Francia. Ludovic Mohamed Zahed, imam omosessuale: nozze gay in moschea

Pubblicato il 16 Agosto 2014 - 09:08 OLTRE 6 MESI FA
Francia. Ludovic Mohamed Zahed, imam omosessuale: nozze gay in moschea

Francia. Ludovic Mohamed Zahed, imam omosessuale: nozze gay in moschea

BERLINO – Ludovic Mohamed Zahed è un imam un po’ fuori dallo stereotipo machista dell’Islam: è omosessuale dichiarato, sposato con un uomo e ha fondato a Parigi una moschea dove possono trovare conforto e celebrare le proprie nozze anche le coppie gay e dove possono essere celebrati i funerali di transessuali cui il perbenismo imperante nelle varie religioni possa negare l’estrema benedizione. E anche l’associazione HM2F per musulmani gay e lesbiche.

Ludovic Mohamed Zahed ha 37 anni e gira il mondo per conferenze sull’omosessualità nell’Islam e anche per celebrare le nozze di gay e lesbiche che nessun altro prete musulmano vuole celebrare.

La storia di Ludovic Mohamed Zahed è raccontata con delicatezza e equilibrio da Takis Würger sulla rivista tedesca der Spiegel, sotto il titolo, nella edizione on line in inglese: “Sura e tolleranza: ecco l’imam gay d’Europa”.

Nato in Algeria, trasferito in Francia con i genitori da bambino, con l’adolescenza, a 12 anni, si interrogò sulla propria identità sessuale e cercò nella religione e nel Corano una risposta.

Diventò membro di una fratellanza Salafista, pregava cinque volte al giorno, decise di diventare un imam. A 17 anni si innamorò di un altro studente, Jibril, ma fu respinto.

In quel tempo, la famiglia di Zahed si trasferì a Marsiglia. Seguì un periodo di sbandamento: feste, droghe, Hiv.

Si tagliò la barba, simbolo di fede e decise per il “coming out” con i genitori: la madre piangeva disperata, il padre, che dai tempi dell’infanzia aveva evitato perfino di guardarlo negli occhi, gli sorrise per la prima volta, lo accettò e disse alla moglie: “Lo sapevamo. Ha cercato di cambiare per 15 anni, ora dobbiamo accettarlo”

Zahed studiò psicologia e antropologia e andò a lavorare per una organizzazione umanitaria. A 30 anni, mentre si trovava in un albergo in Pakistan, ebbe la rivelazione: cadde in ginocchio e cominciò a pregare.

Riprese la lettura del Corano: non trovò una singola sura che condannasse l’omosessualità. Nella letteratura classica araba trovò invece “pieno di poesie omoerotiche”.

Fondò la moschea nel 2012, quando seppe che nessun imam voleva celebrare la sepoltura di un transessuale musulmano che era morto in Francia.

Fu allora che si sposò, con un uomo. Le nozze furono celebrate da un imam amico e tollerante. Le nozze sono durate poco. Proprio pochi giorni prima dell’incontro col giornalista dello Spiegel, Ludovic Mohamed Zahed è stato abbandonato dal  marito. Il padre lo ha consolato:

“Le coppie si dividono, è normale, figlio mio. Non ha nulla a che vedere con la tua omosessualità”.

Era la prima volta, registra Takis Würger, che il padre di Ludovic Mohamed Zahed usava la parola “omosessualità”.