Rogiti sotto i 100 mila senza notai. Insorgono “per i più deboli”. Davvero?

Pubblicato il 25 Febbraio 2015 - 13:29 OLTRE 6 MESI FA
Rogiti sotto i 100 mila senza notai. Insorgono "per i più deboli". Davvero?

Rogiti sotto i 100 mila senza notai. Insorgono “per i più deboli”. Davvero?

In un freschissimo disegno di legge presto all’esame del Parlamento che si appresta a smontarlo o almeno a sbocconcellarlo c’è scritto che se compri o vendi unità immobiliare per importo sotto i centomila euro non ci sarà più bisogno dell’atto notarile. E della relativa parcella al notaio. Subito i notai sono insorti, comunque fiduciosi di quel che possono e contano in Parlamento. Sono ottimisti i notai sullo smontaggio/insabbiamento del disegno di legge. Comunque, per ogni evenienza, stanno conducendo campagna per chiarire che la loro netta opposizione alla possibilità di fare a meno del notaio non è per il notaio che ci rimette una parcella. Che volgarità, i notai fanno sapere che lo fanno “per i più deboli”.

Se mai quel disegno diventasse legge ciascun cittadino che vende o compra entro i centomila euro potrebbe scegliere, decidere se vuole l’atto notarile con annesso costo o se vuole un documento redatto e siglato tra avvocati con costi decisamente inferiori. La legge non obbliga, lascia al cittadino possibilità di scelta e di individuare la convenienza reale nel suo specifico caso. Eppure i notai avvertono: e se poi…E se poi cosa? Fanno sapere i notai che la custodia dei registri immobiliari è da sempre nelle loro mani. E allora? Stanno dicendo che se non “custodiscono” loro allora non vale? Se dicono questo di fatto è una minaccia non una previsione.

Ma non dicono proprio questo i notai, dicono che al venditore/acquirente sotto i centomila euro risparmiare il costo del notaio non conviene. E perché mai non dovrebbe convenire? Perché il notaio è il notaio, l’avvocato è l’avvocato e un atto notarile è cosa buona, giusta e salda. Il resto non si sa.

Può anche darsi che in alcuni casi risparmiare i soldi del notaio possa non essere buon affare. Ma i notai però non insistono tanto su questo, non si abbassano a far concorrenza alle altre ipotetiche forme di registrazione delle compravendite. Tanto meno fanno riferimento al possibile calo del loro giro d’affari, insomma al calo, piccolo, degli introiti, se nei loro studi non si reca, e paga, qualche cliente in meno che “salta” il notaio sotto i centomila euro. Figurarsi se i notai lottano per il loro fatturato (il che sarebbe,anzi è, legittimo e sacrosanto). No, i notai lo fanno per noi, in particolare per i “più deboli”. Che sarebbero confusi, raggirati, turlupinati in massa se non assistiti dai notai stessi.

Lo fanno per noi, mica per loro. Lo fanno in particolare “per i più deboli”. I notai come i tassisti che lo fanno mica per loro ma solo per i clienti. Come i titolari di farmacie che si battono, vittoriosi, non per il loro budget e lavoro, ma solo per impedire che i vecchietti un po’ rincretiniti si imbottiscano di medicine comprate fuori dalle farmacie e fornite… da farmacisti. Non lo fanno per mantenere l’esclusiva, lo fanno per noi, in particolare “per i più deboli”.  Come gli avvocati che fanno muro alla liberalizzazione delle tariffe mica per loro, ma ovviamente per noi. Come magistrati che solo per noi, “per i più deboli” difendono il principio di un Tribunale ogni campanile possibile. Come i Vigili Urbani che l’indennità in busta per fare niente meno che i Vigili Urbani in strada la vogliono per noi, per la “mobilità debole”. Mica per loro, questo mai.

Come i dipendenti pubblici che non vogliono allungare l’orario mica perché, comprensibilmente, non va loro di lavorare di più o diverso da come lavoravano prima. Lo fanno per non “disorientare l’utenza”. Come i docenti precari degli asili che piazzano un due/tre assemblee al mese al posto dell’asilo mica per farsi assumere. No, lo fanno perché “non ci sia singhiozzo nell’erogazione delle prestazioni, soprattutto per le famiglie e i bambini più deboli”.

Un elenco che potrebbe continuare a lungo, un elenco sterminato. Non c’è nessuna categoria, piccola o grande che sia, ricca o indigente che sia, pubblica o privata che sia che si mobilita, fa opposizione, lobbyng, lavori, si organizzi, addirittura pensi per i propri interessi, il proprio portafoglio, il proprio status. In Italia vigilano sui “più deboli” tutte le categorie e professioni e sindacati e lobby. Come le nonne di una volta avevano stampato sulla camicia da notte: “Non lo fo per piacer mio ma per far piacere a dio”, così tutte le categorie, professioni sindacati e lobby hanno pre stampato in bocca: “non lo faccio per il mio interesse ma per quello dei cittadini, utenti, clienti, in particolare i più deboli”.

Già era difficile credere alla totale sincerità delle nonne, del tutto improbabile credere a quella di categorie, professioni, sindacati e lobby tutti missionari disinteressati, tutti socialmente caritatevoli. Più facile e più saggio per i più deboli, quando sentono che qualcuno si sbatte per loro e solo per loro, rivolgersi a qualcun altro.