M5s macchina da ballottaggi, voti in massa da Lega e Fi. Ma non li rende

di Riccardo Galli
Pubblicato il 21 Giugno 2016 - 14:22 OLTRE 6 MESI FA
I sindaci M5s usciti vincitori dai ballottaggi

I sindaci M5s usciti vincitori dai ballottaggi

ROMA – Lega e Forza Italia votano 5Stelle. Il vero dato politico uscito dai ballottaggi di domenica scorsa è questo. E’ vero: certamente hanno vinto i grillini e altrettanto certamente il Pd ne è uscito con le ossa rotte come e forse peggio di quello che era il centrodestra. Ma gli elettori di questo, passando dai fan di Salvini alla destra estrema della Meloni sino ai berlusconiani, hanno votato compatti per i candidati del MoVimento al secondo turno. Garantendogli la vittoria.

Cosa che non è stata ricambiata dagli elettori di Grillo che hanno sostenuto i candidati del centrodestra in modo decisamente meno compatto. Il Movimento dunque, numeri alla mano, si è mostrato una vera macchina da ballottaggi, capace di far gioire i suoi candidati e i suoi elettori dopo grandi recuperi al secondo turno. Previsto questo, bisogna ricordare, anche dall’Italicum per le prossime politiche.

“Nella competizione con il Pd – scrive Roberto D’Alimonte sul Sole24Ore – il M5s è avvantaggiato dal fatto, su cui abbiamo insistito più volte, di essere il vero partito della nazione, il partito ‘pigliatutti’, capace di attrarre consensi in tutti i settori dello spazio politico. Questa sua caratteristica gli consente di essere il destinatario del voto di molti elettori sia di destra che di sinistra che al ballottaggio non hanno propri candidati per cui votare. Sono le seconde preferenze da cui spesso dipende l’esito della contesa al secondo turno. Di questo avevamo parlato qualche settimana fa sulla base dei dati di sondaggio…”.

“Ora possiamo parlarne sulla base di dati veri, quelli di sezione, che sono ancora più affidabili. Così, calcolando i flussi tra il primo e il secondo turno, si scopre che a Torino il 98% degli elettori del candidato di Area popolare, l’85% degli elettori di Forza Italia, il 71% degli elettori del candidato di Lega Nord e Fratelli d’Italia hanno votato al ballottaggio l’Appendino e non Fassino. Tra l’altro in pochi si sono astenuti. Il sindaco uscente ha raccolto pochi voti alla sua destra e non ha fatto il pieno dei voti alla sua sinistra. Infatti solo il 47% degli elettori di Airaudo, il candidato della sinistra, lo ha votato mentre il 39% si è astenuto e il 14% ha preferito votare l’Appendino. Sono dati che spiegano inequivocabilmente l’esito della competizione torinese. In sintesi, Fassino ha perso voti di sinistra verso l’astensione e soprattutto non è riuscito a conquistare voti dal centro e dalla destra”.

Torino non è che un esempio per il tutto, il caso più eclatante di quest’ultima tornata elettorale ma non certo l’unico. E al di là dei casi singoli il dato è assolutamente netto: ai ballottaggi i candidati di centrosinistra, o meglio del Pd, non intercettano praticamente nessun voto in più rispetto a quelli del primo turno.

Come ha commentato la neosindaca Virginia Raggi riferendosi al caso Roma, le sinistre non hanno votato Pd. Ma nemmeno i 5Stelle, là dove il ballottaggio era tra un candidato del centrosinistra e uno del centrodestra, hanno aiutato i primi. Aiuto infine che per i candidati dem non è arrivato nemmeno degli elettori di centrodestra che, come detto, hanno in larga parte votato 5Stelle. Prova ne è che il Pd non era andato male al primo turno. Era riuscito a piazzare al ballottaggio un suo candidato in 90 comuni su 121. Ma ha vinto solo in 34 casi: uno su quattro.

Come tasso di successo ha fatto meglio persino il centrodestra, che non ha vinto in nessuna delle cinque maggiori città, ma l’ha spuntata in 29 ballottaggi sui 61 in cui era presente, vale a dire poco meno di uno su due. Il M5s ne ha vinti 19 su 20.

Perché sono importanti questi numeri e l’analisi di questi dati? E’ vero che raramente le elezioni di medio termine sono favorevoli ai governi in carica. E così è stato con queste comunali che per molti aspetti si possono considerare alla stregua di elezioni di medio termine. Come è vero che altrettanto raramente il risultato delle elezioni politiche ricalca quello della amministrative, per loro natura molto diverse e moltissimo influenzate da fattori locali.

Ma quando si voterà per il rinnovo del Parlamento, che sia a fine legislatura o prima, a meno di clamorose novità si voterà con l’Italicum, la nuova legge elettorale che prevede il doppio turno. Quella stessa legge elettorale che i 5Stelle hanno sempre criticato, anche con una critica di maniera più che di sostanza, e che alla luce di questi numeri si tradurrebbe al secondo turno in uno scontro Pd-M5S, con un M5S che oggi è in grado di intercettare i voti di tutti mentre il Pd a fatica i suoi.