Adozione gay sparisce dalla legge ma resta nei Tribunali

di Riccardo Galli
Pubblicato il 24 Febbraio 2016 - 15:06 OLTRE 6 MESI FA
Adozione gay sparisce dalla legge ma resta nei Tribunali

Adozione gay sparisce dalla legge ma resta nei Tribunali

ROMA – Adozione gay i stepchild adoption che dir si voglia o, per capirci, adozione del figliastro da parte del partner di una coppia gay che non è il genitore naturale del minore. Non ci sarà nella legge sulle Unioni Civili che questa settimana sarà votata dal Senato. Non ci sarà, l’adozione gay sarà “stralciata” e consegnata a una futuribile legge che dovrà regolare tutte le forme di adozione in Italia.

Vittoria di Ncd? Successo dei cattolici, cattodem compresi? Colpa di M5S che si è tirato dietro dopo che Casaleggio ha tirato il guinzaglio? Debolezza o astuzia di Renzi che ha “mollato” oppure che ha tirato in porto l’importante e la vera sostanza dei diritti e delle attese delle coppie di fatto etero sessuali (1,5 milioni) e etero sessuali (settemila)? Gay abbandonati e tradimento nei loro confronti, oppure gay impegnati in battaglia di bandiera sulle adozioni ma ben soddisfatti dall’avere da domani la possibilità di una unione legale e riconosciuta? Comunque la si pensi e la si pesi, in realtà non è proprio come appare.

L’adozione gay espunta dalla legge Unioni Civili resta dove già era, cioè nei Tribunali. Come titola e osserva La Stampa “Le adozioni gay si faranno” ma senza farne un principio. Già oggi, già da tempo non sono pochi i magistrati e i Tribunali che, in nome dell’interesse del minore, riconoscono la genitorialità della coppia gay. Si presentano due gay, hanno con loro un bambino/a figlio naturale di uno dei due partner. Spesso nato per via appunto naturale come per naturale intende il senso comune, insomma partorito da una partner gay o concepito con il seme di un partner gay, oppure nato per via di fecondazione artificiale, nato addirittura per via di utero in affitto, che si ci fa con questo essere umano che la coppia gay cura e chiede di adottare?

Di fronte all’alternativa reale di sottrarlo alla coppia, di metterlo in istituto o di consegnarlo a forza a coppia magari etero ma di estranei, spesso il giudice sancisce l’adozione gay. Va così, continuerà ad andare così.

E una spruzzata di zucchero a velo di ipocrisia renderà accettabile per tutti più o meno quella che è una legge utile a tutti più o meno. Centinaia di migliaia di coppie di fatto vedranno riconosciuti la loro dignità e i loro diritti. Ed era questo l’importante. Per queste centinaia di migliaia, milioni di persone la legge sarà utile. E sarà utile anche all’immagine dell’Italia che sul punto era alla retroguardia nel mondo.

Legge alla fine accettabile anche per i cattolici che devono farsi una ragione dell’impossibilità di una legislazione dove l’omosessualità sia di fatto reato. Neanche Bergoglio, neanche gran parte della Chiesa sta più in questa trincea dove ancora abita buona parte della destra italiana. Destra da Salvini a Fratelli d’Italia e mezza Forza Italia che non voleva nessuna legge. Se la destra ingoia a fatica, i cattolici diranno di aver ottenuto le Unioni Civili fratelli ma non gemelli del matrimonio e il no alle adozioni gay. Buon bilancio viste le premesse, Bearice Lorenzin sta solo facendo al scena di alzare la posta della trattativa alla vigilia del voto.

Buon bilancio anche per le associazioni e movimenti gay, anche se pure qui qualcuno sta facendo analogo lavoro a quello della Lorenzin: lavoro di scena. I gay portano a casa dopo decenni la legittimità della loro unione e scelta sessuale, e scusate se è poco in Italia.

Buon bilancio anche per il governo che è rimasto fuori dalla stesura della legge ma che è intervenuto quando il Parlamento e i partiti la legge la stavano ammazzando. Buon bilancio per la sinistra che vede arrivare una legge migliora la qualità civile della nostra convivenza, anche se c’è la delusione della sinistra per cui l’unica legge buona sulle Unioni Civili era quella che dava guai a Renzi.

Buon bilancio con una spruzzata di velo di zucchero ipocrisia, a volte, spesso, il meglio è nemico del bene.