Medico di base chiederà: “Come sta col sesso?”. Cambia il check-up

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 31 Marzo 2014 - 13:12 OLTRE 6 MESI FA

Medico di base chiederà: "Come sta col sesso?"ROMA – Sedici, dicono le statistiche, i milioni di italiani con problemi della sfera sessuale. Boom di vendite, senza prescrizione, per i farmaci che questi problemi promettono quanto meno di nascondere. La stato di salute della vita sessuale degli italiani non è buono. Ma, almeno dal punto di vista medico, non se ne parla. Anzi, non se ne parlava, perché i medici di base annunciano ora una vera e propria rivoluzione: da oggi in poi, nel fare i check-up, si terrà conto della qualità del sesso che i pazienti fanno.

Di buone ragioni perché la sfera sessuale smetta i panni del tabù ed entri negli studi dei medici di base ce ne sono molte. E’ anzi, quella annunciata, è una rivoluzione ritardataria. Forse anche prima del 2014 ci si sarebbe potuti aspettare mosse in tale direzione. Ma, come si dice, meglio tardi che mai.

Di buone ragioni per inserire la sfera sessuale nella valutazione complessiva dello stato di salute di un soggetto, come detto, ce ne sono molte. In primis per i numeri: 16 milioni di italiani, principalmente uomini, con problemi più o meno gravi nel campo sono un esercito. La mole di farmaci, come il viagra per intendersi, acquistati al di fuori del rapporto con il medico, cioè senza prescrizione e quindi senza controllo e valutazione di un professionista, indicano chiaramente che il problema, sinora, è rimasto inaffrontato. E poi perché, nei casi più gravi, i problemi della sfera sessuale possono essere spia di altri problemi. Difficoltà di erezione possono segnalare una pressione troppo alta, o il diabete. Conoscere quindi, per il medico, anche queste informazioni diventa un elemento importante non solo per la sessualità, ma anche per poter meglio valutare lo stato di salute di un paziente.

“Le cose cambieranno – annuncia il Milillo, segretario della Fimmg, la federazione dei professionisti di medicina generale -, ci doteremo di questionari per valutare la salute dei nostri assistiti”. Questionari perché comunque, il sesso, rimane un tabù. Il 70% dei medici riferisce infatti di sentirsi in imbarazzo nel parlare di sesso con i pazienti. Imbarazzo “di riflesso”, cioè dovuto alla vergogna del paziente stesso, ma poco cambia.

Ma i questionari non saranno l’unica via di comunicazione. Saranno il primo passo, la porta d’accesso perché dopo dica trentatre, si arrivi negli studi medici a sentire la domanda: “Il sesso come va?”.

“La maggior parte dei problemi sessuali – spiega Milillo – non hanno bisogno di essere affrontati con i farmaci e nemmeno prescrivendo al paziente la visita specialistica. L’importanza di prendere l’iniziativa presto sta anche nel fatto che così il problema si può risolvere più velocemente. E non dimentichiamoci che parlare di sesso può voler dire parlare anche di fertilità: anche in questo campo è meglio scoprire eventuali problemi in tempo. Io ritengo che addirittura tutto questo debba far parte di un’educazione sanitaria da avviare nelle scuole”. Considerazione probabilmente sensata. Ma intanto accontentiamoci e prepariamoci a raccontare al nostro medico di base come va la nostra vita fra le lenzuola. Per il bene della libido e non solo.