Pirozzi di Amatrice: “Meglio il piddino Errani che un presidente di Regione del mio partito”

di Silvia Cirocchi
Pubblicato il 4 Settembre 2017 - 09:04| Aggiornato il 26 Febbraio 2020 OLTRE 6 MESI FA
Pirozzi di Amatrice: "Meglio il piddino Errani che un presidente di Regione del mio partito"

Pirozzi di Amatrice: “Meglio il piddino Errani che un presidente di Regione del mio partito” (foto Ansa)

Terremoto, la ricostruzione in alto mare. Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, non ha dubbi: meglio Vasco Errani, commissario straordinario, anche se post comunista, che un presidente di  regione, anche di Forza Italia o della Lega.

Pirozzi intervenendo telefonicamente a Invictus, la tre giorni organizzata da Gioventù Identitaria, si augura che dopo le dimissioni del commissario Errani venga nominato un altro commissario e che i subcommissari nominati siano i sindaci delle zone rosse.

“Se faranno quattro commissari presidenti di regione sará un manicomio. L’esperienza precedente che vedeva la Protezione civile impegnata in prima linea per la gestione del post sisma era quella vincente. Questa volta alla Protezione Civile è stata affidata solo l’emergenza mentre il post emergenza è stato messo in mano alle Regioni, che non sono assolutamente in grado di gestire la situazione”.

Pirozzi, dal 24 agosto di un anno fa, quando il terremoto ha raso al suolo Amatrice, non ha mai smesso nemmeno un istante di battersi per la rinascita della sua città. In alcuni casi alzando anche la voce. Tutti ricordano con che veemenza si ribellò alla decisione di Renzi di tenere a Rieti i funerali delle vittime e ottenne di celebrare le esequie ad Amatrice. E da idolo dei suoi compaesani, quasi come un contemporaneo Masaniello, ” Sergio il Sanguigno” – come è stato soprannominato – è diventato una celebrità, tanto da diventare il più probabile candidato del centrodestra per le regionali del Lazio del 2018.
Oggi Pirozzi dice: “Lo ripeto qui, dopo averlo detto anche a Gentiloni, ma non perché ci debba essere il sindaco di Amatrice, ma perché sarebbe un sistema per far funzionare in modo migliore la gestione post emergenziale. Quello che noto oggi è uno scollegamento forte tra chi decide e chi sta sul campo”.
Alla domanda che messaggio darebbe ai nostri giovani che oggi sono riuniti qui e che domani potrebbero essere membri delle istituzioni, Pirozzi risponde: “Fatelo solo se amate perché un amministratore deve amare la propria terra altrimenti meglio non farlo.”