Grillo: voti Camorra a M5S no decisivi. Politica cioè reato?

di Riccardo Galli
Pubblicato il 8 Gennaio 2016 - 15:40 OLTRE 6 MESI FA
Movimento 5 Stelle, a Quarto rischia

Beppe Grillo (foto LaPresse)

NAPOLI – Beppe Grillo: “I voti della camorra a Quarto per M5S non sono stati determinati”. Quindi e però non avranno “determinato” ma ci sono stati, se lo dice Grillo…Luigi Di Maio: “Per i politici non vale la presunzione di innocenza”. Quindi il reato è la politica in sé e quando tocca a un M5S di diventar governo, tocca anche a lui/lei di M5S. Teoria di  Di Maio, conseguenza logica non sua e però ferrea.

Sulla storia di Quarto, la storia dell’infiltrazione e delle pressioni camorristiche sulla giunta grillina del comune partenopeo, il M5S rischia molto. Non quel “tutto” che alcuni avversari politici evocano più come speranza di parte che come lucida analisi, ma rischia comunque più di quel che i diretti interessati ammettono. Rischia infatti, la creatura politica di Grillo, di perdere la verginità, rischia di macchiarsi del peccato originale di cui accusa la politica di professione e rischia, così, di perdere quella diversità su cui ha costruito buona parte della sua forza e del suo consenso.

E che il Movimento 5 Stelle rischi, forse per la prima volta, davvero molto, lo dicono le diverse dichiarazione dei vertici stessi del Movimento. In primis Grillo, leader, faccia e sino a poco fa padre padrone del Movimento che, dopo qualche giorno di riflessione di troppo, ha affidato come di consueto al suo blog la sua verità ufficiale. Altrettanto di consueto difettando, così facendo, in quanto a contraddittorio. Ma non è questo il punto. “I voti della camorra non sono stati determinanti” per la vittoria dei pentastellati a Quarto, ha detto Grillo che ha aggiunto: “Il M5S ha vinto con il 70.79% dei voti pari a 9.744 preferenze contro i 4.020 degli avversari.

L’ex consigliere Giovanni De Robbio, indagato dalla Direzione distrettuale antimafia ed espulso dal Movimento prima di ricevere l’avviso di garanzia,  ha raccolto 840 voti”. Quindi i voti della camorra ai 5Stelle sono arrivati, lo riconosce Grillo stesso, e un candidato del Movimento ha altrettanto indubbiamente flirtato con la camorra per essere eletto. E questo è un fatto, grave in assoluto e ancor di più per chi come i 5Stelle hanno fatto comprensibilmente dell’onestà il loro spot.

Conclude poi Grillo il suo post con otto domande e risposte sui fatti di Quarto :  “La camorra non condiziona il M5S di Quarto” e il sindaco “non ha mai ceduto alle richieste dell’ex consigliere”, sono tra le risposte alle domande non esattamente ficcanti, ma non potrebbe essere altrimenti visto che le domande sono scelte da chi deve rispondere. Eppure, proprio nella seconda risposta citata c’è il punto politico e forse giudiziario della vicenda: il sindaco grillino Rosa Capuozzo, e nessuno può per ora affermare il contrario, avrà certamente come dice l’ex comico resistito alle richieste del collega, ma allora perché non l’ha denunciato? E perché davanti la magistrato la prima volta che è stata sentita ha negato di aver ricevuto pressioni e/o minacce?

Seconda dichiarazione: “Non sono a favore della presunzione d’innocenza per i politici. Se uno è indagato, deve lasciare, lo chiedono gli elettori”. A dirlo era, solo lo scorso dicembre, quello che è indicato come il probabile futuro leader del Movimento, e cioè Luigi Di Maio. Tesi un po’ estrema che rischia ora di ritorcesi contro perché, se la presunzione non vale e quindi la politica diventa di fatto un’aggravante, la sindaca che non denuncia, per quanto non indagata, come può essere agli occhi del Movimento e soprattutto dei suoi elettori innocente.

Conclusione a cui devono probabilmente essere arrivati, infine, anche i vertici del Movimento che, dopo giorni di silenzio e dopo il post di Grillo, stanno ora maturando la decisione di scaricare la Capuozzo. “I Cinquestelle hanno grosse difficoltà a livello locale, ma l’ombra dell’infiltrazione della camorra nella giunta del comune alle porte di Napoli rischia di minare le fondamenta teoriche della differenza ontologica dalle altre forze politiche sulla quale Grillo e Casaleggio hanno costruito la loro creatura politica – scrive Francesco Maesano su La Stampa -. E allora a Rosa Capuozzo, che solo sei mesi fa aveva insediato a Quarto la sua giunta Cinquestelle, è stato chiesto di fare un passo indietro. Non c’è solo l’inchiesta, spiegavano ieri dal direttorio dopo un primo giro di telefonate. Il timore è che sia la stessa maggioranza M5S in consiglio comunale a provocarne la caduta o lo stallo politico. Oggi i vertici Cinquestelle torneranno a confrontarsi per studiare il modo di minimizzare l’impatto della vicenda sull’elettorato, soprattutto quello storico, e per velocizzarne il più possibile la risoluzione”.

Non pervenuta, invece, la posizione di Gianroberto Casaleggio che sulla vicenda non si pronuncia. Si limita, sul blog di Grillo, a esprimere la sua solidarietà a Nigel Farage che ha dichiarato che i bulloni delle ruote della sua auto sono stati allentati e per questo ha avuto un incidente rientrando da Bruxelles nei pressi di Dunkerque. “Lo hanno fatto anche a me – spiega il guru del Movimento – per due volte ho riscontrato l’allentamento dei bulloni delle ruote della mia macchina di cui mi sono accorto in tempo. È possibile che sia stato un dolo oppure un difetto per questo non ho sporto denuncia contro ignoti”.

Bulloni allentati…anche nella logica delle reciproche e speculari accuse tra Pd e M5S, accuse a chi è più sepolcro imbiancato della politica. Il Pd ha una trave nell’occhio: Roma dove i suoi amministratori cominciano a collezionare condanne per Mafia Capitale. Ma per M5s Quarto non è solo una pagliuzza, è la riprova che per nessuno i voti “puzzano” mai, specialmente in vaste zone del Sud dove i voti si raccolgono così o non si raccolgono. M5S dove avvolto a bobina che produce energia c’è un corto circuito logico e anche morale: se la presunzione di innocenza per il politico non vale, allora la politica in sé è come dicono poliziotti e magistrati “criminogena”. Allora il reato è gestire la cosa pubblica, il denaro pubblico, la pubblica amministrazione. Quando tocca a loro la cosa pubblica, tocca anche a loro. Questa è la campana che a Quarto suona per M5S.