Trillionaire, l’uomo che può spendere un milione al giorno per 2738 anni

di Riccardo Galli
Pubblicato il 17 Gennaio 2017 - 14:14| Aggiornato il 21 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA
Trillionaire, l'uomo che può spendere un milione al giorno per 2738 anni

Trillionaire, l’uomo che può spendere un milione al giorno per 2738 anni

ROMA – Probabilmente già entro il 2040, ma certamente entro il 2050, assisteremo alla nascita del primo trilionario. Vale a dire un individuo che da solo possederà almeno mille miliardi di dollari. Già oggi esistono ricchissimi fortunati che vantano patrimoni miliardari, ma da Bill Gates a Marck Zuckerberg, passando per il “nostro” Leonardo Delvecchio, nessuno va oltre la decina di miliardi di dollari. Se però i ricchi continueranno ad arricchirsi al ritmo di oggi nel giro di un quarto di secolo ci sarà qualcuno che quella soglia la raggiungerà. Un super-ricchissimo che, per consumare una cifra del genere, dovrebbe spendere un milione di dollari al giorno per 2.738 anni.

Non si tratta di previsioni fatte con la palla di vetro o della predica di qualche moralista anti-capitalista neo pauperista, ma di mere previsioni matematiche basate sui dati odierni. Dati che sono stati presentati da Oxfam, una ong che ha l’obiettivo di eliminare la disuguaglianza e la povertà nel mondo, e che raccontano di un mondo fatto di enormi diseguaglianze – tanta ricchezza nella mani di pochissimi e nulla nella tasche di miliardi di nostri simili – che si vanno e si andranno sempre più accentuando.

Oggi, nel 2016, 8 persone possiedono la stessa ricchezza – 426 miliardi di dollari – dei 3,6 miliardi di persone più povere del mondo. L’1% della popolazione mondiale è più ricco del restante 99%. Da soli 1.810 miliardari detengono una ricchezza di 6.500 miliardi di dollari, cioè quanto posseduto dal 70 per cento più povero dell’umanità. Un terzo di questa ricchezza è ereditata, mentre il 43 per cento è dovuta a relazioni clientelari e, allo stesso tempo, una persona su dieci nel mondo vive con meno di 2 dollari al giorno. Dieci tra le più grandi multinazionali poi hanno generato tra il 2015 e il 2016 profitti superiori alla ricchezza complessiva dei 180 paesi più poveri al mondo.

Una condizione, quella della polarizzazione della ricchezza nella mani di pochi, con il conseguente “dimagrimento” del ceto medio, che si ritrova anche in Italia dove l’1% della popolazione nel 2016 era in possesso del 25%della ricchezza nazionale. Meglio rispetto a quella che potremmo definire la media generale, ma da soli i primi 7 miliardari italiani possiedono comunque più ricchezza del 30% più povero della popolazione.

Questa è la fotografia di oggi, ma Oxfam non si è limitata a scattare un’istantanea del momento, ha anche messo questi dati in relazione con quelli degli anni passati trovando conferma di quello che già in verità si sa. E cioè che la ricchezza si sta progressivamente concentrando nelle mani di una ristrettissima cerchia di umani. Non che sia mai stata equamente distribuita lungo tutto il globo terracqueo, le diseguaglianze ci sono sempre state e l’umanità ha conosciuto anche momenti peggiori di questo. Era ed è però un fatto che nel corso del ‘secolo breve’, il ‘900, e anche di quello precedente, almeno nella parte di mondo che abitiamo e conosciamo, si era vissuta una fase di relativa redistribuzione. Fenomeno che aveva portato alla formazione delle classi medie con tutte le conseguenze che queste hanno prodotto in termini di democrazia, diritti e anche consumi.

Da almeno un decennio la rotta si è però invertita. Le fila delle classi medie si vanno assottigliando ovunque e chi ne fuoriesce va inevitabilmente ad ingrassare quelle dei poveri. In Italia infatti, ma soprattutto nel mondo, sono sempre di più i poveri mentre i ricchi sono sempre più ricchi.

Ecco come e perché, nel giro di una generazione, conosceremo il nome del primo uomo trilionario. E mentre lui potrà spendere un milione di dollari al giorno per un millennio e più, la gran parte della decina di miliardi di suoi simili che a quel punto abiteranno il pianeta, si dovranno accontentare delle briciole.