Scandalo Protezione civile: Bertolaso e i suoi amici

Pubblicato il 23 Febbraio 2010 - 16:37| Aggiornato il 24 Febbraio 2010 OLTRE 6 MESI FA

Appalti, favori, sesso: sono queste le tre direttrici su cui si muove l’inchiesta-scandalo sulla Protezione civile. Al centro della tempesta c’è il capo e sottosegretario alla presidenza del Consiglio Guido Bertolaso, indagato per corruzione.

In carcere sono finiti il braccio destro di Bertolaso,  Angelo Balducci (direttore del dipartimento per lo Sviluppo e la competitività del turismo), l’imprenditore Diego Anemone, Fabio De Santis (funzionario delegato alla gestione Grandi Eventi e poi provveditore ai lavori Pubblici in Toscana), Mauro Della Giovampaola (capo della struttura di missione della Protezione civile nel cantiere del G8 alla Maddalena).

Balducci è accusato di aver affidato gli appalti a imprenditori amici; Anemone è riuscito ad ottenere grandi lavori come tre lotti alla Maddalena e l’aeroporto di Perugia grazie -secondo la tesi dei pm- a favori e altre utilità a funzionari pubblici e della Protezione civile; De Santis avrebbe favorito alcuni imprenditori, tra cui Anemone, ad aggiudicarsi gli appalti per il G8; stessa accusa anche per Della Giovampaola. Gli “aiutini” elargiti dagli arrestati erano ripagati da regali, macchine, cellulari e talvolta anche prestazioni sessuali.

Nell’inchiesta sono coinvolti anche Vincenzo Di Nardo e Riccardo Fusi, rispettivamente amministratore delegato e presidente del Consiglio di amministrazione della Baldassini Tognozzi Pontello (Bpt) spa che – secondo i Ros- «tramite l’imprenditore De Vito Piscicelli, hanno allacciato rapporti con Balducci, De Santis e un’altra funzionaria ministeriale, entrando gradualmente a far parte di questo ristretto gruppo di imprenditori favorito nelle aggiudicazioni dall’ing. Balducci e dai suoi collaboratori»; quelli che, solo per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia avevano assegnato, già nel dicembre 2007, «undici opere da realizzarsi in varie città del territorio nazionale, per un importo complessivo di circa 339 milioni di euro».

Francesco De Vito Piscicelli, dell’impresa Opere Pubbliche e ambiente, è l’uomo sorpreso a dire che la notte del terremoto in Abruzzo rideva pensando a quanto ci si poteva guadagnare (anche se lui ha negato, chiedendo scusa).

Il trio De Vito Piscicelli-Di Nardo-Fusi,  «ha avuto la preventiva assicurazione che alcuni lavori (del 150˚ anniversario e del G8 alla Maddalena, ndr) sarebbero stati aggiudicati in favore delle loro imprese unite in associazione temporanea». Ma non solo: «De Vito Piscicelli, avvalendosi dei suoi consolidati ottimi rapporti con Balducci e De Santis, ha richiesto a questi di intervenire presso il ministero delle Infrastrutture al fine di far assegnare alla Bpt spa di Riccardo Fusi il cantiere per la realizzazione della Scuola marescialli dei carabinieri di Firenze».

A spiccare nella rosa degli indagati sono i nomi di Denis Verdini, coordinatore del Pdl  sospettato di aver favorito la nomina di De Santis a provveditore della Toscana e di Mario Sancetta, presidente della Sezione di controllo della Corte dei Conti della Campania che nel settembre 2008 ha chiesto l’intervento di Di Nardo, attraverso Verdini, per farsi nominare capo di gabinetto dal presidente del Senato Renato Schifani.

Nelle intercettazioni spuntano, oltre a piccoli e grandi favori e allo sperpero di denaro pubblico, anche alcune ragazze, che il contesto fa pensare scelte per allietare le serate di Bertolaso & friends. Una è l’italiana Francesca (solo una bravissima massaggiatrice, secondo il capo della Protezione civile) e della brasiliana Monica, competenze non meglio precisate (ma intercettate). Entrambe le “donne dalle mani d’oro”  si sono incontrate con Bertolaso al Salaria Sport Village di Roma, il centro benessere e sportivo di Anemone gestito da Simone Rossetti. Bertolaso ha detto e ripetuto che non ci furono rapporti sessuali, ma solo massaggi più che corretti.

Per i magistrati le prestazioni hot avvenivano anche fuori da quel contesto, Fabio De Santis per esempio è stato fotografato in viale Gorizia a Roma il 13 novembre 2008 mentre, secondo gli investigatori, si recava ad un appuntamento con una prostituta all’Hotel Fenix a bordo di una Smart intestata alla Eugenio Ciotola spa, di Gaetano Ciotola, tra gli imprenditori che per la Procura di Firenze fanno parte del ”sistema di potere gelatinoso”. La società si era aggiudicata il 22 giugno 2009 i lavori per Villa Salviati a Firenze, assegnati dal provveditorato alle opere pubbliche della Toscana, diretto da Fabio De Santis.