Primo maggio, assalto all’Expo: cronache di un piano

di Riccardo Galli
Pubblicato il 29 Aprile 2015 - 13:44 OLTRE 6 MESI FA
Foto d'archivio

Foto d’archivio

MILANO – Le hanno chiamate le Cinque Giornate e sono appena cominciate. L’atto finale e di forza sarà il primo di maggio, il giorno dell’assedio e assalto a Expo. C’è un piano, per nulla segreto ma non per questo banale.

Il piano prevede un corteo di circa 30 mila persone che polemicamente, fragorosamente ma pacificamente sfili dove può e arrivi fino ai margini di dove non può. Fino a lambire, toccare quella sorta di “zona rossa” non dichiarata che sarà l’area di Expo stesso. Non difficile vista la vastità dell’area e relativamente facile “guastare la festa” delle cerimonie e procedure di inaugurazione e “consigliare” a chi vuol visitare Expo un altro giorno, che è meglio…

Seconda e parallela parte del piano: avere ai fianchi, alle spalle e ai margini del corteo gruppi di intervento e sfascio. Di intervento e pressione sulle “difese” dell’area Expo, come appunto fosse un cantiere della Tav. Il modello è quello dell’assalto a quel cantiere. Sarà difficile emularlo, non ci sono le montagne e i boschi a coprire l’assalto. Però qualcosa gli antagonisti, i No più o meno tutto, i “casseurs”, gli sfasciatori come li chiamano i francesi, sperano di poter fare. Bombardare le difese, polizia compresa, qua e là. Qua con vernice colorata e/o uova, là con sassi i molotov.

Terza appendice del piano: l’area Expo è lontana dal centro e molto presidiata. Si potrà quindi con relativa facilità spaccare qualche vetrina e bancomat in centro. Variabile di azione che affascina gli anti Expo e anti tutto: azioni lampo nelle stazioni metro e simili che portano all’Expo.

A metà tra Genova, quella del G8 del 2001, e Chiomonte, il cantiere della Tav in Val di Susa. Le nuove “Cinque Giornate” di Milano, come i No Expo hanno definito il lungo elenco di presidi, manifestazioni e “mobilitazioni diffuse contro Expo” in programma da oggi fino a domenica, si avviano e in fondo propongono nemmeno tanto velatamente di essere questo: una sintesi tra la guerriglia genovese di quasi 15 anni fa, animata da quello spirito che ha dato vita ai No-Tav prima e a tutti gli altri ‘no’ dopo, No-Muos, No-Tubo, No-Ponte e fino ai No-Expo.

L’obiettivo è evidentemente l’esposizione e quello che rappresenta. E la giornata più calda sarà quella del 1° maggio, giornata che inizierà con l’inaugurazione e l’apertura dell’Expo al mattino, e si concluderà con la Turandot alla Scala la sera. Due appuntamenti dove lo schieramento delle forze dell’ordine sarà massimo, come altissima sarà la tensione, anche perché nello stesso giorno è in programma il corteo No-Expo a cui, secondo le previsioni, dovrebbero partecipare circa 30mila persone.

“L’accordo è stato siglato il 18 marzo scorso a Francoforte – ricostruisce Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera -, in occasione dell’inaugurazione della nuova sede della Banca centrale europea. È stato allora che i gruppi antagonisti più violenti si sarebbero dati appuntamento a Milano, ‘tappa numero 2’ della loro guerra contro le multinazionali, gli istituti di credito, il potere finanziario mondiale”.

Alla ‘tappa numero 2′, al 1° maggio, mancano ormai una manciata di ore, e a Milano la tensione è alta. Ieri, martedì 28, la polizia ha eseguito una serie di fermi e perquisizioni, e soprattutto ha trovato e sequestrato 20 martelletti per spaccare vetrine, 3 caschi, 4 maschere antilacrimogeni, bastoni con la punta d’acciaio, fionde, punteruoli, petardi e fumogeni. Nell’auto di un ragazzo tedesco arrestato, sono state poi trovate taniche di benzina, bottiglie e stracci per fabbricare delle molotov. Materiale che era destinato con ogni probabilità proprio alle manifestazioni attese.

E a conferma di quanto scritto dalla Sarzanini, i fermati non sono solo italiani, tra loro anche francesi e tedeschi. E’ l’altra faccia della globalizzazione e dell’Europa unita, quella faccia che rende le proteste globali o almeno continentali, dandogli maggiore forza e peso, ma che nella connotazione dei vari ‘no’, compresi i No-Expo, porta con sé una non giustificata e non giustificabile dose di violenza. Non sarebbe questo il luogo ma vale la pena ancora una volta sottolineare come sia molto più dirompente e rivoluzionaria una manifestazione di decine, centinaia di migliaia di persone che sfila per dire ‘no’ in modo pacifico, che una manifestazione, magari appena più piccola, che da fuoco alle auto, brucia i bancomat e incendia le vetrine.

Nei giorni scorsi, il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha comunicato i numeri dello sforzo che le forze dell’ordine si preparano a sostenere per assicurare all’evento una cornice di sicurezza. Quattrocentonovanta sono gli obiettivi sensibili che saranno presidiati da 3.796 uomini. Di cui 2.558 tra poliziotti, carabinieri e finanzieri, e 1.238 militari, 500 dei quali già da due settimane controllano l’intera area. Oltre, naturalmente, ai presidi rinforzati di protezione civile e vigili del Fuoco. “Abbiamo lavorato – ha detto il ministro – per assicurare al Paese e non solo, una manifestazione che si possa svolgere in assoluta serenità. E’ stato fatto tutto il necessario perché sia un grande evento che si svolga in sicurezza. E per quanto riguarda la giornata inaugurale, il primo maggio, ci impegneremo perché chi vuole possa festeggiarla, impedendo, a chi ha altre intenzioni, di rovinarla”.

In questo quadro anche la sede del’Expo sarà blindata, certo non come la Genova del 2001 dove la gestione dell’ordine pubblico fu pessima da un punto di vista organizzativo e criminale da quello democratico, ed inoltre non si può non sottolineare che l’Esposizione durerà 6 mesi e sono attesi milioni di visitatori (gli ottimisti dicono tra i 20 ed i 30) sparsi su un’area espositiva immensa, dati che renderanno la gestione della sicurezza necessariamente differente. La ‘blindatura’ sarà quindi diversa, anche grazie alle nuove tecnologie, ci saranno infatti anche i droni a sorvegliare dall’alto la situazione, ma questo non basta a scongiurare il rischio, alto e concreto, che l’assedio dell’Expo si trasformi in incidenti, scontri, danni e feriti.