Acqua potabile non basta, berremo il mare

di Riccardo Galli
Pubblicato il 11 Aprile 2018 - 09:26 OLTRE 6 MESI FA
Acqua potabile non ci basta più, berremo il mare

Acqua potabile non basta, berremo il mare (foto d’archivio Ansa)

AUSTIN – In un mondo coperto per la maggior parte d’acqua, quella buona, quella potabile, sta finendo.

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Già oggi 30mila persone a settimana muoiono per questo e sono di pochi giorni fa le immagini di Città del Capo, in Sudafrica, senza più acqua potabile con conseguente razionamento per i suoi milioni di abitanti. In nostro aiuto arriverà per nostra fortuna il mare. E ovviamente gli scienziati del Texas che hanno messo a punto una tecnica per rendere ‘buona’ l’acqua salmastra facilmente e, soprattutto, solo grazie all’energia del sole.

“Abbiamo essenzialmente riscritto l’intero approccio dietro alla evaporazione dell’acqua attraverso l’energia solare”, spiega al Sole24Ore il capo progetto Guihua Yu, professore associato di scienza dei materiali e ingegneria meccanica. Infatti, se i desalinizzatori ad evaporazione attuali sono costruiti su sistemi ottici che condensano l’energia solare portando l’acqua a temperatura di ebollizione, i ricercatori dell’Università del Texas hanno realizzato una nanostruttura gel che richiede molta meno energia, funzionante semplicemente con luce solare ambiente senza la necessità che questa venga condensata da lenti ottiche o altri sistemi.

Come spiega poi Fei Zhao, ricercatore post-dottorato che lavora nel team di Yu, “la desalinizzazione dell’acqua attraverso la distillazione è un processo comune per la produzione di acqua potabile. Tuttavia, le odierne tecnologie di distillazione, come la distillazione multi-stage flash (Msf) o la distillazione multi-effetto (Med), richiedono infrastrutture di notevoli dimensioni e sono piuttosto ‘energy intensive’. L’energia solare, essendo la sorgente più sostenibile di calore in grado di attivare la distillazione, è largamente considerata una grande alternativa per la desalinizzazione dell’acqua”.

Non sarà la pietra filosofale degli alchimisti capace di trasformare l’impuro in puro, il piombo in oro, ma potrebbe essere anche meglio. L’acqua è infatti condizione imprescindibile per la vita. I pianeti considerati potenzialmente abitabili sono quelli in cui si può trovare l’acqua allo stato liquido e, come sappiamo sino alla noia, noi stessi siamo composti in larga parte d’acqua. Materiale quindi ben prezioso dell’oro che oltre ad essere moneta e ottimo conduttore non sfama e non disseta. Nonostante la sua importanza però i cambiamenti climatici, l’intervento dell’uomo nelle sue mille invasive forme, l’inquinamento e l’aumento costante e continuo della popolazione umana stanno rendendo l’acqua potabile un bene sempre più raro e meno disponibile.

E vista la deriva del nostro Pianeta sembra che questa tendenza non debba invertirsi. Trovare una fonte, sicura ed economicamente conveniente per soddisfare il fabbisogno d’acqua pulita è allora diventata una sfida importantissima. Sfida raccolta e apparentemente vinta dal team a stelle e strisce che ha messo a punto la nuova tecnologia. Tecnologia che utilizza un nuovo tipo di idrogel, un materiale composto da polimeri plastici, che possiede sia proprietà idrofile (quindi di “attrarre” l’acqua), sia la capacità di assorbire l’energia solare.

Il sistema messo a punto dai ricercatori di Austin si basa sullo stesso principio dei desalinizzatori a evaporazione già esistenti, ma ha bisogno di molta meno energia e ha una efficienza decisamente superiore, consentendo di depurare fino a 25 litri di acqua al giorno per metro quadro di superficie. Inoltre, come spiega ancora Yu “la componente a idrogel può essere facilmente adattata anche agli impianti di desalinizzazione a energia solare attualmente esistenti”, garantendo una efficienza molto maggiore e un investimento minimo mentre l’idrogel è in grado non solo di desalinizzare l’acqua, ma anche di purificarla da altri agenti inquinanti. Meglio della pietra filosofale.