Evoluzione separata uomo-donna? 6500 geni diversi

di Riccardo Galli
Pubblicato il 10 Maggio 2017 - 12:15 OLTRE 6 MESI FA
Evoluzione separata uomo-donna? 6500 geni diversi

Evoluzione separata uomo-donna? 6500 geni diversi (foto Ansa)

ROMA – Migliaia di anni di evoluzione, ma lungo due strade diverse. Il percorso evolutivo dell’uomo potrebbe essere più complesso di come lo aveva immaginato Charles Darwin un secolo e mezzo fa circa. Potrebbe infatti non essere un percorso unico, ma la somma di due linee evolutive parallele, non coincidenti, che ci hanno portato ad essere quello che siamo oggi: uomini e donne moderni con oltre 6mila geni che ci differenziano l’uno dall’altra.

E’ la teoria proposta da un nuovo studio israeliano ripreso da Laura Cuppini sul Corriere della Sera. Uno studio che ha analizzato i geni espressi nei vari organi e tessuti del corpo umano, prendendo in esame oltre 500 adulti di entrambi i sessi, e realizzando così quella che è la prima mappa delle differenze genetiche tra uomini e donne. “Shmuel Pietrokovski e Moran Gershoni del Weizmann Institute – racconta la Cuppini – hanno usato questo database per valutare nello specifico l’espressione di 20mila geni, arrivando così a identificarne 6.500. Oltre a quelli legati a caratteristiche specifiche, come la peluria, i muscoli, la produzione di latte o l’accumulo di peso (i primi due “maschili” e i secondi “femminili”), ne sono emersi molti altri insospettabili. È il caso di alcuni geni accesi solo nel ventricolo sinistro del cuore della donna, tra i quali uno in particolare legato all’uso del calcio che tende a spegnersi con l’avanzare dell’età, probabilmente aumentando il rischio di malattie cardiovascolari e osteoporosi dopo la menopausa. È stato trovato anche un gene espresso prevalentemente nel cervello delle donne che potrebbe proteggere i neuroni dal Parkinson”.

Differenze utili da conoscere per capire come alcune malattie colpiscano e agiscano diversamente sulla biologia maschile e su quella femminile, e utili anche per studiare farmaci ad hoc o comunque tarati sulle diverse specificità. Specificità che sono, secondo quanto rivela lo studio israeliano, molte di più di quanto sin qui immaginato e che vanno oltre le differenze tra i due sessi che sono in qualche modo auto-evidenti. Le migliaia di geni che differenziano l’uomo dalla donna non agiscono infatti solo su quelle caratteristiche citate come la peluria, il seno, il tono muscolare e tutte quelle che potremmo definire di genere, ma regolano e agiscono anche su organi e parti che abbiamo sempre pensato come ‘comuni’, quali il cuore o il cervello.

“Il genoma di base è pressoché identico in tutti noi, ma viene usato in modi diversi tra i vari distretti del corpo e tra gli individui – spiega Gershoni -. Per quanto riguarda le differenze tra i due sessi osserviamo che spesso l’evoluzione opera regolando il livello di espressione dei geni”. Un’osservazione che ha portato all’elaborazione di una teoria per alcuni versi dirompente, e cioè quella secondo cui uomini e donne non abbiano seguito lo stesso cammino evolutivo, bensì due percorsi separati e interconnessi fra loro e per cui l’evoluzione umana sarebbe dunque da rileggere come una sorta di “co-evoluzione”. “Non sopravvive il più forte o il più intelligente, ma chi si adatta meglio al cambiamento”, recita una delle più celebri citazioni di Darwin – tra l’altro attribuita erroneamente al padre della teoria dell’evoluzione, ma non per questo meno vera – e allora meglio due linee evolutive di una.