Lino Banfi: “Faccio sempre film di successo, ma a casa…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Gennaio 2016 - 16:27 OLTRE 6 MESI FA
Lino Banfi (foto Ansa)

Lino Banfi (foto Ansa)

ROMA – Per Lino Banfi, CheccoZalone, che è arrivato, sabato 16 gennaio 2016 a 55 milioni di euro di incassi, è un vendicatore, vendica attori come Lino Banfi dei benpensanti che

“si vergognavano di vedere i miei film”

Lino Banfi, si è confidato così, intervistato a telefono da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari nel corso della trasmissione radiofonica “Un giorno da pecora” su Rai Radio2.

L’attore interpreta il personaggio del senatore Binetto nell’ultimo film di Checco Zalone, “Quo vado?”. A quale grande comico somiglia Checco Zalone? – gli chiedono.

“Io lo chiamo il `pescatore´”.

Per quale motivo?

“Perché lui ha pescato da vari mostri del cinema, da Moretti a Benigni, da ciascuno pesca qualcosa. Poi li mette insieme e fa la `zalonità´. E poi lui è un vendicatore”,

ha affermato Lino Banfi a Un Giorno da Pecora l’attore.

Un vendicatore?

“Si, lui sta vendicando tutti quelli come me e come altri che incassano, trasmissioni e fiction, ma è una vita che soffro a casa come uno stronzo, ed ecco perché mangio molto, quando mi dicono: mi vergogno a dirlo ma Banfi mi fa pisciare addosso. Così dicono i benpensanti”.

Anche se è arrivato a 55 milioni di euro di incassi, Quo Vado non è costato poco: 10 milioni hanno investito i due produttori, Medusa Film e Taodue. Il film, informa Wikipedia, è stato girato in varie località italiane come la Puglia, la Sardegna, la Calabria, Lampedusa e in Val di Susa; e in Norvegia, a Bergen e Ny-Ålesund[3], presso la Base artica Dirigibile Italia del Consiglio nazionale delle Ricerche.

La trama:

Checco Zalone è un ragazzo che ha realizzato tutte le aspettative che aveva dalla sua vita: voleva vivere con i suoi genitori per evitare una costosa indipendenza e ci è riuscito; voleva essere eternamente fidanzato per non dover mai affrontare le responsabilità di un matrimonio e dell’avere figli, e ce l’ha fatta; sognava da sempre un lavoro sicuro ed è riuscito a ottenere un posto fisso nell’ufficio provinciale caccia e pesca, in cui timbra le licenze di cacciatori e pescatori.

Con questa leggerezza Checco affronta una vita che fa invidia a tutti. Un giorno però tutto cambia, a partire dal momento in cui il governo vara la riforma della pubblica amministrazione che decreta il taglio delle province nel 2015. Convocato al ministero dalla spietata dirigente Sironi, Checco è messo di fronte a una scelta difficile: lasciare il posto fisso o mantenerlo venendo messo in mobilità e trasferito lontano da casa. Per Checco il posto fisso è sacro e, pur di mantenerlo, accetta il trasferimento.

Per tentare di costringerlo a dimettersi, la dottoressa Sironi lo fa girovagare in diverse località italiane a ricoprire i ruoli più improbabili, lontani e pericolosi, ma Checco si ambienta perfettamente in ogni luogo e resiste stoicamente a tutto, non cedendo alle offerte di indennizzo via via sempre più remunerative della Sironi e restando attaccato al posto fisso, come consigliato dal suo idolo, il senatore Nicola Binetto.

La Sironi esausta rincara la dose e, pur di farlo dimettere, lo fa trasferire al Polo nord in Norvegia in una base scientifica italiana, con il compito di difendere i ricercatori dagli attacchi degli orsi polari. Proprio quando è sul punto di abbandonare il suo amato posto fisso, Checco conosce la dottoressa Valeria Nobili, una ricercatrice che studia gli animali in via d’estinzione, innamorandosi perdutamente di lei.

Dopo una breve parentesi in cui Checco si “converte” alla filosofia di estrema civiltà e rigore verso le leggi tipica del nord, la Sironi, pressata dal ministro, lo trasferisce di nuovo in Calabria, a ricoprire il ruolo di ausiliario nella guardia forestale, dove svolge il lavoro in modo impeccabile. Qui fonda insieme a Valeria una clinica per animali, che però dura poco: senza fondi Valeria decide di tornare in Norvegia e alla ricerca.

Dopo essere stato ritrasferito all’ufficio caccia e pesca della ex Provincia, Checco riceve una chiamata da Valeria che lo informa di essere in Africa e in attesa di un figlio di cui lui è il padre. Checco riesce a raggiungere Valeria in un ospedale gestito da missionari e dopo aver abbracciato la bimba che chiamano Ines, rinuncia al suo tanto amato posto fisso, a condizione che la Sironi gli stacchi un assegno da 50.000 euro. Checco, quindi, decide di continuare ad aiutare Valeria nei progetti umanitari, si stabilisce in Africa come aveva promesso di fare e non ha fatto Walter Veltroni, e usa i soldi per inviare all’ospedale africano vaccini e medicinali.