Roma, se fossi sindaco…Cesare Lanza: “La dividerei in 4”

di Cesare Lanza
Pubblicato il 24 Maggio 2016 - 07:48 OLTRE 6 MESI FA
Roma, se fossi sindaco...Cesare Lanza: "La dividerei in 4"

Roma, se fossi sindaco…Cesare Lanza: “La dividerei in 4 e l’affiderei ai 4 primi eletti degli altri partiti”

ROMA – Sindaco di Roma, chi sarà? Cesare Lanza ha messo sotto esame i candidati sindaco e questo è il risultato della sua analisi.

Tutti recitano il rosario delle buone intenzioni, qualcuno si autocelebra se appena spunta l’occasione, neanche a pagarla oro si intravede una battuta ironica o, non sia mai, autoironica. Anche il sarcasmo è a livello zero, e questo si può giustificare se è vero ciò che ha detto Thomas Carlyle:

“Il sarcasmo è il linguaggio del diavolo: per questo da molto tempo vi ho praticamente rinunciato”.

Ammetto comunque che la battaglia per conquistare il Campidoglio è avvincente: va al di là dei partiti ed è personalizzata, come una gara sportiva, di calcio o di tennis o di ciclismo. Chi arriverà primo? Mi occuperò di Virginia Raggi, Roberto Giachetti, Alfio Marchini e Giorgia Meloni: la prima è al momento la super favorita nei sondaggi, gli altri tre in ordine alfabetico.

VIRGINIA RAGGI, PROMETTENTE E INCOMPIUTA. CON CHI AL BALLOTTAGGIO? Secondo i sondaggi la candidata del M5S è in vantaggio sugli altri. Dubito che possa imporsi al primo turno, a meno che i suoi avversari non commettano autogol devastanti. Molti auspicano aria fresca e un volto nuovo su Roma, massacrata dalla politica di vecchio stampo. Non nego che piacerebbe anche a me, pur di verificare finalmente la qualità e la capacità del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo in una prova, finalmente, importante.

La domanda è: nell’eventuale ballottaggio, la Raggi a chi chiederà i voti? C’è Salvini, ma quanto vale il suo sostegno? E sarà stabile? In tv, Virginia Raggi è andata finora più che egregiamente, dal suo enturage mi spifferano che avrebbe un carattere sussiegoso. Non mi interessa. Mi preoccupa di più il suo svarione, confondendo l’Ama con l’Atac…

ROBERTO GIACHETTI / UN SIMPATICO NAIF… Non nascondo simpatia, stima, indulgenza e, se non si offende, tenerezza. Perché? Perché, per certo, è onesto e perbene che più onesto e perbene non si può! Metto le mani avanti: direte che questo dovrebbe essere scontato. Ahimè, non lo è nella società politica italiana di oggi con aggravamento progressivo e illimitato su Roma. Quindi, se vi affidate a Giachetti, sappiate che in Campidoglio alloggerà un galantuomo. Può bastare un naif come sindaco? Conosce le tenebre e le porcherie che si accumulano dietro i problemi della Capitale infetta? Ha la determinazione, l’aggressività per gestire, comandare, mettere ordine, colpire? Glielo auguro, eventualmente, ma intanto farebbe bene a sfoderare un po’ più di grinta…

ALFIO MARCHINI / MA DAVVERO È TUTTO MOLTO SEMPLICE? È bello, il che vuol dire che il pubblico femminile, se indeciso, saprà su chi puntare. È ricco, quindi non avrà bisogno di rubare o intrallazzare. Argomenti a favore e contro? Sarebbe un volto nuovo, quindi interessante da vedere all’opera, in prima linea. Ha importanti relazioni internazionali, non ci farebbe sfigurare né fuori, né in casa. E conosce Roma.

Tuttavia: la sua partenza è stata all’insegna dell’indipendenza dai partiti, anche se scontava l’appartenenza familiare al vecchio partito comunista. Ora è stato scelto da Berlusconi come leader di tutte le fazioni che non vogliono sostenere la Meloni. Il che, oltre ai voti che può muovere Silvio, significa accettare Fini, Storace, Alemanno, Gasparri e compagnia cantando. Su questo tasto lo tormenteranno.

