Bollette acqua, “morosi incolpevoli” pagate pulendo scuola o assistendo anziano

di Riccardo Galli
Pubblicato il 29 Ottobre 2014 - 14:02 OLTRE 6 MESI FA
foto d'archivio

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CREMONA – A voler cercare il pelo nell’uovo, l’iniziativa dell’azienda dell’acqua di Cremona un punto debole ce l’ha: è il criterio di discernimento tra chi all’iniziativa sarà ammesso e chi no. O meglio, la scarsa chiarezza su questo. E non si tratta di una differenza da poco perché la Padania Acque spa ha appena avviato una pratica tanto semplice quanto rivoluzionaria: offrire ai morosi che non sono in grado di pagare la bolletta la possibilità di saldare il conto con lavori socialmente utili senza vedersi chiudere i rubinetti.

“In questo modo – spiega Alessandro Lanfranchi, presidente della suddetta Padania Acque spa, al Corriere della Sera – noi interveniamo su una forma di disagio, non interrompendo il servizio e non aggravando il bilancio delle famiglie. Ma al tempo stesso facciamo intendere che quell’intervento non è gratuito, che una contropartita è richiesta”.

“La segnalazione del cittadino in arretrato – spiega Claudio Del Frate sul Corriere – potrà partire dai Comuni ma anche dall’azienda stessa. L’utente verrà contattato e gli si offrirà di non sanzionare la bolletta non pagata, ma di dare in cambio qualche ora di volontariato a favore della comunità”.

Ma perché dar vita ad una simile politica proprio ora e come può l’azienda economicamente permetterselo? Sono questi i primi interrogativi che quasi automaticamente ci si pone dopo aver notato la bontà dell’idea. Se lo si può fare a Cremona, perché non replicarlo?

Spiegare le ragioni del perché ora, è abbastanza semplice, e lo fa lo stesso Lanfranchi: “Il problema della morosità incolpevole comincia ad assumere dimensioni vistose anche da noi e abbiamo deciso di reagire in maniera non punitiva per chi dimostra buona volontà”. La morosità incolpevole, questo il punto, cioè quella morosità frutto non della volontà truffaldina di non pagare ma circostanza inevitabile ed inaspettata in cui si trovano sempre più famiglie, sempre più utenti per colpa anche della crisi economica.

Un’iniziativa quindi per venire incontro a quanti sono realmente in difficoltà e realmente vogliono far qualcosa per non sentirsi in debito. Fatta ora perché questa realtà è in espansione ora, come ha sottolineato il presidente di Padania Acque.

I soldi non incassati a causa della morosità – spiega ancora Lanfranchi – per noi rappresentano un buco di 300-400 mila euro all’anno su un bilancio di 40 milioni; per giunta i meccanismi tariffari prevedono di riservare una quota dei ricavi proprio per far fronte alle bollette non pagate”.

Ecco poi come l’iniziativa si finanzia. Dalle parole del presidente si intende che lo scambio in questione non è particolarmente oneroso, 3/400 mila euro rappresentano meno della centesima parte di un bilancio da 40 milioni, e viene coperto con i ricavi dell’azienda.

Offrire quindi a chi non è momentaneamente in grado di pagare la bolletta dell’acqua la possibilità di saldare il conto ritinteggiando i muri di una scuola, assistendo gli anziani o curando un area giochi pubblica si può fare, ma a patto che l’azienda che vuol adottare una simile politica abbia dei ricavi da cui attingere. Condizione che non tutte le partecipate che amministrano l’acqua da Nord a Sud dello Stivale purtroppo possiedono.