Christian De Sica a Selvaggia Lucarelli: “Mezza calza”. Lei: “Figlio di papà”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Novembre 2014 - 13:48 OLTRE 6 MESI FA
Christian De Sica a Selvaggia Lucarelli: "Mezza calza". Lei replica: "Spocchioso"

Selvaggia Lucarelli (LaPresse)

ROMA – Botta e risposta velenoso tra Christian De Sica e Selvaggia Lucarelli. Tutto nasce da un articolo di Dagospia che racconta il fastidio che Toni Servillo avrebbe manifestato domenica scorsa per la presenza della Lucarelli e del rapper Emis Killa nella sala grande del Teatro Parenti di Milano, mentre lui nella sala piccola dello stesso teatro presentava un libro.

De Sica su Facebook ha preso le difese di Servillo definendolo “grande attore”:

“Il resto è solo niente. E devono imparare a vivere,non siamo stanchi di Servillo siamo stanchi dei maleducati.”

Il riferimento era alla giornalista Selvaggia Lucarelli che poi è diventato ancora più esplicito in un altro commento:

“Servillo e’ un gran signore e la Lucarelli e’ quello che e’… Sicuramente saranno stati maleducati e chiassosi come sempre. Pensa tu se Servillo rosica…casomai e’ quella mezza calza che si ostina a voler fare un mestiere che non le appartiene…”.

Selvaggia Lucarelli è intervenuta rispondendo prima a Toni Servillo:

“Su Servillo mi limito a dire che si conferma semplicemente quello che è: un gigante di attore e di antipatia. Ma non do peso a quello che ha detto, mi sta bene che non sappia chi sia o che dichiari di non saperlo. La spocchia è la sua cifra, io amo le persone che sono coerenti fino in fondo con se stesse. Tra l’altro proprio su dagospia che lui odia tanto è finita la mia recensione a La grande bellezza quando l’oscar era ancora molto lontano. Recensione per cui mi ha ringraziato lo sceneggiatore del film, amico di Toni.”

Poi a De Sica:

“A De Sica che interviene non si sa bene a che titolo nella discussione offendendo e dicendo cose a caso mi prendo il lusso di rispondere con calma, sulla mia pagina fb. Perchè la spocchia di Servillo ok, ma di De Sica anche no.”

De Sica allora ha insistito scrivendo che

“non sopporto più le cattiverie di quella gente…e se posso apparire con la puzza sotto il naso ho le mie buone ragioni. Non hanno niente in comune e non difendo la categoria così come non leggerò mai cosa scrive la Lucarelli…”.

E la Lucarelli ha replicato:

“Le leggi le leggi. Hai chiamato i vertici di un’azienda per un mio pezzo De Sica.”. Circostanza negata da De Sica: “Altra frescaccia, mai chiamato nessuno”.

Ed ecco l’ennesima risposta di Selvaggia Lucarelli, sul suo profilo Facebook:

Prendetevi 5 minuti perché la storia è surreale.Toni Servillo e Christian De Sica. Voi direte: e che c’azzeccano questi due insieme? Niente, ma la faccenda è interessante visto che sono entrati in una polemica che mi riguarda (questa volta mio malgrado) e sono l’uno il massimo rappresentante del cinema d’autore, l’altro il massimo rappresentante del cinepanettone.

Dunque. Sabato presento il libro di Emis Killa al teatro Parenti. In un’altra sala del teatro c’è Toni Servillo che racconta Moliere. Non lo incrocio, vado dritta nella mia sala, strapiena, e mi stupisco della compostezza dei 700 fan di Emis seduti al loro posto e per nulla chiassosi. Molti in compagnia dei genitori, per giunta. Nessuna ressa fuori dal teatro, anche perchè piovevano secchiate d’acqua. Servillo, fuori dal teatro, viene avvicinato da un giornalista di Dagospia, Alberto Dandolo, venuto a vedere me e Emis. Gli chiede una foto, dice che lavora per Dagospia.

