Redditometro e Anagrafe tributaria: meno tasse dal 2014, se no è imbroglio

di Riccardo Galli
Pubblicato il 21 Novembre 2012 - 15:17 OLTRE 6 MESI FA
Redditometro e anagrafe tributaria: le nuove armi del Fisco saranno puntate nella direzione giusta?

ROMA – A gennaio il redditometro e ad aprile l’anagrafe tributaria. Con queste armi il Fisco, il governo, lo Stato o comunque si voglia chiamare la cosa pubblica avrà finalmente delle armi in grado di attaccare efficacemente l’evasione. Dovrebbe essere una buona notizia per gli italiani onesti che grazie al “bottino di guerra”, le tasse recuperate, dovrebbero vedere finalmente ridursi il conto che a loro lo Stato presenta. Dovrebbe, solo dovrebbe…e in questa possibilità tutt’altro che certezza sta il problema.

E’ stato infatti promesso che quanto verrà recuperato con la lotta all’evasione verrà usato per ridurre il carico fiscale degli italiani. Ed è lecito aspettarsi che con le nuove, formidabili armi che dall’anno prossimo il fisco avrà a disposizione, si riuscirà a incassare dal “recupero evasione” più dei 12 miliardi dell’ultimo anno. Altrimenti, continuando ad usare il paragone fatto da Mario Monti, quella che si accenderà non sarà una guerra contro l’evasione, ma una caccia all’ultimo centesimo di chi le tasse già le paga.

“Non cerchiamo la piccola evasione o l’errore materiale” ha rassicurato Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, spiegando cosa sarà e come funzionerà il redditometro. E “nella prima fase di uso del nuovo redditometro saremo molto cauti e il margine di coerenza sarà ancora maggiore” rispetto al 20 per cento già definito per legge. Toni conciliatori quelli di Befera, distanti da quelli del presidente del Consiglio che poche settimane fa aveva parlato dell’Italia come di un Paese in “stato di guerra contro l’evasione”.

Così conciliatori perché, verosimilmente, è conscio il direttore dell’Agenzia delle Entrate di avere a disposizione degli strumenti sino a poco tempo fa insperati. Insperati non perché non fosse consentito al Fisco confrontare reddito dichiarato e spese dei contribuenti, e non perché non fosse possibile controllare i movimenti bancari degli italiani. Era solo più complesso da un punto di vista tecnico e, cosa forse più importante, era meno forte la voglia di aggredire il mondo del sommerso.

Da domani però tra le sue frecce il Fisco avrà il redditometro, che gli consentirà di confrontare quasi automaticamente redditi e spese dei cittadini, a partire dal 2009, e l’anagrafe fiscale, cioè la foto in tempo reale di tutti i movimenti bancari dei correntisti del nostro Paese. Ma non solo, come ha fatto capire lo stesso Befera, avrà, anzi già ha a disposizione una mappa su cui lavorare. “Da una simulazione sull’intera platea delle famiglie, oltre 4,3 milioni (circa il 20%)” delle dichiarazioni dei redditi “risultano non coerenti”, ha detto il direttore dell’Agenzia delle Entrate. In particolare “tra le diverse categorie di reddito il tasso di irregolarità è maggiore nel reddito di impresa e nel reddito di lavoro autonomo”. Di più: quasi un milione di famiglie dichiara redditi pressochè nulli “molti vicini allo zero”, eppure consuma eccome se consuma.

Ci sarà certo tra quel 20% di incongruenti chi ha preso la liquidazione e chi ha ricevuto un’eredità, insomma chi è in buona fede. Ma al netto di questi gli obiettivi sembrano precisi, e le nuove armi del Fisco in grado di colpirli. Di colpire e aggredire quei 200 miliardi di evasione, stimati ovviamente, che il nostro Paese sconta. Un mare di denaro di cui, con gli strumenti in mano sino ad oggi, lo Stato ha recuperato poco più che le briciole: 12 miliardi nell’ultimo anno. È chiaro che con le novità in arrivo dovrà fare meglio e di più il Fisco italiano. Dovrà riportare nella case pubbliche almeno il doppio, volendo puntare basso. L’equivalente quindi di 15-20 miliardi di euro in più da destinare alla riduzione del carico fiscale a partire dal 2014. Giustizia per gli onesti quindi che finalmente vedrebbero pagare anche qualcuno che mai lo ha fatto e, in più, vedrebbero ridursi il loro fin qui salatissimo conto.

Ma siamo sicuri che così sarà? Certo ce lo auguriamo, se lo augurano tutti gli italiani che le tasse le pagano. Ma visto che quelli che pagano e hanno sempre pagato sono da decenni sempre le stesse categorie, quelle categorie che ad ogni nuova stretta sentono promesse di lotta all’evasione ma vedono lievitare le loro tasse, un dubbio, una paura quasi innata viene. Non per mancanza di fiducia, una sorta di riflesso condizionato: “E se queste nuove fantastiche armi non servissero o non riuscissero ad aggredire chi al Fisco è sempre stato invisibile, ma fossero buone per non far sfuggire nulla dalle tasse che i soliti noti pagano?”. Il dubbio, per quanto smentito, o forse anche perché smentito da Befera, dopo decenni di politiche di lotta all’evasione fallimentari, è legittimo. Sono formidabili le nuove armi a disposizione dello Stato, bisogno solo augurarsi che siano puntate nella direzione giusta.