditizio sì, ma estremamente dispendioso.

La Roma ha piegato a fatica il Parma che sta crescendo di livello. La punizione di Pjanic è da incorniciare, e tuttavia concedere così tanti titolari non è facile neppure per Garcia che conta su un organico finalmente ricco al punto giusto. La questione fra le due regine conoscerà una prima sentenza a Torino, sabato 5 ottobre. Lì le misureremo a fondo nello scontro diretto.

L’Inter (2-0 all’Atalanta, con pali e rigore fallito da Palacio) tira fuori il capino. Mazzarri si è convinto a rinunciare allo schema con un’unica punta e i risultati si vedono. Prodezza in acrobazia di Osvaldo, difesa solida, centrocampo tosto, Kovacic sta entrando nei panni del leader e segna pure. Che sia la Beneamata la terza forza del campionato? Attendo conferme. Il Milan ondivago inquieta Inzaghi e pure Berlusconi che non conosce altra parola di “vittoria”.

Il primo tempo di Empoli (a proposito, complimenti a Sarri), inguardabile, lo ha salvato il gol di Torres, tornato, sembra, ai suoi livelli massimi. La difesa è un colabrodo (8 gol subìti, una bestemmia) e c’è poco da fare se non mettere mano a Rami e Mexes che mi sembrano più tonici del duo Zapata-Bonera. In attesa di Montolivo, Inzaghi dovrà studiare qualcosa anche in mezzo al campo, uno come il razzente Poli per me un posto dovrebbe averlo sempre. Funziona il tridente con Honda, Menes e Torres, peccato non abbia spazio El Shaarawy, ma verrà anche il suo momento.

Citazione d’onore per il Palermo. All’inizio di settembre Iachini sembrava appeso ad un filo, ma ha saputo reagire e la squadra lo ha seguito. Davanti Vasquez e Belotti sono devastanti e insomma il buon Beppe ancora una volta si è dato ragione da sé. Vero Zamparini?

Domenica sera nel posticipo il derby di Genova. Da tempo le due squadre non viaggiavano così bene ma attenzione. Siamo appena ai primi giri d’orologio, chiunque vinca non si monti la testa.