Vitalizi, la farsa dell’abolizione: ridotti del 40%, 1 euro di risparmio a cittadino

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 27 Luglio 2017 - 08:18 OLTRE 6 MESI FA
Vitalizi, la farsa dell'abolizione: ridotti del 40%, 1 euro di risparmio a cittadino

Vitalizi, la farsa dell’abolizione: ridotti del 40%, 1 euro di risparmio a cittadino

ROMA – Oggi è l’alba di un nuovo giorno. Si apre una nuova era. Come ha detto alla Camera l’analfabeta funzionale napoletano, questa data va segnata in rosso. La vergogna dei vitalizi agli ex parlamentari (2600 in tutto, presumibilmente anziani) è stata cancellata, salvo approvazione del Senato (difficile) e della Corte costituzionale (improbabile). Cioè, come scrive Giuseppe Turani su Uomini & Business, non è successo quasi niente, per ora.

Ma facciamo finta che invece sia tutto vero. A quanto ammonta il risparmio per le casse dello Stato? 76 milioni in tutto, cioè 1,2 euro a testa per ogni cittadino, il prezzo di un caffè. I vitalizi agli ex parlamentari non sono stati infatti cancellati, ma solo trasformati e ricalcolati con il metodo contributivo. In pratica sono stati ridotti di circa il 40 per cento.

Però, si dice, è stata cancellata una vergogna, è stata fatta giustizia. Può essere. Non risulta che il popolo fosse scandalizzato dall’esistenza di questi vitalizi residui. Sono  ben altre le cose che fanno arrabbiare la gente.

Ma, soprattutto, questa riforma è soltanto un ulteriore calcio negli stinchi all’istituto parlamentare di cui si poteva fare benissimo a meno. Non a caso i più felici sono stati i grillini, per i quali i parlamentari sono cittadini di serie B (di fatto ladri e lavativi), verso i quali qualsiasi nefandezza va bene, e non legittimi rappresentanti del popolo, nel bene e nel male.

Come si diceva, questa è l’alba di un n uovo giorno. Peccato che l’Italia sia ancora lì, con tutti i suoi problemi di prima. Che il vitalizio di Paolo Cirino Pomicino o di Gianni De Michelis venga decurtato del 40 per cento può far felice qualcuno, ma non sposta niente.

E, anzi, per la prima volta accadono due cose. Il trattamento dei parlamentari viene stabilito con una legge e non in base ai regolamenti della Camera di appartenenza (in teoria le Camera sono soggetti autonomi). Per la prima volta si interviene a modificare un trattamento previdenziale in essere. E non si capisce perché questo riguardi solo e soltanto gli ex parlamentari e non tutti i funzionari dello Stato o addirittura tutti i semplici cittadini.

Insomma, ci sono motivi di perplessità. Il provvedimento (per ora del tutto inutile) si conferma come irrilevante sotto il profilo economico (quasi ridicolo, anzi) e un po’ pericoloso sotto quello giuridico.

E è chiaramente un provvedimento anti-casta, cioè anti-istituti parlamentari. Del che gioisce Grillo, che ieri è andato in tribuna ospiti per godere del trionfo e ha fatto dire al suo portavoce che la data va scritta in rosso nella storia della Repubblica.

Solo perché Pomicino prenderà una pensione più bassa?

Questa è cretineria assoluta.