Reggio Calabria: 13enne violentata e ricattata dal branco per 2 anni. Dieci arresti

di redazione Blitz
Pubblicato il 2 Settembre 2016 - 13:53 OLTRE 6 MESI FA
Reggio Calabria: 13enne violentata e ricattata dal branco per 2 anni. Dieci arresti

Reggio Calabria: 13enne violentata e ricattata dal branco per 2 anni. Dieci arresti

REGGIO CALABRIA – Violentata, ricattata e costretta al silenzio dal branco per quasi due anni. Vittima una ragazzina di appena 13 anni di Reggio Calabria. La tenevano sotto scacco minacciandola di diffondere le foto degli abusi. E’ quanto emerso da un’inchiesta a carico di 10 giovani, accusati a vario titolo di violenza sessuale di gruppo aggravata, atti sessuali con minorenne, detenzione di materiale pedopornografico, violenza privata, atti persecutori, lesioni personali aggravate e favoreggiamento personale. Tra loro anche il figlio di un boss della ‘ndrangheta. Nei confronti del branco sono state emesse altrettante misure cautelari.

I provvedimenti sono stati eseguiti venerdì mattina dai carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo al termine di indagini avviate nel marzo 2015. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, tutto ebbe inizio nell’estate del 2013, quando la ragazzina avviò una relazione sentimentale con uno dei ragazzi del “branco”, molto più grande di lei. Credeva di aver trovato l’amore, ma dopo qualche tempo il principe azzurro si è trasformato in orco. Approfittando della sua fragile ed acerba personalità, l’ha costretta ad assecondare tutte le sue richieste, persino dandola “in prestito” a un numero sempre maggiore di amici, con i quali era costretta ad avere rapporti completi.

La vittima, la cui vita è stata caratterizzata da un perdurante e grave stato d’ansia che l’ha costretta anche a mutare le proprie abitudini, nel periodo degli abusi era completamente soggiogata al “branco”. I ragazzi, infatti, l’avrebbero minacciata di divulgare alcune sue foto intime e di rivelare le sue “nefandezze” ai genitori. Una minaccia implicita, secondo i carabinieri, è stata costituita dal fatto che uno degli arrestati Giovanni Iamonte, di 30 anni, è il figlio di Remingo, attualmente detenuto e ritenuto il capo dell’omonima cosca di ‘ndrangheta operante a Melito.

Il gruppo si è anche reso protagonista di una spedizione punitiva nei confronti di un giovane con il quale la ragazza aveva cercato di rifarsi una vita: il branco lo ha aggredito e minacciato, allo scopo di “riappropriarsi” della ragazza. Al termine delle indagini, i carabinieri hanno arrestato e portato in carcere, oltre a Iamonte, Daniele Benedetto (21), entrambi già noti alle forze dell’ordine; Pasquale Principato (22), Michele Nucera (22), Davide Schimizzi (22), Lorenzo Tripodi (21) Antonio Verduci (22). Un diciottenne che all’epoca dei fatti era minorenne, G.G., è stato portato in una comunità. Domenico Mario Pitasi, il fidanzatino pestato e allontanato, è stato raggiunto dalla misura dell’obbligo di firma in Procura essendo accusato solo di favoreggiamento personale.