Cassazione: pari dignità a famiglie sposate, di fatto e gay

di Simona Napolitani
Pubblicato il 7 Ottobre 2015 - 05:15| Aggiornato il 26 Febbraio 2020 OLTRE 6 MESI FA
Cassazione: pari dignità a famiglie sposate, di fatto e gay

Cassazione: pari dignità a famiglie sposate, di fatto e gay

ROMA – La giurisprudenza, in assenza del legislatore, soccorre, sempre più di frequente, ad applicare la legge in maniera innovativa e, tale da rispondere alle istanze e alle esigenze della società civile.

E’ molto recente la pronuncia della Suprema Corte, secondo cui l’instaurazione di una famiglia di fatto, da parte dell’ex coniuge – titolare dell’assegno di divorzio – fa venir meno ogni legame con il tenore ed il modello di vita che hanno caratterizzato la precedente fase matrimoniale, e, pertanto, fa venir meno ogni presupposto per il riconoscimento dell’assegno di divorzio a carico dell’altro ex coniuge.

La Cassazione si è spinta oltre perché, a differenza delle precedenti pronunce, ha affermato che il diritto del coniuge titolare dell’assegno non entra in uno stato di “quiescenza“, pronto a rivivere nel caso in cui la famiglia di fatto venisse meno, ma resta definitivamente escluso.

Secondo la Cassazione, la formazione di una famiglia di fatto – costituzionalmente tutelata ai sensi dell’art. 2 della Costituzione come formazione sociale stabile e duratura in cui si svolge la personalità dell’individuo – è espressione di una scelta esistenziale, libera e consapevole, che si caratterizza per l’assunzione piena del rischio di una cessazione degli effetti del precedente rapporto matrimoniale e, quindi, esclude ogni residua solidarietà post matrimoniale con l’altro coniuge, il quale non può che confidare nell’esonero da ogni obbligo.

La decisione della Corte è innovativa laddove afferma – con l’introduzione di principi di ampio respiro – che la mera convivenza di per sé non influisce sull’obbligo di corrispondere l’assegno divorziale, se non quando assuma i connotati di una vera e propria “famiglia di fatto”, ossia la stabilità e la continuità, in un contesto in cui i partner elaborino un progetto e un modello di vita comune, tale da costituire arricchimento e potenziamento reciproco della personalità oltre che la trasmissione dei valori educativi ai figli.

Affermazioni importanti e di gran spessore culturale che – in un momento di disfacimento dei principi fondamentali di rispetto e di riconoscimento degli altrui diritti – dovrebbero applicarsi sempre e a tutte le famiglie.  La Costituzione non ipotizza un solo modello di famiglia, cosicché accanto a quello coniugale, regolato dall’art. 29 della Costituzione, possono coesistere altri modelli, rilevanti in quanto “formazioni sociali”, protette dall’art. 2 della Costituzione.

Sempre in un’ottica evolutiva del diritto e della sua applicazione, la giurisprudenza europea riconosce le famiglie di fatto, intese come relazioni che si dispiegano nell’ambito delle unioni non coniugali, non importa se tra persone dello stesso sesso e di sesso diverso.

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha di recente affermato che il diritto al rispetto della vita privata e familiare, per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali impone la qualifica di famiglia anche alle unioni formate da persone dello steso sesso. Si è così giunti all’elaborazione di un concetto di famiglia assai ampio, per cui sia che si tratti di unione omosessuale, sia che si tratti di unione tra soggetti di sesso diverso, è in ogni caso doveroso preoccuparsi della tutela dei singoli componenti all’interno del modello famiglia, prendendosi cura anche degli stessi rapporti interpersonali, a prescindere dal legame genetico eventualmente intercorrente tra padre e figlio e a prescindere dal tipo e dalle modalità dell’unione.

Possiamo affermare che si sta andando verso l’esistenza di un pluralismo familiare e verso una pari dignità dei diversi modelli familiari che si rinvengono nella realtà sociale. Un cammino che ci porta verso nuove frontiere del diritto, verso nuovi principi che fanno propri l’evoluzione ed i cambiamenti dei modelli sociali e della società tutta, come è giusto che sia.

Avv.Simona Napolitani

avvocatonapolitani@gmail.com