Ismaele Lulli sgozzato per gelosia e vendetta, fermati 2 giovani albanesi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Luglio 2015 - 10:35 OLTRE 6 MESI FA
Ismaele Lulli sgozzato e con mani legate a tronco. Trovati due zainetti

Ismaele Lulli sgozzato e con mani legate a tronco. Trovati due zainetti (foto Ansa)

SANT’ANGELO IN VADO – Una vendetta per gelosia. Per questo sarebbe stato brutalmente ucciso a soli 17 anni Ismaele Lulli, lo studente trovato sgozzato nelle Marche. I carabinieri, scrive l’Ansa, lo hanno trovato con le mani legate col nastro adesivo al tronco, in un boschetto in località San Martino in Selva Nera, a Sant’Angelo in Vado (Pesaro). E hanno trovato anche gli abiti insanguinati del ragazzo. Nel boschetto c’erano due zainetti che hanno portato gli investigatori sulle tracce dei presunti assassini. “Un delitto da videogame,” lo definiscono alcune fonti investigative.

Di mezzo ci sarebbe la fidanzata diciannovenne di uno dei due giovani albanesi, ingelosito dalla sua frequentazione con Ismaele. Un ‘dramma della gelosia’, tutto consumato a colpi di post su Facebook e altri social media, passati al setaccio dai carabinieri che hanno così individuato i due giovani. Tra gli indizi a loro carico anche il fatto che i loro cellulari sono stati agganciati dalla cella telefonica del luogo in cui è stato trovato il corpo di Ismaele.

due giovani albanesi sono stati interrogati per ore e poi messi in stato di fermo. Si tratta di un ventenne residente a Urbania e un diciannovenne residente a Sant’Angelo in Vado.

La morte per asfissia. Un unico taglio profondo che ha reciso la struttura del collo e la trachea, causando una fatale asfissia. Questa è stata la causa della morte, secondo l’autopsia eseguita martedì all’ospedale Torrette di Ancona dal medico legale Mauro Pesaresi. Secondo gli accertamenti svolti, la morte del giovane risalirebbe al primo pomeriggio di domenica scorsa. Sul collo di di Ismaele ci sono altre ferite più lievi, ma – a quanto è trapelato – non ci sarebbero altri segni di colluttazione. Altri elementi utili alle indagini potrebbero arrivare dai risultati degli esami tossicologici: i prelievi sono stati effettuati durante le cinque ore di autopsia, ma occorrerà attendere i referti di laboratorio. Sul cadavere sono state rinvenute tracce di foglie e rametti compatibili con il trascinamento del corpo del ragazzo, che sarebbe stato ucciso altrove, forse a poca distanza, e poi gettato in un dirupo.

Ma gli elementi da chiarire sono ancora diversi. I carabinieri che indagano, scrive Franco Giubilei su La Stampa, pensano che l’ultimo sms mandato dal telefonino del ragazzo, possa non essere stato scritto da lui: “La pista della droga dunque è solo una delle opzioni al vaglio degli inquirenti, che da ieri stanno raccogliendo informazioni fra la madre, la fidanzata, gli amici e i parenti del giovane. All’esame degli investigatori anche un sms inviato l’altro giorno dal cellulare del ragazzo: «Non mi cercate, voglio cambiare vita, vado verso Milano». Secondo i carabinieri sarebbe stato inviato dagli assassini per ritardare le ricerche”.

Franco Giubilei su La Stampa spiega: E’ una zona di campagna situata a pochi chilometri dalla casa del giovane, che viveva con la madre. Era stata proprio quest’ultima a denunciarne la scomparsa domenica scorsa, dopo che aveva atteso inutilmente che il figlio tornasse a casa. Lo stesso giorno, il ragazzo avrebbe anche mandato un sms a un parente, prima di scomparire.

Aggiunge Giubilei: Sant’Angelo in Vado, un piccolo centro di poco più di quattromila abitanti, noto soprattutto per essere la capitale del tartufo di questa parte dell’Alta Val Metauro, è una comunità chiusa, dove il ragazzo era considerato un solitario, forse un po’ eccentrico: sul suo profilo Facebook sono pubblicate immagini che raccontano le irrequietezze di un adolescente, fra una foto tratta dal film Trainspotting, scritte rivolte contro le autorità, fotografie con gli amici e qualche inno alla canapa indiana.