La mia arringa difensiva, oggettivamente, sarebbe questa… Se uno si candida, mira a vincere. Da solo, Alfio non potrebbe vincere. In politica, giusto e razionale è rastrellare voti ovunque pur di vincere (se Renzi accoglie Verdini, perché Marchini non dovrebbe giovarsi del redivivo Fini?). Mi dicono, e si legge, che Marchini cerca voti anche da D’Alema, fiducioso di poter contribuire alla sconfitta del capo del governo. Se Alfio arriva al ballottaggio, con tutti questi sostegni potrebbe farcela. Se fossi un suo consulente, gli direi: attenzione alle esternazioni televisive.

Quando ha partecipato a Porta a Porta di Bruno Vespa, ad ogni domanda sulle possibili soluzioni, rispondeva allargando le braccia: “Molto semplice…!”. Ammiro la sicurezza educata e spavalda, ma credo che per la soluzione dei tormenti romani non ci sia proprio nulla di semplice. E poi: ogni due per tre diceva “noi e loro”, spaccando – mi direi – la popolazione e i politici secondo uno spartiacque etico. Ma loro chi? Anche tutti i capi e capetti che sta raccogliendo a destra, al centro, a sinistra, pur proclamando la propria indipendenza? Quelli sono noi o loro?

GIORGIA MELONI / TOSTA, POCO TOSTA O TROPPO TOSTA? A proposito di autocelebrazione, pur dicendo di non avere intenzione di autocelebrarsi, la simpatica ragazza ha detto che “Berlusconi doveva puntare su di lei, unica ad aver possibilità di affermarsi nel centro destra”. Beata sicurezza, in linea con il risaputo temperamento, tosto e determinato, della Meloni. Che mi fa simpatia di fronte all’attacco furioso che le viene mosso da tutti, dalla destra che si sta ricompattando contro di lei, agli altri partiti. Fino al punto di far circolare addirittura la voce che la Meloni sa di essere sconfitta, non vorrebbe fare il sindaco, sostiene con vigore questa campagna solo per rafforzarsi nelle sue posizioni, a fronte della vera o presunta decadenza e/o disfatta di Berlusconi. Riferisco, per la cronaca.

Mi sia consentita, come diceva il Cavaliere, un’osservazione. Sui bus di Roma gli spot (ne fa più lei o Marchini?) attestano: “Qui le regole si rispettano”… Se fossi stato un suo consulente, avrei suggerito: “Votatemi e farò rispettare le regole” perché a Roma, al momento, nessuno le rispetta, neanche i gatti, che fanno qualsiasi cosa pur di arruffianarsi le gattare. Comunque, se arriva al Campidoglio, una cosa è certa: anche se non conosce la burocrazia orrenda dell’amministrazione comunale, Giorgia conosce Roma e potrebbe essere un ottimo sindaco.

CONCLUSIONE / CHI RIUSCIRÁ… …a districarsi nella foresta selvaggia che incombe, forse un po’ fiaccata ma indomita, sull’amministrazione di Roma? Una foresta dove trovi il peggio del peggio: burocrati timidi e inefficienti o efficienti e speculatori, trafficanti professionali, mediatori a caccia di guadagni leciti e illeciti, farabutti e facce patibolari, serpenti annidati nell’ombra, coltellate alla schiena da chi non ti aspetti… Ho già scritto che non basta un sindaco da solo per una città enorme come Roma, ce ne vorrebbero quattro. È impossibile, ma nulla vieterebbe al neo eletto di dividere Roma in quattro e di affidare a quattro plenipotenziari l’amministrazione di un quarto, per ciascuno, della città.

Non ci crederete, forse, ma se toccasse a me, i quattro plenipotenziari e miei fiduciari sarebbero i primi eletti degli altri partiti. Perché, umilmente, chiunque dovrebbe riconoscere di non avere verità in tasca, e poi sarebbe positiva la competizione fra i rappresentanti degli altri partiti. Infine, mi auguro di poter assistere televisivamente a confronti diretti: c’è chi sfugge, chi butta la palla in calcio d’angolo… La Meloni sfida chiunque e con chiunque vorrebbe misurarsi, Giachetti ovviamente ci sta, di Marchini non so ma presumo che sia disponibile. La Raggi no: perché? Li aspetto tutti in video, testa a testa.