L’Italia del dito medio lo ha già “infilato”: 23 miliardi “emigrati” dai conti correnti alla Svizzera

di Riccardo Galli
Pubblicato il 23 Agosto 2011 - 13:05 OLTRE 6 MESI FA

Il dito medio di Cattelan a Piazza Affari

ROMA – L’Italia che mostra il dito medio non ha perso tempo a “infilarlo”. A giugno, solo a giugno, prima ancora della grande tempesta sui mercati, prima ancora della paura di perdere, al solo annuncio della prima manovra di governo, prima ancora di poter essere in teoria tassati,  i conti correnti degli italiani hanno registrato un meno 23,4 miliardi di euro. A calcolarlo è la Banca d’Italia, fonte sicura quindi. Ma che fine hanno fatto questi soldi? Perché, e verso dove si sono prosciugati i conti correnti degli italiani e diretti quei miliardi spariti? Quei 23 miliardi che mancano dove sono finiti? La risposta la si può trovare in buona parte facendosi due passi in Svizzera. L’Italia “solidale” è in piena transumanza oltre le Alpi.

Come racconta Cinzia Sasso su Repubblica, tra i risparmiatori italiani e il paese alpino è (ri)scoppiato l’amore. Certo non sono più i tempi degli “spalloni” che portavano fuori dai nostri confini capitali nascosti attraverso i valichi alpini per metterli “al sicuro” su conti correnti svizzeri. Oggi, quello che va più di moda, è la cassetta di sicurezza. Aprirla è semplice e costa poco. Così, molti correntisti italiani, temendo nuove tasse come la patrimoniale o la tassa di solidarietà, o nuovi prelievi sui capitali “scudati”, per non saper né leggere e né scrivere, trasformano il loro conto corrente italiano in denaro contante o in oro e lo chiudono in una cassetta oltreconfine, al riparo dalle grinfie del maligno e infido fisco italico.

Che gli italiani non fossero un popolo di aficionados dell’erario non stupisce e non deve stupire, ma se la Banca d’Italia rileva che già 23 miliardi e mezzo di euro hanno lasciato il paese, vuol dire che la fuga non sta iniziando, è già ressa a spostare i propri depositi. Che la nostra economia e di conseguenza il nostro Governo non offrano grandi prospettive di stabilità e tenuta è sotto gli occhi di tutti, ma un’emorragia del genere rischia di essere moto dannosa per il nostro paese e per le nostra banche che già non godono di ottimissima salute.

Raccontano, dal centro Studi Fiscali Internazionali di Lugano, che i capitali stanno tornando massicciamente in Svizzera: «C´è molta sfiducia nel sistema Italia, c´è paura di una nuova aliquota supplementare sui capitali rientrati con lo scudo di Tremonti, c´è il fantasma della patrimoniale. Molti italiani hanno aperto conti correnti, c´è perfino chi ha deciso di spostare oltreconfine la propria residenza, ma molti tengono addirittura i soldi in cassette di sicurezza». Quello che si dice, un ritorno di fiamma. Quasi 24 miliardi soltanto a giugno, quanti a luglio ed agosto?