Tumori collo e testa da sesso orale, la regola dell’un per tre

di Riccardo Galli
Pubblicato il 25 Settembre 2013 - 15:54| Aggiornato il 26 Febbraio 2015 OLTRE 6 MESI FA

sessoROMA – Tumori da sesso orale, vale la regola dell’uno per tre. Ulcere in bocca, raucedine e difficoltà a deglutire. Se uno di questi sintomi dura per tre settimane, potrebbe essere la spia di un tumore apparso nella zona testa/collo. Tumori che, oltre ai soliti “classici” fumo ed alcol, possono essere “colpa” del sesso orale.

“Sono il sesto cancro più comune in Europa, – spiega Giovanni Succo a Stefano Rizzato su La Stampa riferendosi ai tumori della zona collo/testa – dove l’anno scorso sono stati diagnosticati a 150 mila persone. In media, colpisono un uomo su 38 e una donna su 176”. E la quota di quelli “da sesso orale” è in crescita, lo dicono i numeri e lo rivela la localizzazione geografica.

“A causare questo tipo di tumori – spiga Succo, segretario generale della Società Italiana di oncologia cervico-cefalica – sono il fumo, responsabile del 64% dei casi, l’alcol, per circa il 20%, e le infezioni da papilloma virus, che sono un fattore minoritario ma in crescita. Negli ultimi anni è cresciuta la sensibilità sui rischi di fumo e alcol, ma questi tumori non calano. Prima erano diffusi soprattutto nelle zone dove si beve e si fuma di più, come le regioni montane, oppure il dipartimento di Calvados, in Francia, il caso più famoso. Oggi sono in aumento nelle nazioni occidentali dove maggiore è stata la liberalizzazione dei costumi sessuali”.

Si fuma meno, si beve con più accortezza ma l’incidenza di questi tumori non cala. Ergo la “terza” causa, il papilloma virus, quindi il sesso orale, deve per forza aumentare la sua quota di responsabilità. In più, la diffusione geografica mostra come questo tipo di tumori stia guadagnando terreno la dove i costumi sessuali sono più liberi e quindi dove il sesso orale, in ogni sua forma, è più diffuso e praticato.

“Sdoganati” dalla confessione di Michael Douglas, che raccontò come il suo tumore alla gola fosse dovuto alla sua passione per il sesso orale, sono i tumori prodotti dal papilloma virus una minoranza. Il pericolo esiste quindi, ma non esiste automatismo e non bisogna bandire per questo il sesso orale. Di papilloma virus ne esistono infatti moltissime varianti, e solo le più pericolose di questo possono portare poi alla formazione di cellule tumorali nell’utero come in altre parti del corpo che con questo filamento di Rna vengono a contatto.

Leggendo le parole di Succo: “Si stima che circa il 90% delle persone, prima o poi, sviluppi un’infezione da Hpv nella propria vita”, si capisce come l’attenzione sia comunque importante. Questo tipo di tumori, che colpisce la zona testa collo ma che non include i cancri di occhi, cervello, orecchie ed esofago, sono tra i più curabili. La relativa facilità d’accesso, le nuove tecniche chirurgiche rendono queste formazioni asportabili o attaccabili, sempre o quasi con recuperi totali e veloci. A patto però che siano individuati in tempo. Ecco quindi la regola dell’un per tre. Una regola volta a non sottovalutare sintomi apparentemente banali che possono però essere il campanello dall’allarme di qualcosa di ben più grave.

“Solo alcuni tipi – continua Succo – sono davvero aggressivi e capaci di causare tumori e per questi da qualche anno si sta anche sperimentando la vaccinazione facoltativa, da fare per ragazzi e ragazze prima che inizino ad avere rapporti sessuali”.

In definitiva di sesso orale non si muore. Ma è certamente un’altra di quelle “cose” della vita che rientrano ora nella celebre definizione secondo cui “tutte le cose buone della vita o fanno male, o sono illegali”.