Bomba smonta Renzi: referendum anti Fornero. Elettorati Fi e M5S si mischiano

di Riccardo Galli
Pubblicato il 9 Giugno 2014 - 13:32 OLTRE 6 MESI FA

renzi_EuropeeROMA – C’è una bomba sotto la legislatura “cambia verso” del premier Matteo Renzi. Ovviamente l’ordigno è  metaforico ma è comunque in grado di cambiare il corso, di smontare la base della politica e dei successi renziani. E questa bomba si chiama referendum “Anti Fornero”. Intorno al quesito referendario lanciato dalla Lega di Matteo Salvini e sposato da Forza Italia si può infatti coagulare un elettorato, eterogeneo che più non si potrebbe, in grado però di ribaltare gli attuali equilibri.

E’ accaduto ieri a Livorno ed è accaduto a Potenza e anche a Perugia: quelli di Forza Italia hanno votato per il candidato sindaco di M5S e viceversa. E’ accaduto anche di più: talvolta quelli della sinistra alternativa hanno votato per il candidato sindaco M5S. Perché mai queste alleanze apparentemente improbabili si sono invece spontaneamente prodotte e manifestate nell’urna elettorale? Per un solo motivo: per intolleranza al Pd. Intolleranza manifestata per ora a macchia di leopardo, qua e là nella penisola. Però i ballottaggi hanno dimostrato che la fusione, il mischiarsi di elettori M5S , di Forza Italia e della Lega e di Tsipras può accadere. Qua e là può far perdere un sindaco al Pd di Renzi. In un referendum nazionale quel mischiarsi e sommarsi potrebbe far perdere a Renzi premier molto di più, l’egemonia che oggi vanta nei confronti del paese.

Un referendum anti Fornero, un referendum che mira ad abolire quella legge, un referendum contro l’innalzamento dell’età cui si va in pensione somiglia molto ad un referendum fiscale, di quelli che la Costituzione vieta altrimenti tutti o quasi voterebbero per non pagare le tasse. Invece pare proprio al momento che il referendum anti Fornero si possa fare. E, se si fa…Il nome stesso Fornero mobilita contro. Contro al Fornero e la sua legge voterebbero i partiti promotori del referendum ma soprattutto in massa e con convinzione i rispettivi elettorati. Il forza-leghismo contro la Fornero ci va a nozze. A nozze e con la picca in mano.

Ma contro la legge Fornero voterebbero in un referendum gli elettori M5S. Con convinzione, gioia e determinazione. E contro la legge Fornero c’è Sel, c’è la Cgil, c’è la convinzione diffusa nell’elettorato di sinistra di aver subito un torto. Provenendo da ogni dove della pubblica opinione, il sentimento anti Fornero, o meglio anti pensione a 66 anni, ingrosserebbe e si farebbe valanga di voti. Come un gigantesco Blob crescerebbe la speranza, la voglia matta di tornare ai tempi in cui in Italia si andava di fatto in pensione a 58/59 anni. Nulla, nessun argomento, anche il più ovvio e fondato, potrebbe resistere a sostegno della legge sulle pensioni sotto posta a referendum.

Referendum che, se fosse indetto e celebrato, avrebbe risultto numerico certo. E risultato politico da sconquasso. Sconquassata tutta la geografia delle alleanze e schieramenti, con Renzi e il Pd forzatamente nella schiera dei perdenti, con abbondanti pezzi del loro elettorato vecchio e nuovo che votano contro. E con allineati nella vittoria Grillo, Salvini, Berlusconi, Camusso, Vendola…

Lo segnalava qualche giorno fa sulle colonne de La Stampa Marcello Sorgi, e i risultati dei ballottaggi in qualche modo confermano che il processo di fusione degli elettorati nemici è possibile se… La strada lunga una legislatura che appariva dopo le votazioni dello scorso 25 maggio più che spianata per il presidente del consiglio, nasconde un’insidia che forse lo stesso Renzi ha sottovalutato.

