Salvini, dietro la vittoria i tormenti sovranisti della destra da Meloni a Berlusconi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Maggio 2017 - 07:52| Aggiornato il 26 Febbraio 2020 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Salvini (foto Ansa)

Matteo Salvini (foto Ansa)

ROMA – Una Lega così spaccata forse non si era mai vista. E non una spaccatura in superficie, una spaccatura profonda che vedrà l’apice dello scontro al congresso del Carroccio.

Salvini ha vinto con più dell’80% dei voti, ma quella che è passata inosservata è la bassissima affluenza che queste primarie hanno registrato.

Quell’80% di militanti leghisti è una sparuta parte degli effettivi iscritti al partito.

Quindi? Quindi fonte interne alla Lega invitano alla prudenza perché di vittoria non si puó parlare fino al congresso, quando le due anime del Carroccio si troveranno a confronto.
Salvini sa che nulla è scontato e si prepara al suo intevento, quello che dovrebbe unire tutti.
Ma la Lega da sola non può andare da nessuna parte e la leadership del centrodestra è difficile da ottenere viste le distanze con Berlusconi.
Troppe le differenze nei programmi, su tutte la questione europeista, che sembra impedire ai due partiti di convergere su una linea comune.
Nel contempo i sovranisti del Movimento Nazionale chiedono in conferenza stampa alla Camera dei Deputati che all’indomani dei ballottaggi nelle elezioni comunali vengano convocati gli Stati Generai del centrodestra aperti a tutti i partiti e movimenti schierati in modo nettamente alternativo al centro sinistra e al M5S. In un contesto di ampio dibattito e coinvolgimento popolare si chiede di affrontare i nodi irrisolti che oggi dividono i partiti nel dibattito nazionale:
 
– LEGGE ELETTORALE, che deve scongiurare derive proporzionaliste che impediscono all’elettorato di scegliere preventivamente la maggioranza di governo;
– LE PRIMARIE che, normate per legge o organizzate spontaneamente, devono diventare anche patrimonio anche del centro destra;
– I CRITERI DI FORMAZIONE DELLE LISTE che, anche in assenza di primarie, devono essere ispirati al massimo coinvolgimento del territorio senza decisioni verticistiche prese da poche persone in una stanza;
– LA POSIZIONE SULL’EUROPA che, soprattutto dopo le presidenziali francesi, sta dividendo su due posizioni (sovranisti e aderenti al PPE) lo schieramento di centro destra.
 
La richiesta è sul tavolo dei leader dei partita di maggiornaza del centro destra, e anche al congresso della Lega verrà affrontata la questione.
 
La sentenza sul ricorso di Straburgo tarda ad arrivare, e si teme che non arriverà in tempo utile. Salvini ha le sue grosse preoccupazioni in casa e la Meloni non riesce ad uscire dalla sua circostanziale provincialità. 
Nel centrodestra potrebbere scrivere il manuale su come favorire Renzi e M5S.