Donato Carlea fece bene in Umbria. Ministro Lupi, da Napoli perché l’ha rimosso?

di Salvatore Sfrecola
Pubblicato il 1 Gennaio 2015 - 12:30 OLTRE 6 MESI FA
Donato Carlea fece bene in Umbria. Ministro Lupi, da Napoli perché l'ha rimosso?

Donato Carlea. Fece bene in Umbria. Perché il Ministro Lupi l’ha rimosso da Napoli?

Salvatore Sfrecola ha pubblicato questo articolo sul suo blog, Un Sogno italiano, con il titolo: “Donato ma non domato”.

“Donato perseguitato”, si legge nella rubrica “Riservato” del’Espresso in edicola. Donato è l’ingegnere Donato Carlea, sospeso dall’incarico di Provveditore alle Opere Pubbliche della Campania e del Molise. Riferisce il giornale che egli “va alla guerra contro il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi e il suo Capo di Gabinetto Giacomo Aiello” a causa di un provvedimento di sospensione dal servizio, che il dirigente ritiene immotivato e soprattutto ingiusto per il quale, oltre a rivolgersi al giudice del lavoro, ha interessato il sindacato UNADIS chiedendo di essere tutelato.

Non conosco i fatti e pertanto mi astengo da commenti sulla vicenda che, se fosse effettivamente delineata nei termini indicati dal giornale (nel senso che il funzionario avrebbe denunciato “una colossale truffa ai danni dello Stato”, dalla quale sarebbero derivati i suoi guai), avrebbe del paradossale.

Non conosco i fatti ma ho conosciuto l’ingegnere Carlea alcuni anni fa nella sua veste di Provveditore alle Opere Pubbliche per l’Umbria. Venne a conferire con me che, da Procuratore regionale della Corte dei conti, avevo chiesto al Provveditorato di aggiornarmi in ordine allo stato dei lavori di costruzione del carcere di Perugia (Capanne), in forte ritardo rispetto alla crono programma, e che aveva dato luogo a interventi polemici sulla stampa ed a denunce di cittadini e di associazioni per un presunto danno erariale consistente nell’aumento dei costi in conseguenza dell’allungamento dei tempi di realizzazione di quell’importante manufatto che si presentava come una struttura penitenziaria modello, dotata di tutti i servizi, e pertanto conforme ai canoni di civiltà che il nostro Paese è chiamato a rispettare.

Ricordo che l’ingegnere Carlea, che aveva ereditato quella situazione di grave ritardo dal suo predecessore, si mise subito al lavoro e nel giro di un tempo ragionevole, mi sembra di ricordare due anni, chiuse il cantiere con generale soddisfazione dell’Amministrazione penitenziaria.

Sulla base di questa esperienza ho un ottimo ricordo del Provveditore Carlea, sicché mi ha stupito leggere della sua attuale situazione, per di più collegata ad una sua denuncia per un fatto gravissimo riguardante, come scrive il giornale, “un appalto di 18,3 milioni di euro per la ristrutturazione, mai avvenuta, di un palazzo romano destinato ai servizi segreti”.

Non c’è dubbio che nei prossimi giorni l’Amministrazione delle infrastrutture farà conoscere la propria versione dei fatti, in modo da consentire all’opinione pubblica di verificare – in piena trasparenza – se siamo di fronte ad un funzionario responsabile di qualche errore grave che possa giustificare la sospensione, la quale in ogni caso avrà seguito il regolare procedimento di contestazione degli addebiti in modo da consentirgli la difesa (il giornale non parla), o se è stato vittima di qualche faida interna ad una Amministrazione che nei tempi più recenti è stata in qualche modo coinvolta, in qualche caso indirettamente, negli illeciti di funzionari appartenenti ai suoi ruoli.

Il chiarimento è necessario, lo esige una regola elementare di buona amministrazione e di civiltà giuridica perché i cittadini che hanno letto l’articolo dal quale hanno preso spunto queste nostre considerazioni non restino nel dubbio che questo è un Paese dove le regole del diritto vengono trascurate, da qualunque parte stia la ragione.