Economia. Come farla crescere? Una sola ricetta: moralità

di Salvatore Sfrecola
Pubblicato il 25 Luglio 2015 - 06:42 OLTRE 6 MESI FA
Economia. Come farla crescere? Una sola ricetta: moralità

Economia. Come farla crescere? Una sola ricetta: moralità

ROMA – Salvatore Sfrecola ha pubblicato questo articolo anche sul suo blog, Un sogno italiano, col titolo “Moralità (pubblica e privata) vo’ cercando, perché l’economia torni a crescere”.

C’è bisogno di “moralità” perché il prodotto interno lordo torni a crescere, perché le imprese italiane aumentino la produzione con incremento dei posti di lavoro. Non sembri strano questo richiamo ad un valore non ricompreso ordinariamente nei requisiti di un mercato che “tira”, imposte basse, regole dei rapporti di lavoro flessibili, più ampi consumi delle famiglie.
La variabile “moralità” degli operatori economici e dei pubblici funzionari, dunque, come valore economico percepibile dai mercati. Si dirà che con la moralità non si mangia, come, secondo alcuni, non si mangia con la cultura. Invece è proprio così, con la cultura si creano occasioni straordinarie di lavoro per un Paese che ha il più grande e prestigioso patrimonio storico artistico e vanta la fama di poeti e scrittori tradotti in tutte le lingue. E non c’è dubbio che la scarsa moralità, o meglio la diffusa immoralità sia tra le ragioni della difficoltà degli investimenti nel nostro sistema finanziario e produttivo. Certo, concorrono a scoraggiare gli investitori il fisco pesante e ingiusto (perché a fronte di oneri tributari tra i più alti d’Europa il pubblico non rende servizi adeguati) e la giustizia civile, straordinariamente lenta, al punto di non assicurare certezze nella tutela dei diritti.

Ma è soprattutto la corruzione a tenere lontani dall’Italia gli operatori economici stranieri, quanti vorrebbero investire nel Bel Paese, ma sono dissuasi dal rilevare pacchetti azionari o dal partecipare alle gare di appalto per opere pubbliche e forniture di servizi giudicate spesso “pilotate”. E difatti alle procedure per l’affidamento di grandi appalti non partecipano imprese europee, spaventate dai tempi lunghi delle procedure e dalla incertezza della loro conclusione. Troppe volte abbiamo letto di appalti che “sembrano” decisi a misura di un predestinato vincitore. In queste condizioni è evidente che la mancanza di moralità ha un costo altissimo, è un dato negativo che pesa sullo sviluppo dell’economia italiana.
Moralità pubblica e privata, di coloro i quali, nel governo della cosa pubblica o nelle amministrazioni, devono esercitare “con disciplina ed onore”, come leggiamo nell’art. 54 della Costituzione, le funzioni pubbliche. Moralità dei privati che concorrono al deterioramento dell’immagine dello Stato e degli enti pubblici corrompendo politici e funzionari. L’emergenza corruzione è dunque da affrontare in via prioritaria. Il Parlamento ha varato una legge anticorruzione, la n. 190 del 2012, che per la prima volta ha prestato speciale attenzione ai profili amministrativi delle procedure e dei controlli. Una legge di recente integrata (legge n. 69 del 2015) con inasprimento delle sanzioni penali e il ripristino del “falso in bilancio” (false comunicazioni sociali), la fattispecie che aveva consentito al pool di “mani pulite” di individuare dove erano finite le tangenti effetto della corruzione. È stato previsto anche che per avere vantaggi in sede giudiziaria, dalla sospensione condizionale della pena al patteggiamento, si deve restituire integralmente il prezzo o il profitto del reato, fermo restando in ogni caso il ristoro del danno erariale di competenza della Corte dei conti.
L’apposita Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) è impegnata nell’applicazione della legge e nella verifica del rispetto degli adempimenti che dovrebbero servire ad identificare situazioni a rischio corruzione. Tuttavia l’impressione è che la corruzione, che è stata definita “pulviscolare” per sottolinearne la diffusione in ogni settore ed a tutti i livelli, possa essere efficacemente combattuta solamente con un forte impegno morale che restituisca agli italiani il senso della legalità. Non che sia sconosciuto nelle varie contrade della Penisola, ma certamente è troppo poco praticato.