Francia, niente multe ai clienti delle prostitute

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Luglio 2014 - 09:12 OLTRE 6 MESI FA
Francia, niente multe ai clienti delle prostitute

Francia, niente multe ai clienti delle prostitute

ROMA – Alla fine hanno vinto i “maiali”. Così si erano firmati i promotori della petizione contro la legge del governo che voleva punire i clienti delle prostitute. A sorpresa, il Senato ha bocciato la nuova normativa, togliendo dal testo la parte che prevede una multa per le persone che fanno sesso mercenario.

Scrive Anais Ginori su Repubblica:

Approvata nell’autunno scorso dall’Assemblée Nationale, la legge è passata al vaglio di una commissione del Senato che per cinque mesi ha organizzato audizioni tra polizia, associazioni umanitarie e di prostitute ed esperti giuridici. In questi mesi, la gauche si è divisa sull’idea di importare il famoso modello svedese, in cui vengono puniti i clienti. Martedì la commissione di 36 senatori ha approvato a maggioranza l’eliminazione dell’articolo 16 della legge che prevedeva una multa di 1.500 euro (il doppio in caso di recidiva). Cancellato anche un altro, controverso articolo che voleva organizzare corsi di sensibilizzazione per gli “utilizzatori finali”.

L’iter parlamentare della legge non è ancora finito. Dopo un nuovo passaggio al Senato dopo l’estate, il testo tornerà all’Assemblée Nationale. Difficile però che i due passaggi più criticati siano riproposti. La nuova normativa ha scatenato appelli e petizioni nell’autunno scorso. Alcuni intellettuali hanno pubblicato il manifesto dei 343 “salauds”, maiali, mascalzoni, citando il manifesto delle 343 “salopes”, sgualdrine, pubblicato nel 1971 per difendere la legalizzazione dell’aborto. Lo scrittore Fréderic Beigbeder e il polemista Eric Zemmour, hanno così rivendicato il loro diritto a poter comprare sesso «tra adulti consenzienti».

Un altro appello contro l’approvazione della legge, meno esplicito, è stato firmato dal cantante Charles Aznavour, l’ex ministro Jack Lang, le attrici Jeanne Moreau e Catherine Deneuve. Anche le femministe si erano divise, con la filosofa Elisabeth Badinter contraria: «Lo Stato — aveva detto — non deve legiferare sulla sessualità degli individui, decidendo cos’è bene o male» (…)