Prostituzione, “riapriamo case chiuse”: sindaci alla carica preparano referendum

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Agosto 2013 - 10:01| Aggiornato il 12 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA

Prostituzione, "riapriamo case chiuse": sindaci alla carica preparano referendumROMA – Liberare le strade dalle prostitute riaprendo le case chiuse. Già pronto un referendum per rottamare dopo 55 anni la legge Merlin. L’obiettivo sono le 500mila firme entro la fine di settembre. E’ cominciata la crociata di molti comuni italiani, tutti con un unico scopo: “Salviamo i nostri marciapiedi”. 

A Mogliano Veneto (Treviso) il sindaco leghista Giovanni Azzolini ha infatti promosso un referendum per abrogare parzialmente la legge Merlin. L’obiettivo è cancellare gli articoli che impediscono l’apertura di case di tolleranza, senza toccare le norme che puniscono il reato di sfruttamento della prostituzione. La campagna si è rapidamente diffusa a livello nazionale, con centinaia di punti attivi per la raccolta firme. Gli ultimi in ordine di tempo a sottoscrivere il referendum sono il sindaco di Miane (Treviso), Angela Colmellere, quello di Calalzo (Belluno), Luca De Carlo e il primo cittadino di Montesilvano (Pescara), Attilio Di Mattia, che nei giorni scorsi aveva proposto anche l’istituzione in città di “box del sesso”, sul modello Zurigo.

Vladimiro Polchi per Repubblica scrive:

Al centro della crociata, il mercato del sesso in Italia: un business che muove 9 milioni di clienti (tra occasionali e abituali), 5 miliardi di euro e 70 mila prostitute. Ciclicamente si prova a regolamentarlo a suon di leggi, ordinanze comunali e multe. A partire dalla legge Merlin, che nel 1958 ha chiuso le case di tolleranza. Risultato? Negli anni le lucciole si sono riversate sui marciapiedi. Non solo. Nel nostro Paese i bordelli non hanno mai davvero chiuso, semmai hanno cambiato nome (sexy disco, centri massaggi) o collocazioni (alberghi, appartamenti).

“Outdoor” e “indoor”, così gli analisti distinguono il mercato da marciapiede rispetto a quello tra quattro mura. Ed è proprio quest’ultimo in espansione, soprattutto dopo le ordinanze comunali antilucciole del 2008. Tanto da avvicinarsi nei numeri al mercato su strada. Tradotto: delle 70 mila prostitute stimate in Italia (dal Gruppo Abele), sempre più oggi hanno un tetto sulla testa. Altro che abolizione delle case chiuse: le cronache raccontano il ritorno ai cinema, la novità delle sale Bingo e slot machine, la diffusione di centri relax (specialità di cinesi e thailandesi) e il boom di appartamenti. Senza dimenticare i locali mascherati da innocui night club. Sono i bordelli del 21° secolo.

“Sono pronta ad aprire una casa chiusa anche qui, nel mio paese” spiega Angela Colmellere, sindaco di Miane (Treviso). “E’ una battaglia di civiltà che da donna mi sento di appoggiare, anche per restituire decoro alle città. Non sono contraria alla prostituzione, quando la donna è libera di scegliere. Il fallimento della legge Merlin è evidente: con la spinta di una presunta moralizzazione, ha gettato in strada migliaia di ragazze, soggette ai loro sfruttatori, senza controllo medico-sanitario. Nelle case d’appuntamento è tutto più garantito: igiene, sicurezza e libertà delle ragazze. Per non parlare del gettito fiscale, che potrebbe rimpolpare le casse dei comuni. Le uniche conseguenza negative ricadrebbero sulla malavita, che dovrebbe rinunciare al lucroso business”.