Putin, Erdogan, Trump, Le Pen e i nostri delusi e scontenti dal voto olandese

di Riccardo Galli
Pubblicato il 16 Marzo 2017 - 13:21 OLTRE 6 MESI FA
Putin, Erdogan, Trump, Le Pen: i delusi dal voto olandese

Putin, Erdogan, Trump, Le Pen: i delusi dal voto olandese (nella foto Ansa, Erdogan e Putin)

AMSTERDAM – Putin che sperava in una Olanda che si sfilava dalla Unione Europea, Putin a cui ogni indebolimento dell’Europa un ita fa comodo e piacere. Trump che dell’Unione Europea ha predetto la fine imminente e alla Europa politica ha già manifestato disprezzo e lontananza. Erdogan, ormai fiero di essere il nemico turco dell’Olanda e dell’Europa tutta (un suo ministro le augura “guerre di religione”. Marine Le Pen che dall’Olanda aspettava il via. E i nostri tifosi di un’Olanda anti Europa e anti tutto: i Salvini, a suo modo Grillo e non dimenticando più dìuno a sinistra dalle parti di Sinistra italiana e dintorni. Lungo, pesante nei nomi e pure fin qui incompleto (mancano tanti “populisti d’Europa) l’elenco dei delusi e scontenti dal voto olandese. Cominciavano a sentirsi a cavallo e al galoppo, invece…

Nonostante la scheda lenzuolo, la trentina di partiti in lizza e il conseguente Parlamento spezzatino, il giorno dopo il voto olandese si può dire senza timore di smentita che Geert Wilders ha perso. E soprattutto hanno perso la sua destra e la sua idea di mondo, quelle che per semplicità generalmente vengono riassunte nella formula ‘antieuropeista e populista’. Insieme a loro, come ovvia conseguenza, ha perso anche chi per il Pvv tifava: dalla destra americana ai vari partiti di simile ispirazione di mezza Europa sino ai nostri Salvini e anche un po’ Grillo.

Le elezioni parlamentari olandesi si sono concluse con la vittoria del partito di centrodestra del premier Mark Rutte (Vvd, liberal democratico) che, seppur in calo rispetto alle precedenti consultazioni, ha conquistato 33 seggi. Il partito di Wilders si è invece fermato a 20 seggi e, seppur riuscendo ad essere la seconda forza politica, ha appena un seggio in più rispetto ai 19 di democristiani (Cda) e liberali di sinistra (D66). Wilders contava, stando ai sondaggi, di poter puntare al primo posto o in alternativa su un secondo con distacco, per dirla in termini sportivi, l’esito del voto lo relega invece in una posizione defilata: non necessario per formare una maggioranza, e non sufficientemente ‘pesante’ per essere un’opposizione da non poter ignorare. Da segnalare il crollo dei laburisti, la sinistra olandese è ormai rappresentata soprattutto dai Verdi.

“Non vi siete liberati di me”, è stato il commento del leader populista olandese. E dando seguito al paragone calcistico del premier Rutte, che aveva paragonato il voto olandese a un quarto di finale degli Europei, un mese prima delle semifinali in Francia (si vota il 23 aprile) e della finale in Germania (elezioni il 24 settembre), sono molti oggi gli ultras e i tifosi di Wilders a ritrovarsi delusi e, magari, sperare in una ‘remuntada’ nei prossimi appuntamenti. Tra i veri e propri ultras, senz’altro la destra americana e il Front National francese. La prima direttamente collegata al Pvv dal rapporto fra David Horowitz, molto vicino al consigliere speciale e braccio destro del presidente americano Trump, Stephen Bannon, e lo stesso Wilders.

Rapporto che negli ultimi tre anni Horowitz ha stretto attraverso finanziamenti al Pvv per 150 mila euro. Diversa ma non per questo meno stretta la vicinanza tra Marine Le Pen e Geert Wilders: idee e obiettivi simili per non parlare dei comuni ‘nemici’ come l’euro e gli islamici. E poi la Le Pen, per dirla ancora come Rutte, sperava in un quarto di finale migliore, che le portasse in semifinale un avversario più facile. Ma così non è andata. Un gradino forse più indietro, nella categoria dei tifosi delusi, l’altro ‘superpresidente’ del Pianeta: Vladimir Putin. Il leader russo non è infatti un mistero che si trovi in sintonia con chi si muove e pensa come Wilders, con chi non ama l’Europa ma soprattutto con chi non sta lì a perder tempo con questioni come la libertà di stampa o la libertà in genere, per la serie ‘se sei musulmano puoi essere terrorista e quindi stai a casa tua senza tante questioni’.

Putin non si è speso in prima persona ma certamente, guardando distrattamente il campionato olandese, avrebbe preferito un risultato diverso invece che la vittoria del solito e sicuro Ajax-Vvd. Al di qua delle Alpi, in casa nostra, ad esser delusi dal risultato olandese sono in molti. Più o meno gli stessi che hanno festeggiato per l’elezione di Trump e per la Brexit. E il capofila è senza dubbio Matteo Salvini, ma su un carro che ha come comun denominatore l’essere contrari all’Europa non possiamo non trovare anche Beppe Grillo, o almeno chi scrive su quello che credevamo essere il suo blog. Curiosità e cavilli legali a parte non è un mistero che, seppur con molte sfumature e diverse giravolte nel tempo, la moneta unica e la politica europea, il cosiddetto establishment, siano nemici dichiarati del Movimento5Stelle come di Wilders.

E poi ci sono rimasti male i piccoli scommettitori, i ‘signor Rossi’ di tutto il modo che sul quarto di finale olandese avevano puntato la loro quota di risentimento, di paura del diverso, di timore istintivo nei confronti del potere e delle istituzioni. Avevano scommesso su Wilders, e in fondo dopo le vittorie clamorose della Brexit e di Trump speravano di portare a casa un vittoria quasi senza rischiare. E invece hanno perso lasciando la vittoria a chi aveva scommesso e continua a scommettere sull’Europa e su una visione di mondo fatta non di muri, a partire dalla Bce sino ai mercati di tutto il mondo che dalle chiusure hanno solo da rimettere.