“Un referendum azzeccato – scriveva Sorgi – può trasformarsi in una leva politica così forte che, seppure azionata da un piccolo partito, può produrre un grande risultato. Tra le pieghe di una ripresa politica postelettorale che s’annuncia più complessa del previsto, c’è un’iniziativa al momento degnata di scarsa attenzione. Un’iniziativa che, se invece centrerà il proprio obiettivo, rischia di influire non poco sul panorama politico già terremotato dal voto del 25 maggio. Si tratta dei cinque referendum per i quali il nuovo segretario della Lega Nord Matteo Salvini sta raccogliendo le firme con l’aiuto, per due dei cinque, di Berlusconi e di Forza Italia. Ma in particolare, è soprattutto il primo, mirato ad abrogare la legge Fornero sulle pensioni, che potrebbe far nascere una di quelle inedite alleanze trasversali che hanno accompagnato le pagine più riuscite della lunga storia referendaria italiana: imponendo cambiamenti imprevedibili – si pensi alle origini, divorzio e aborto – o addirittura la rivoluzione che con l’introduzione della preferenza unica e del sistema elettorale maggioritario portò alla caduta della Prima Repubblica”.

Riflessione questa apparsa venerdì 6 giugno sul quotidiano torinese, alla vigilia dei ballottaggi per le elezioni comunali. E riflessione ancor più valida all’indomani di questi. I risultati del secondo turno, e in particolare quelli di Livorno, Potenza, Perugia e Padova, piazze dove i candidati del centrosinistra sono usciti sconfitti nonostante l’affermazione “monstre” del Pd alle elezioni del 25 maggio, dimostrano che esiste un elettorato potenzialmente in grado di cambiare gli attuali equilibri politici.

Un elettorato che è in verità è la somma di diversi elettorati, diversi che più non si potrebbe. I casi di Livorno e delle altre città citate dimostrano che, unendosi in funzione anti Pd, gli elettorati di centro destra, del Movimento5Stelle e dell’ultra sinistra possono battere il Pd. Un asse quanto mai singolare ed eterogeneo che mai potrebbe diventare maggioranza politica e di governo ma che già ha dato vita ad alcuni governi cittadini. Ed un asse che potrebbe di nuovo realizzarsi, con ben altre conseguenze, su un referendum nazionale, e delicato, come quello proposto dal Carroccio.

Il partito che fu di Umberto Bossi e che ora è di Matteo Salvini sta raccogliendo le firme per chiedere l’abrogazione della riforma delle pensioni targata Fornero. Quella riforma che tanto è piaciuta in Europa, avendo rimesso a posto i conti del nostro sistema pensionistico, ma che molto meno è stata apprezzata dagli italiani. Il vertice di Forza Italia è andato ai gazebo leghisti a firmare, Berlusconi in persona no ma solo perché firmare non può, in questo momento non gode di tutti i diritti politici in quanto condannato con sentenza definitiva (non ha potuto votare).

Referendum anti Fornero: se si andasse davvero a votare su questo quesito è molto probabile che alle urne si ricomporrebbe un elettorato che va dai forzisti alla Lega passando per la destra vera e propria, ma un elettorato fatto anche di estrema sinistra come i centri sociali e simili. Tutte realtà pronte a votare contro la Fornero e ad abolire la sua riforma.

Se questo elettorato portasse a casa la cancellazione della legge sulle pensioni sono facili da immaginare le conseguenze per il governo. Basti pensare al buco nei conti e al terremoto per l’economia che ne deriverebbe.

“Meraviglia che il presidente del Consiglio così veloce, di solito, a cogliere le novità come le insidie, non abbia detto una parola su un tema così delicato – scriveva ancora Sorgi -. Forse aspetta di sapere se Salvini alla fine riuscirà a raccogliere le firme con il solo aiuto dei suoi gazebi e degli alleati svogliati che lo affiancano. O forse pensa di risolvere il problema nell’ambito di quel Job Act di cui parla da tanto tempo e altrettante volte ha dovuto fino adesso rinviare”. Così Marcello Sorgi

Ed oggi, ad urne chiuse e ballottaggi persi in alcune città come Livorno, il segnale ed il campanello d’allarme per il premier sono ancora più decisi. La bomba smonta Renzi c’è, è ancora nascosta, il referendum deve ancora raccogliere le firme necessarie, deve passare al vaglio delle Magistrature, deve eventualmente essere indetto, ovviamente non prima del 2015. Ma c’è la bomba, ed è politicamente, socialmente ed economicamente devastante. Cercasi artificiere.