Toni si irrigidisce, risponde che non fa foto con uno che lavora per quel sito, che non sa chi sia io, non sa chi sia Emis Killa e non vuole essere associato a certa gente perchè siamo su piani diversi. La notiziola esce su dagospia. E fin qui taccio. Poi un ufficio stampa, Viviana Musumeci, commenta l’accaduto sulla sua bacheca facebook dando dello spocchioso a Servillo per l’accaduto. Bene, a quel punto chi interviene? Christian De Sica. Il quale per ragioni del tutto oscure decide di fare l’avvocato difensore di Servillo. Che è come se Moccia decidesse di difendere Umberto Eco.

E soprattutto si accanisce su di me che non conosco lui e in questa storia sarei un attore marginale. Scrive questo commento: “Servillo e’ un grande attore il resto è solo niente. E devono imparare a vivere, non siamo stanchi di Servillo siamo stanchi dei maleducati. Servillo e’ un gran signore e la Lucarelli e’ quello che e’… Sicuramente saranno stati maleducati e chiassosi come sempre. Pensa tu se Servillo rosica…casomai e’ quella mezza calza che si ostina a voler fare un mestiere che non le appartiene…”.

Dunque. Su Servillo mi limito a dire che si conferma semplicemente quello che è: un gigante di attore e di antipatia. Ma non do peso a quello che ha detto, mi sta bene che non sappia chi sia o che dichiari di non saperlo. La spocchia è la sua cifra, io amo le persone che sono coerenti fino in fondo con se stesse. Mi permetto però di dire che nella vita si può anche conoscere Emis Killa e Selvaggia Lucarelli e rimanere un fine intellettuale.

Io conosco Servillo e tutti i suoi film, ho scritto della Grande bellezza (cosa per cui mi ha ringraziato anche lo sceneggiatore) e poi magari sono amica di Killa. Si può essere su piani diversi e ogni tanto farsi un giro su altri pianerottoli, caro Servillo. Fa bene, soprattutto a una certa sinistra polverosa e fuori dal mondo.

Comunque il problema non è Servillo. Il problema è De Sica. Lui arriva, non interpellato, e dall’alto del suo master in bon ton decide che Servillo è un signore e dà dei chiassosi e maleducati a me e a Emis. Lui, che come noto ha fatto della sobrietà e del garbo la sua ragione di vita. In effetti certi fotogrammi tipo De Sica che assaggia le palle cotte in padella o tira fuori il cellulare dal culo di un tacchino nei vari cinepanettoni sono immagini squisite che Von Trier cita spesso nelle interviste quando spiega a quale cinema visionario si ispira.

Mi permetto poi di rispondere al “mezza calza che fa un lavoro che non le appartiene” che mi appioppa. Mio caro De Sica, io sono figlia di una casalinga e di un amministratore di quartiere. Mi mantengo dall’età di 19 anni. Mi sono guadagnata e sudata tutto. Che un figlio di papà ormai papà a sua volta e a momenti pure nonno, abbia queste uscite livorose che nascono da chissà quale contenzioso irrisolto suona piuttosto ridicolo.

Pensi alla sua fortuna De Sica. Al suo di lavoro, non al mio, fatto di porte spalancate grazie al peso specifico del suo cognome e costellato da faticosi viaggi in giro per il mondo con donne meravigliose e l’onere di imparare battute impegnative quali: “L’uomo, che essere meraviglioso: una bella pisciata, una bella cacata e ti riconcili con il Creato!. (citazione da un cinepanettone)

Ah, un’ultima cosa. In un ulteriore commento il signor De Sica afferma anche di non leggermi. Mi legge eccome, signor De Sica. Nel 2009 chiamò i vertici di un’azienda con minacce di andare per vie legali per un mio pezzo su Italia oggi che non le era piaciuto. Sono passati 5 anni ma vedo che non le è passata. Si tranquillizzi, che certi reati cadono in prescrizione. Non le hanno dato il 41 bis per Natale in India, per cui sia meno severo chi commette peccati veniali.