Mistero treno deragliato: Figli Gestapo, oro maledetto o..?

di Riccardo Galli
Pubblicato il 22 Febbraio 2016 - 12:51 OLTRE 6 MESI FA
Il Sunset Limited dopo il deragliamento

Il Sunset Limited dopo il deragliamento

PHOENIX – Un morto e dodici feriti. Un bilancio tra virgolette positivo per il deragliamento di un treno di 12 carrozze con a bordo oltre 250 persone. Un deragliamento datato 9 ottobre 1995 e che ancora oggi non ha una spiegazione. O meglio, una spiegazione tecnica ce l’ha eccome: qualcuno allentò le viti delle traversine, senza far scattare l’allarme, causando l’uscita dai binari del convoglio. Chi e perché, a vent’anni dai fatti, è ancora un mistero in cui si mischiano sedicenti gruppi eversivi di estrema destra e mai trovati tesori dell’epoca del vecchio west.

Siamo in Arizona, nei pressi della cittadini di Hyder. Un luogo desolato, lontano dalle grandi e anche dalle piccole città degli Stati Uniti. Un trattino sulla mappa in mezzo al nulla dove, nella notte, si trascina il Sunset Limited, il treno che collega la costa orientale con quella occidentale, la Florida con Los Angeles. “Il macchinista è abituato a quel percorso, si è lasciato alle spalle la cittadina di Palo Verde, mantiene una velocità di 50 miglia, tutto è normale – ricostruisce Guido Olimpio sul Corriere della Sera – Per poco. All’improvviso il convoglio, 12 carrozze e due locomotive, è fuori controllo. Il ‘serpente’ si piega, deraglia, alcuni vagoni si rovesciano in uno sferragliare pauroso e finisco sul letto di un fiume secco. Un addetto al vagone­letto, Mitchael Bates, perde la vita, una dozzina di passeggeri riportano ferite serie. In fondo è andata bene, a bordo c’erano 258 persone, potevano esserci conseguenze peggiori. E quello che si dicono tra loro i soccorritori mentre lo sceriffo di Maricopa fa il primo sopralluogo insieme ai tecnici della compagnia Amtrak”.

Tecnici e inquirenti che impiegheranno pochissimo tempo per trovare le cause del deragliamento: non è stato un incidente, ma un atto di sabotaggio. Qualcuno ha manomesso le traversine rimuovendo in parte 19 chiodi, un qualcuno che doveva conoscere bene il sistema perché riuscì nella sua operazione senza mettere fuori uso il sistema d’allarme e senza farlo scattare. Il punto era allora, e lo è ancora dopo vent’anni, dare un nome e un volto a quel qualcuno.

La prima pista d’indagine arrivò dai rottami del treno da cui spuntò un foglio di rivendicazione firmato ‘Figli della Gestapo‘, ‘Sons of Gestapo‘. Abbiamo agito – spiegava il testo ­ in rappresaglia al blitz dell’Fbi contro la setta di David Koresh a Waco, Texas, e per altri episodi dove sono coinvolti miliziani di destra. Pista che non fu subito scartata anche in relazione ad altri episodi accaduti in quegli anni negli Usa, come la strage di Oklahoma City, anche quella opera di una micro­cellula suprematista. Ma dei ‘Figli della Gestapo’ non aveva mai sentito parlare nessuno, e la pista presto si esaurì. Prese quindi corpo la possibilità dell’emulazione: poco tempo prima una rivista aveva pubblicato un articolo su un fatto simile accaduto nel lontano 1939, ma anche qui non si trovano né indizi né riscontri. Andando avanti per tentativi e non escludendo nulla, si passò alla ricerca del possibile ‘pazzo’, un individuo cioè che, come appena un paio di giorni fa è accaduto in Michigan dove un uomo ha ucciso sparando a casaccio 7 persone, decide di uccidere senza movente apparente, e si scandagliò tra i dipendenti alla ricerca di possibili rancori e risentimenti.

Si arrivò poi ad ipotizzare che il sabotaggio fosse opera di soccorritori alla ricerca di notorietà, magari stanchi della noiosa e monotona vita della provincia americana. Anche qui non saltò fuori nessun indizio e nessuno fu mai incriminato, ma il nome di tre vigili del fuoco ‘attenzionati’ finì, dalle scrivanie della polizia, sui giornali. Uno di loro tre si suiciderà. Come in ogni mistero che si rispetti non poteva mancare poi un pizzico di leggenda popolare a condire il tutto, ed essendo in terra di cow boy e banditi l’ingrediente mancante non poteva che essere l’oro. Da quelle parti tutti sanno che nel 1940 una pattuglia di cinque soldati, impegnata nel training di orientamento in un settore brullo e selvaggio a nord ovest di Hyder, scovò sotto pietre e terra molti lingotti d’oro: evidentemente il bottino nascosto da qualche bandito del vecchio west. I soldati provarono a marcare il posto, contando di tornare con una jeep per recuperare le barre lucenti.

Ovviamente non ci riusciranno. Partiranno per la guerra dove tre moriranno e uno impazzirà, mentre l’unico superstite impiegherà il resto della vita a cercare inutilmente l’oro. Il prossimo 9 ottobre saranno passati 21 anni dal deragliamento e tutte le piste provate non hanno portato a nulla. L’Fbi ha offerto 310mila dollari a chi porterà informazioni e prove che possano portare ad una risposta.