Cristiano De Andrè: “Prima di morire mio padre…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Marzo 2017 - 15:19 OLTRE 6 MESI FA
Cristiano De Andrè: "Prima di morire mio padre..."

Cristiano De Andrè: “Prima di morire mio padre…”

ROMA – Cristiano De André, che ha a poco festeggiato i suoi 54 anni, sta per partire da Legnano con la nuova versione dello spettacolo De André canta De André. E ora, intervistato da Vanity Fair, Cristiano De Andrè parla del suo rapporto con Fabrizio De Andrè:

“Gli facevo scherzi che lo facevano incazzare. E non sopportava che a Risiko! vincessi sempre. Si imbestialiva, spaccava le bottiglie di birra, urlava: ‘Ti ammazzo’. È arrivato persino a rubare i carrarmatini. Mio padre non accettava di perdere, in generale”.

De André senior, del resto, non voleva che il figlio lo seguisse sul palco e lo vedeva già nei panni di un medico. “Avrebbe voluto che studiassi veterinaria. Aveva aperto un’azienda agricola in Sardegna e gli serviva qualcuno che facesse partorire le vacche”.

Nel 1998 Fabrizio si ammala e muore a 4 mesi dalla diagnosi. Nell’ultimo periodo, però, decise di non vedere il figlio. “Da genitore non voleva mostrarsi debole. Nelle canzoni scriveva della sua fragilità ma, nella vita, non accettava di farla vedere. […] Faceva parte di quella generazione che non riusciva a dire ti voglio bene. In faccia non me l’ha mai detto. Solo dopo ho scoperto che l’affetto che provava per me lo raccontava ai suoi amici”.
Al ricordo della madre si lega quello di un’infanzia turbolenta: “Una presenza costante e anche inquietante, per via del suo bisogno di prendere amore più che di darlo. Mi madre era una vittimista cronica. All’inizio per problemi al cuore: soffriva di pericardite. Poi, perché non riusciva ad accettare la fine del matrimonio. Era un senso di colpa vagante, una nuvola di disperazione. Tentò il suicidio due volte. Avevo 11, 12 anni quando successe”.
Altro trauma del giovane Cristiano è stato il rapporto d’amore tra la madre e il suo migliore amico: “Era più grande di me di una decina di anni. A un certo punto cominciai a trovarmelo sempre per casa. Finché, un giorno, mia madre disse: ‘Marco e io stiamo insieme’. Sono esploso. […] Proprio con il mio migliore amico doveva mettersi? Comunque, col tempo, ho perdonato”.