Pci rinasce: Bersani nega, D’Alema costruisce. Proporzionale primo mattone

di Riccardo Galli
Pubblicato il 11 Ottobre 2016 - 16:00 OLTRE 6 MESI FA
Pci rinasce: Bersani nega, D'Alema costruisce. Proporzionale primo mattone

Pci rinasce: Bersani nega, D’Alema costruisce. Proporzionale primo mattone

ROMA – Bersani, ex segretario del Pd, nega con forza di star lavorando ad una scissione del partito, nega la possibilità stessa di una scissione. E lo fa con una delle sue immaginifiche formule, stavolta efficace: “Per mandarmi via dal Pd ci vuole l’esercito, meno non basta”. Non mente Bersani, lui e D’Alema stanno lavorando non alla scissione ma alla rioccupazione/liberazione del Pd. Liberazione da chi? Che domanda…da Renzi l’alieno che ha invaso e occupato. Rioccupazione del Pd come? Domanda più fina ma risposta abbastanza semplice: prima con il No al referendum, poi con una legge elettorale proporzionale quel tanto che basta.

Che basta a fare cosa? I conti li fa Marcello Sorgi su La Stampa e l’esperto giornalista non se li è fatti certo da solo. Lui correttamente riporta i conti che si sono fatti D’Alema, Bersani, Cuperlo, Speranza…Dicono quei conti che un trenta per cento abbondante (altri dicono meno) dell’elettorato Pd è fieramente schierato per votare No. Quale che sia la motivazione principe (la difesa della democrazia contro il rischio di regime presidenziale, l’ostilità personale, politica e di “pelle” verso Renzi, la voglia di avere sempre alleanza con la sinistra/sinistra…), quale che sia l’ottima o la pessima fede alla base, questo elettorato Pd vota e voterà No con entusiasmo, determinazione, convinzione. E’ un elettorato in qualche misura sovrapponibile a quello che a giugno ha votato M5S invece che Pd, ex elettori Pd  che votano per esempio Raggi per punire il Pd, le urne di Roma ne sono piene delle loro schede.

Sono gli stessi che vanno a votare No non perché glielo ha detto Salvini o Grillo, vanno a votare No perché glielo ha detto D’Alema o magari la Camusso. Fanno 30% dell’elettorato Pd? Sarebbe, sono questi i conti di D’Alema, Bersani e minoranza tutta, il 30% del 30% per cento abbondante che elettoralmente il Pd vale su scala nazionale. Cioè circa il dieci per cento dell’elettorato tutto. Se a questo dieci per cento unisci e sommi una buona parte di quello che oggi è Sinistra Italiana, se aggiungi e sommi qualche voto “rosso deluso” in rientro da M5S a premiar la cacciata di Renzi, il totale cui si può ambire fa, può fare diciamo a occhio 17 per cento. Mica tanto ad occhio, nota sempre Sorgi che questa è la quota elettorale Ds doc, prima della contaminazione chiamata Pd.

A questo lavorano Bersani, D’Alema e gli altri, a questa forza del 17% per cento o giù di lì senza contaminazioni. A questo…il nome può essere qualunque ma la sostanza è quella di un Pci magari 3.0 ma sempre Pci nella rigorosa identità di sinistra. Anzi, mica tanto Pci. Perché il partito comunista italiano tra mille errori e lentezza comunque a lungo ha difeso gli interessi materiali dei ceti produttivi, operai in primo luogo. Il partito in fattura dei D’Alema e Bersani al contrario si candida alla rappresentanza e difesa di quelli che una volta il Pci chiamava i ceti parassitari: la burocrazia pubblica, i pubblici dipendenti, i pensionandi elevati a “classe generale”, le lobby travestite da sindacati, i mille e mille Cobas travestiti da lavoratori, gli studenti che hanno orrore del merito…Questa la base sociale con alla testa guide politiche che faticano a metabolizzare la socialdemocrazia ancora quando già la socialdemocrazia è, di fatto e purtroppo, non più in grado di fronteggiare il reale.

Bersani non mente, non sta preparando la scissione. Lavora con gli altri alla rioccupazione e rifondazione, bonifica del Pd. Primo passo: Il No al referendum. Fosse vero che questo No è legato alla legge elettorale, sarebbe incomprensibile perché gli Speranza, i Cuperlo, i Bersani “non si fidano” del segretario del loro partito che dice l’Italicum, va bene, rifacciamolo da capo. No, non vogliono rifare l’Italicum. Vogliono prima la sconfitta di Renzi e comunque la sua capitolazione. La prova? La richiesta, il lavoro, la pressione per avere al posto dell’Italicum una legge elettorale a base proporzionale.

Fino a che i Ds, il Pds, il Pd ha avuto l’aspirazione del governo e del governo riformista insieme, la proporzionale è apparsa a tutti ostacolo e pericolo. Veltroni ma anche D’Alema e Bersani e tutti, militanti compresi, indicavano e sognavano doppi turni e ballottaggi contro i quali chi resisteva? Berlusconi resisteva e combatteva contro doppi turni e ballottaggi. Ma chi se lo ricorda o ha voglia di ricordarselo? Le preferenze poi erano per il Pci e successori la culla della clientela elettorale. Ma il partito in costruzione dei Bersani e D’Alema neanche si sogna un riformismo di governo gestito e agito in maniera autosufficiente. Una prospettiva del genere lo atterrisce e inorridisce (guarda caso come capita a M5S che anche vuole legge elettorale che lo tenga al riparo dal pericolo di governare). Il partito in costruzione dei Bersani e D’Alema ha bisogno quindi per esistere e sbocciare non della legge maggioritaria che obbliga a governare ma della proporzionale che obbliga a cogestire il governo con altri.

Preparano il nuovo partito con la proporzionale perché ritengono non gestibile un vero riformismo senza perdere la vera anima di sinistra. Giungono alla grossa alle stesse conclusioni che furono di Bertinotti. E in fondo alla stessa strategia. “Sono 18 anni che ci si interroga su chi abbia ucciso l’Ulivo, non vorremmo passarne altrettanti a chiederci chi uccise l’ultimo governo riformista in Italia”. Se accadrà sarà chiaro chi è stato e perché. Stanno rifacendo il Pci perché governare è per loro blasfemia se fatto da soli e senza “coalizione” e “tavoli”. Stanno rifacendo il Pci con una coazione a ripetere figlia di una incapacità ad osare mascherata da fedeltà a valori. Stanno rifacendo il Pci per portarlo a governare in coalizione con…Con M5S no di certo, M5S non ci sta e M5S avrà quasi il 30% quando loro avranno il 17%. E allora coalizione con…Berlusconi ancora? Centristi vari? Un’altra Margherita? Un’altra Dc?

Sì, è questo quello che pensano, fanno e quello a cui lavorano. Per esserne sicuri basta seguire un pomeriggio di lavori in Direzione Pd. Bersani dice: “Si levino dalla testa i giornalisti politici che lavoriamo alla scissione”. Giusto e Bersani si levi dalla testa che i giornalisti politici siano tutti incapaci di vedere che lui e gli altri, D’Alema regista, vogliono riprendersi il Pd e farne un’altra cosa, mondarlo da Renzi e dal renzismo e farne, appunto, un tardo Pci. Per questo votano No, le altre sono, se non balle, contorno e guarnizioni.