O incapaci o corrotti o tutt’e due: alluvione a Roma, frane in Liguria

di Salvatore Sfrecola
Pubblicato il 6 Febbraio 2014 - 23:42 OLTRE 6 MESI FA
O incapaci o corrotti o tutt'e due: alluvione a Roma, frane in Liguria

L’alluvione a Roma (Foto Lapresse)

ROMA – Che sarebbe scesa a catinelle lo sapevano tutti coloro che seguono le previsioni del tempo in televisione o alla radio. L’incontro di aria fredda con lo scirocco africano preannunciava piogge consistenti un po’ dappertutto, soprattutto sulla fascia tirrenica già interessata giorni prima da consistenti precipitazioni che avevano imbevuto a tal punto le colline liguri da provocare il 17 gennaio lo smottamento della collina tra Andora e Cervo, con conseguente deragliamento di un treno intercity. Sfiorato il disastro il convoglio è ancora in bilico e potrebbe scivolare a mare.

Dal 17 gennaio al 31, il giorno dell’alluvione a Roma, perché di questo tecnicamente si tratta, sembra non sia successo niente. Certo l’acqua è stata tanta, forse più del prevedibile. Ma un cittadino normale, come chi scrive, immagina che l’Amministrazione competente, nella specie il Comune di Roma, abbia dei piani di emergenza variamente modulati in relazione a situazioni che possono verificarsi, nelle aree a rischio che sono sempre le stesse, il Nord di Roma, con possibilità di allagamenti nella zona di Prima Porta, come è accaduto più volte in passato, neppure tanto tempo fa.

Invece sembra a chi ha osservato gli eventi che non ci fosse nulla di predisposto e modulato secondo il possibile variare degli eventi. Strade e sottovia si sono immediatamente riempiti d’acqua, con il Grande Raccordo Anulare, un nome che in queste circostanza si rivela inutilmente pomposo, intasato fino all’inverosimile.

Non me lo ha raccontato nessuno perché poco dopo le 7,30 ero sull’Aurelia in uscita proprio all’imboccatura dello svincolo per il raccordo, naturalmente pieno d’acqua, sicché la Municipale ci fa fatto salire sulla carreggiata interna del raccordo già intasato all’inverosimile. Ho fatto in due ore poco più di trecento metri e mentre migliaia di automobili erano in fila la carreggiata esterna era libera, tanto è vero che passavano frequentemente auto e camion diretti verso Fiumicino. Ed è venuto spontaneo pensare, considerato che alla centrale operativa (ma quale?) avranno avuto le idee chiare perché sopra di noi passava ripetutamente un elicottero, per quale motivo non si sia pensato di far deviare il traffico sulla carreggiata esterna ridotta come quando sono in corso lavori per far deviare il traffico o verso sud o verso una uscita che consentisse il rientro in città. Niente di niente. Incompetenti, incapaci di decidere.

Evidentemente mancano piani di emergenza. Mancano anche interventi di manutenzione. Il Sindaco Marino ha detto di aver fatto pulire le candiole, cioè gli scarichi che portano l’acqua nelle fognature. Se è vero, e non ho motivo di dubitare, è certo che le fognature non sono state pulite e, probabilmente intasate, non sono state in grado di accogliere le acque piovane.

Il problema va visto nella sua globalità. Quando piove tanto e il fiume s’ingrossa l’acqua stenta a disperdersi in mare che in queste circostanze è sempre molto mosso. È qui che sta la capacità degli amministratori ai quali spetta anche tenere pulite le sponde del fiume perché l’acqua scorra e non sia rallentata dai cumuli di tronchi e vegetazione varia depositata in vicinanza dei ponti e lungo alcuni argini, soprattutto nelle anse.

È Il tema della prevenzione e del monitoraggio, funzioni pressoché ignote in questo Paese. Attività che costano e sono poco visibili agli occhi dei cittadini ai quali i politici di turno chiedono i voti. Per cui si preferisce trascurare, tanto l’emergenza ed i disagi della popolazione si dimenticano presto. Qualche improperio indirizzato al Sindaco per le poche ore dell’emergenza e poi torna tutto come prima, anche se il diluvio ha lasciato strade dissestate per la gioia di chi ha vinto gli appalti per la manutenzione.

Una vergogna per Roma, che è stata la capitale del più grande impero di tutti i tempi, quello che per secoli ha costruito strade, ponti, acquedotti, fognature. Su un ponte romano, mi è stato detto, passano addirittura i TIR. Mancano risorse adeguate, è vero, ma non c’è dubbio che si potrebbero recuperare attraverso una oculata revisione della spesa inutile, di tutti gli sprechi infiniti dovuti a cattiva gestione politico-amministrativa e ad insufficienti controlli, a cominciare dai collaudi delle opere stradali e non solo che degradano rapidamente proprio perché non eseguite a regola d’arte, eppure puntualmente collaudate.

In queste situazioni c’è molta incapacità e non solo. Perché chi spreca denaro pubblico è incapace o corrotto. Tertium non datur.